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riflessioni personali

BIT 2013: bilancio di un’edizione un po’ sotto tono

Ieri è stato BIT-time! Ho dedicato tutta la giornata alla visita della BIT, la Borsa Internazionale del Turismo che si tiene ogni anno presso la Fiera di Rho-Pero. Per tutti gli appassionati di viaggio la BIT è un must che non si può assolutamente perdere: nel padiglione Italy e Mondo tour operator, agenzie viaggi ed enti del turismo locale provenienti da tutto il mondo si presentano al pubblico e agli operatori del settore.

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Posto che vai, cibo che trovi

Personalmente ritengo che quando si è in viaggio sia sempre una buona cosa provare i cibi del posto. Anche in questo sta la differenza – secondo me – tra “turista” e “viaggiatore”. È segno di curiosità e apertura mentale, rispetto e vicinanza nei confronti del paese in cui ci troviamo in quel momento.

Ok che noi italiani lontano da casa soffriamo dal punto di vista “culinario”  – e giustamente visto che la nostra cucina è imbattibile – ma gli spaghetti in valigia sono proprio irrinunciabili? Dobbiamo per forza mangiare la pizza anche se siamo dall’altra parte del mondo, per poi lamentarci perché non è buona? Non è un po’ triste cenare in uno dei tanti McDonald’s sparsi in tutto il mondo anziché provare i piatti locali?

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Fare delle proprie passioni un lavoro

“Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare nemmeno un giorno della tua vita”
[Confucio]

Questa frase, a una prima lettura, può lasciare un po’ perplessi. Il lavoro in genere è infatti sempre sinonimo di fatica, obbligo, dovere, impegno, peso, per alcuni persino di “prigionia”. Sembra quindi una contraddizione che qui il saggio Confucio definisca il lavoro ideale come un “non lavoro”.

In realtà non è un paradosso o un gioco di parole, ma è l’espressione di ciò che dovrebbe essere per ognuno di noi. Riuscire a fare in modo di scegliersi un lavoro che ci piace, che ci appassiona, che amiamo, ha il potere di non farci sentire sforzi o costrizioni ma solamente un grande piacere nel farlo. Ma come è possibile? È solo un’idea astratta o è davvero realizzabile? E – domanda fondamentale – come è realizzabile?

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Sicuri che viaggiare da soli sia triste?

Venerdì 12 ottobre parto alla volta di Budapest, città che non ho mai visitato prima d’ora. E per la prima volta parto da sola, completamente da sola.

Mi è capitato varie volte di partire con dei gruppi di cui non conoscevo nessuno, ma questa è il mio primo vero e proprio viaggio on my own.

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To blog or not to blog

Finalmente ho deciso di rimettere mano a quella specie di blog creato nel lontano 2009. Eh sì, me ne ero quasi dimenticata. Ora l’ho ripreso e ricreato e voglio farlo crescere. Ho bisogno di sfogare la mia vena scribacchiaiola e allo stesso tempo dare forma ad un pò di cose, ad un pò di pensieri soprattutto. È giunto il momento perchè dia spazio di più alle mie passioni. Non devo farle assopire troppo..