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Claudia Moreschi

Viaggio in Thailandia: fermata obbligatoria a Sukhothai

Il suo nome in lingua thai significa “alba della felicità” e questo è già di per sé un buon indicatore di quello che attende chi decide di visitarla. Sukhothai, 400 km a nord di Bangkok, è una tappa che non potete tralasciare se state decidendo un itinerario di viaggio in Thailandia.

Spesso i viaggiatori optano per una tappa veloce a Bangkok, un passaggio a Chiang Mai e una sosta relax a Ko Samui o Phuket. Stop. Secondo me limitarsi a questo è un peccato e Sukhothai va – di diritto – inserita nell’itinerario di un viaggio in Thailandia.

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In nave tra Asia e Africa sulla scia di Vasco de Gama

Se si pensa a un viaggio in Africa immediatamente viene in mente l’aereo. Lunghi voli transcontinentali che portano al di là dell’Equatore, perdendo inesorabilmente l’ebbrezza di gustare il paesaggio che cambia davanti ai nostri occhi.

L’aereo la fa da padrone e non viene mai in mente che esistano anche delle alternative. La nave ad esempio.

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Il mio rapporto con il piccante: sopravvivere alla cucina thai

Me lo ricordo bene il mio primo piatto thailandese. Era il 2012 e avevo appena attraversato a piedi la mitica frontiera di Poipet, tra Cambogia e Thailandia. C’era questa signora che cucinava al momento dello street food dall’aspetto molto invitante; i miei compagni di viaggio non si fidarono e presero solo del riso bianco, io no, mi lanciai. Che sarà mai, dicevo tra me e me, mi faccio dare il piatto completo, in fondo si tratta solo di pollo e verdure saltate alla piastra.

Mi girai un attimo, solo una frazione di secondo. Tornata a posare gli occhi sulla signora mi accorsi che stava gettando del contenuto rossastro sul mio pranzo. Ahia. Ci siamo.

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L’occidente che cerca l’oriente e l’oriente che cerca l’occidente: è normale?

Lampang mi piace talmente tanto che ho deciso di restare per altre due notti. La città è piccola, accogliente, il clima è splendido, gli abitanti sono quanto di più cordiale io possa immaginarmi. Forse è proprio per questo che il proprietario della guesthouse dove mi trovo, un posto per backpacker spartano ma carino vicino al fiume, mi lancia la proposta: “Vuoi venire con me e mia moglie a una festa stasera?“.

Potrei forse dire di no? Colgo l’invito con entusiasmo e dico subito di sì, senza pensarci due volte. Già mi immagino lo scenario: musica e canti tradizionali thai, magari qualche danzatore, bancarelle di street food e solo locali, zero turisti. Chissà che belle foto potrò fare, chissà che atmosfera…una di quelle serate che non ci dimentica più!

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