L’ufficiale che mi sta di fronte mi fa cenno di appoggiare il dito indice. Poi mugugna qualcosa e mi indica lo sgabello dietro di me. Mi siedo, guardo attraverso la webcam e click, la foto è fatta. La stampa e me la mostra quasi a chiedermi se è di mio gradimento: come visto per il mio passaporto andrà benissimo.
Abbiamo appena lasciato il Malawi e ci troviamo alla frontiera di Milange, nella provincia della Zambesia, Mozambico del nord. Dopo un paio d’ore di attesa burocratica in un ufficio in cui il tasso di umidità è ben al di sopra della nostra soglia di sopportazione, ci vengono finalmente ridati i passaporti: finalmente siamo liberi di entrare in Mozambico! Da adesso in poi basta eredità coloniale inglese, si comincia a parlare portoghese. E tutto appare subito diverso.