Quando all’ambasciata vietnamita mi dissero che avrei dovuto aspettare cinque giorni per ottenere il visto (“Sorry, ma il 1° gennaio siamo chiusi e anche il giorno dopo”), fui presa dallo sconforto. Arrivata per fermarmi due o tre giorni – giusto il tempo per ottenere il visto e guardarmi un po’ intorno – apprendere che mi toccava restarci quasi per una settimana fu una doccia gelata. Un’unica domanda stampata in testa: “Cosa faccio a Vientiane tutti questi giorni?
Vientiane mi era stata dipinta come una città un po’ anonima, secondo molti noiosa, di scarso interesse e con poche attrattive. Qualcuno addirittura mi aveva consigliato di non andarci. Ma io, che avevo il Laos come meta principale del mio viaggio, non volevo saltarla. Come potevo non visitare la capitale del paese?
Quella sosta forzata a Vientiane è stata per me provvidenziale. Quella settimana mi ha regalato la possibilità di viverla con calma, andare a spulciarne gli angoli nascosti e subirne il fascino. Vientiane una città affascinante? Sì, per me lo è. È successo che mi sono terribilmente affezionata a Vientiane.