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In crociera sul Corno D’Oro, a Istanbul

Fare la crociera sul Bosforo a Istanbul è un grande classico ed è un’esperienza che consiglio a tutti (la si può fare anche con i traghetti pubblici, non necessariamente con crociere organizzate): navigare fino a intravedere il Mar Nero, costeggiando la costa europea da un lato e la costa asiatica dall’altro è davvero emozionante. Fa un certo effetto sapere di trovarsi a cavallo tra due continenti.

Forse non tutti sanno però che a Istanbul c’è la possibilità di fare anche un’altra crociera, non meno affascinante e interessante di quella sul Bosforo. Sto parlando della crociera sul Corno d’Oro, il profondo estuario che divide in due la città, nella parte europea di Istanbul.

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Passaggio a sud-est: il mio primo arrivo in Asia

Aeroporto di Suvarnabhumi, Bangkok. Sono stanchissima, l’aria condizionata è sparata al massimo e più di un aeroporto sembra di essere in una cella frigorifera. Però finalmente ci siamo, ci sono. Sono in Asia.

“Caspita, questo aeroporto è immenso” ricordo essere stata la mia prima esclamazione. Affollato, ampissimo, caotico. La gente si muove in un via-vai frenetico. E c’è tanta, tanta gente, una babele di popoli.

Ricomponiamo il gruppo e riusciamo finalmente a uscire dall’aeroporto, giusto in tempo per litigare con una coppia inglese con cui ci contendiamo un taxi. Il tasso di umidità è alle stelle; il caldo si fa sentire da subito.

Raggiungere il nostro hotel, in centro città, si rivela un’impresa. È rush hour a Bangkok e il traffico è terribilmente intenso. Ci mettiamo un’ora per arrivare. Qualcuno ha avuto la brillante idea di scegliere un hotel nella zona di Khao San Road, ovvero la zona più turistica di Bangkok, affollata di locali, ristoranti, bancarelle di street food e abbigliamento da thai boxe. Ci facciamo largo tra la folla con i bagagli.

Quella sera abbiamo un piccolo assaggio di Bangkok. Negli stand di streetfood fanno capolino insetti di ogni genere, cimici e scorpioni arrostiti, tutti pronti da assaggiare in versione spiedino (vuoi fotografarli? Devi pagare un dollaro). Grazie ma no. Non sono ancora pronta. Frotte di giovani occidentali affollano le strade e occupano le poltrone delle spa all’aria aperta in cui per pochi dollari ci si può far fare un massaggio ai piedi.

È un turbinio di colori, di odori, di rumori in quella che sembra essere una capitale del divertimento. A misura di turista occidentale. Sono abbastanza spiazzata. Il mio approccio con l’Asia non è esattamente come me l’aspettavo. Spiritualità, misticismo, pace interiore.. qui è l’esatto opposto. Dove sono??

L’indomani mattina abbiamo un volo che ci aspetta e si va a letto presto. Il nostro hotel è proprio accanto a un locale che spara musica disco “a palla” e mi basta poco per capire che quella notte non dormirò un gran che.
Come volevasi dimostrare. Nella mia stanza l’aria condizionata non funziona e nella vana speranza di dormire devo fare una scelta: o dormire con la finestra aperta ma con “Gnam gnam style” di Psy sparata a un milione di decibel (i tappi per le orecchie della Qatar Airways è come non averle) fino alle 4 di notte oppure dormire con la finestra chiusa (impossibile).Insomma, il mio primo incontro con Bangkok, e con l’Asia, non è cominciato proprio bene.
Per similitudine mi viene in mente il mio primo arrivo in Africa, nel piccolo e sgangherato aeroporto di Zanzibar, nel 2007. Che shock. Avevo sognato per mesi il momento in cui avrei finalmente messo piede sul suolo africano e mi immaginavo uno scenario idilliaco, in uno stato d’animo estasiato. Tutt’altro.

Sono a Bangkok solo di passaggio; l’indomani un altro aereo mi porterà in Cambogia, il paese che ho scelto per il mio primo viaggio in Asia. La similitudine è doppia: anche a Zanzibar ero solo di passaggio; dopo poco avrei preso un aeroplanino che mi avrebbe portato ad Arusha, nella Tanzania continentale.

La prima impressione è quella che conta? In molti casi non è vero. Ho già il sospetto che se il primo mio incontro un pò traumatico con l’Asia avrà lo stesso risvolto – oserei dire catartico – del mio incontro con l’Africa…. l’Asia assumerà presto un posto importante nel mio cuore.

“Perché l’Asia? Ci andai anzitutto perché era lontana, perché mi dava l’impressione di una terra in cui c’era ancora qualcosa da scoprire. Ci andai in cerca dell’altro, di tutto quello che non conoscevo, all’inseguimento d’idee, di uomini, di storie di cui avevo solo letto.”

(Tiziano Terzani)

Il viaggio degli hippie verso l’Asia: le tappe obbligate

Qualcosa mi dice che se fossi nata vent’anni prima sarei stata una figlia dei fiori. Forse non avrei condiviso proprio tutti gli aspetti del loro stile di vita (magari avrei fatto a meno di funghi allucinogeni e sostanze non ben meglio identificate), ma sicuramente avrei condiviso la filosofia del viaggio. I viaggi in libertà, zaino in spalla e via, alla ricerca di mete lontane ed esotiche (soprattutto a est), posti tranquilli (ma non troppo), filosofie orientali.. gli hippie erano sempre pronti a mettere due vestiti in valigia e partire, spostandosi rigorosamente via terra e con un budget ridottissimo.

Ci sono alcuni posti del mondo che sono rimasti per sempre legati al movimento hippie e che rappresentavano mete obbligate nel viaggio dei giovani hippie verso est. Dall’Europa all’Asia, ripercorrendo idealmente l’antica Via della Seta, il vero viaggio per un hippie era l’Asia.

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Cosa fare (e non fare) a Ubud, il vero cuore di Bali

Un viaggio a Bali non può prescindere da una tappa a Ubud. Tappa tra l’altro che potrebbe (e dovrebbe) protrarsi a lungo visto che a Ubud e nelle zone immediatamente vicine ci sono davvero un sacco di cose da fare e vedere per apprezzare e comprendere la vera Bali (che non troverete nel sud dell’isola).

Ubud è inoltre un’ottima base per escursioni in giornata nella zona orientale e meridionale dell’isola e anche per la visita alla zona dei laghi e dei vulcani.

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Alla scoperta di Istanbul

Il viaggio alla scoperta di Istanbul non può che cominciare dalla Piazza delle Moschee, il cuore antico della città, dove si trovano la bellissima Aya Sofya, l’antica basilica cristiana poi convertita in moschea (ora museo), la Moschea Blu e il Palazzo Topkapi, la residenza dei sultani. Ma non solo…

È una bellissima mattina di sole e la nostra esplorazione della città parte da qui. La Basilica di Aya Sofya è davvero un incanto. La sua architettura è straordinaria, la sua storia altrettanto. Fu terminata nel 537, all’apice dell’epoca bizantina, poi trasformata in moschea in seguito all’invasione ottomana della città nel 1453. Il suo interno è imponente, suggestivo, traboccante di storia e di significati.

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