Il primo della mia vita me lo ricordo benissimo: era giallo polenta e kitsch, con tanto di Winnie The Pooh aerografato sui lati e lucine al neon. Un pugno in un occhio insomma. Però sembrava moderno e in ordine e in un certo qual modo mi ispirava simpatia.
Io ero eccitatissima; fino a quel momento avevo viaggiato con bus, treni e sgangherati mezzi locali; dopo due mesi in viaggio nel Sud-Est Asiatico era arrivato il momento di fare questa nuova esperienza. In testa avevo mille domande e anche qualche ansia (come sarà all’interno? sarà comodo?riuscirò a dormire? la mia scorta di Travelgum sarà sufficiente? perché c’è scritto “good luck” in fondo al biglietto??). L’avrei scoperto di lì a poco.
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