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Meditazione vipassana: guida per principianti

Un monaco un giorno chiese al suo maestro: “Quale è l’insegnamento fondamentale del buddismo?”. Il maestro rispose: “L’attenzione”. Lo studente, non soddisfatto dalla risposta disse: “Non stavo chiedendo dell’attenzione, ma volevo sapere l’insegnamento essenziale del buddismo!”. Il maestro rispose: “Attenzione, attenzione, attenzione”. Quindi si può comprendere che l’essenza della pratica buddista va trovata nella parola attenzione.

Quando lessi che al Wat Sok Pa Luang il sabato pomeriggio era possibile fare meditazione vipassana con i monaci, mi dissi che non avrei mancato quell’appuntamento per nulla al mondo. Così inforcai la mia bici e mi diressi qualche chilometro fuori Vientiane, in questo grande tempio nel verde pronta a imparare e curiosa di sapere.

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5 cose da fare e vedere a Vientiane, la capitale del Laos

Quando all’ambasciata vietnamita mi dissero che avrei dovuto aspettare cinque giorni per ottenere il visto (“Sorry, ma il 1° gennaio siamo chiusi e anche il giorno dopo”), fui presa dallo sconforto. Arrivata per fermarmi due o tre giorni – giusto il tempo per ottenere il visto e guardarmi un po’ intorno – apprendere che mi toccava restarci quasi per una settimana fu una doccia gelata. Un’unica domanda stampata in testa: “Cosa faccio a Vientiane tutti questi giorni?

Vientiane mi era stata dipinta come una città un po’ anonima, secondo molti noiosa, di scarso interesse e con poche attrattive. Qualcuno addirittura mi aveva consigliato di non andarci. Ma io, che avevo il Laos come meta principale del mio viaggio, non volevo saltarla. Come potevo non visitare la capitale del paese?

Quella sosta forzata a Vientiane è stata per me provvidenziale. Quella settimana mi ha regalato la possibilità di viverla con calma, andare a spulciarne gli angoli nascosti e subirne il fascino. Vientiane una città affascinante? Sì, per me lo è. È successo che mi sono terribilmente affezionata a Vientiane.

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Sopravvivere agli sleeping bus del Sud-Est Asiatico

Il primo della mia vita me lo ricordo benissimo: era giallo polenta e kitsch, con tanto di Winnie The Pooh aerografato sui lati e lucine al neon. Un pugno in un occhio insomma. Però sembrava moderno e in ordine e in un certo qual modo mi ispirava simpatia.

Io ero eccitatissima; fino a quel momento avevo viaggiato con bus, treni e sgangherati mezzi locali; dopo due mesi in viaggio nel Sud-Est Asiatico era arrivato il momento di fare questa nuova esperienza. In testa avevo mille domande e anche qualche ansia (come sarà all’interno? sarà comodo?riuscirò a dormire? la mia scorta di Travelgum sarà sufficiente? perché c’è scritto “good luck” in fondo al biglietto??). L’avrei scoperto di lì a poco.
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L’isola di Cat Ba: non la solita Halong Bay

Ci sono quei posti di cui leggi sulla guida, per caso, ed è subito amore. Ti scatta una scintilla dentro e hai come il presentimento che quel luogo ti piacerà. Lo sai già molto prima di essere lì. Così dici tra te e te che lì ci devi andare, è deciso. Non stai tanto a sentire i consigli di chi ci è già stato: se capita che ti fissi (con me funziona così), ti dici che un motivo ci sarà.

Con l’isola di Cat Ba è andata un po’ così. Compro una Lonely Planet del Vietnam di seconda mano in una libreria di Luang Prabang e mi metto a sfogliarla, senza la più pallida idea di dove sarei finita. Hanoi? Certo. La Baia di Halong? Certo che sì. E Cat Ba Island? Non l’ho mai sentita prima, ma già il nome mi ispira simpatia.

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Back to Italy (per il momento)

Sono frastornata, persa e infreddolita. Il jet lag mi possiede e in faccia ho stampato un bel punto di domanda. Aprendo gli occhi questa mattina ho impiegato diversi secondi per realizzare dove fossi. In ostello a Singapore? No. Nel mio bungalow a Phi Phi Island? No. In una qualche guesthouse sgangherata di fronte al Mekong? Nemmeno.

Con la mente annebbiata e ancora assonnata, ho preso il cellulare per guardare l’ora e poi improvvisamente ho realizzato. Ho riconosciuto le venature del mio comodino in acacia (tra l’altro thailandese) e ho finalmente realizzato: sono a casa. A casa mia. Nel mio letto, In Italia.

Sono tornata.

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