Ogni volta giuro a me stessa che questa volta sarà l’ultima, ma alla fine ci ricasco. Il fatto è che ne trovo sempre di nuove, dai nomi a volte strabilianti, la guida raccomanda di andarci, perché è “la più bella di tutto il paese e non la si può perdere per nulla al mondo” oppure mi ci portano a mia insaputa e così mi ritrovo di nuovo lì, di fronte all’ingresso di una grotta.
Il sospetto è che qualcuno ci stia calcando un po’ la mano. Dalla grotta di Chiang Dao, nella Thailandia del nord, all’ultima, quella di Tam Soc, in Vietnam, il mio viaggio nel Sud-Est Asiatico è tutto un susseguirsi di mirabolanti cavità da visitare presentate ai turisti come un richiamo irrinunciabile.