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5 tipi da ostello che sarebbe meglio non incontrare mai

Se c’è una cosa che serve frequentando gli ostelli è una buona dosa di fortuna. Perché sì, diciamocelo, scegliere di dormire in un ostello anziché in una solitaria stanza d’albergo è vantaggiosa sono molti punti di vista (è una soluzione più economica, si conosce gente da tutto il mondo, si fa amicizia..), ma non è tutto così rose e fiori.

Chi frequenta gli ostelli lo sa benissimo: prima o poi capita a tutti di incontrare il compagno di dormitorio non proprio ideale, ma questo fa parte del gioco. Insomma, negli ostelli la differenza la fanno le persone, sia nel bene sia nel male. Alla fine il trucco sta nel prenderla con filosofia, avere un minimo di adattabilità e tenere a bada la pazienza.

Negli ostelli ci sono delle figure ricorrenti in cui capita di imbattersi con una certa frequenza rispetto ad altre. I più temibili sono questi.
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Piccoli lussi per coccolarsi in viaggio

Sia che stiate per partire zaino in spalla o trolley al seguito, per mare, monti, destinazioni esotiche o città europee, c’è sempre un problema con il quale si deve convivere: la mancanza di spazio. Bisogna perciò essere bravi a selezionare solo le cose essenziali e lasciare a casa gli oggetti inutili (a meno che viaggiate in business class con un limite di peso massimo di 30 kg, in quel caso potete sbizzarrirvi).

La notizia bella è che con l’esperienza in genere questa capacità migliora e con il tempo si può diventare bravini (io i miei “mai più senza” ormai li ho individuati da tempo). Ma non si può vivere sempre e solo di privazioni: ogni tanto si deve fare qualche strappo alla regola e portare con sé anche qualche piccolo genere di conforto, ovvero qualche oggetto che ci fa sentire a casa e che ci serve per viziarci anche mentre siamo in viaggio. Anche se viaggiamo low budget.

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I viaggiatori sono irrequieti?

C’è chi appena può va a fare shopping, chi ha la mania delle scarpe, chi spende lo stipendio in borse griffate, chi non può fare a meno dei ristoranti stellati, chi non rinuncia al parrucchiere una volta a settimana, chi ambisce al macchinone.

Io viaggio.

Intendiamoci, non sto giudicando e non voglio farlo. Ognuno deve (o dovrebbe) essere libero di dedicarsi alle proprie passioni e spendere i propri soldini come meglio crede, senza preoccuparsi di quello che pensano gli altri o dei loro commenti, il più delle volte sarcastici, acidi e un tantino invidiosi.

È un discorso di priorità, che possono essere anche molto diverse da persona a persona.

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Jet lag, i trucchi per superarlo

Prendi un volo intercontinentale e in qualche ora ti trovi letteralmente dall’altra parte del mondo. Euforia a mille: il tuo viaggio è iniziato! Eppure gli esordi del viaggio spesso non corrispondono a momenti del tutto felici: stanchezza, senso di confusione, sonno, mal di testa. Perché? La colpa è della sindrome da fuso orario, meglio conosciuta come jet lag.

Perché avviene? Il jet lag è una conseguenza dell’alterazione dei normali ritmi circadiani, ovvero dei ritmi giornalieri scanditi dall’alternarsi equilibrato di veglia e sonno, ma anche della normale secrezione degli ormoni, della variazione della temperatura corporea e dei parametri legati alla circolazione sanguigna. Insomma, il nostro delicato equilibrio interno viene stravolto. Il corpo si trova costretto a sincronizzare il proprio equilibrio fisiologico in brevissimo tempo adattandosi al periodo di luce o buio della destinazione in cui ci troviamo e ciò può portare a un piccolo shock.

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Esistono davvero “posti da vedere” e “posti da non vedere”?

Mannaggia a me e alla mia voglia di pizza.

Una sera, mentre mi trovavo a Nha Trang, in Vietnam, decido di andare in un ristorante italiano (al massimo una volta al mese mi concedo una pizza). Saputo che sono italiana, il proprietario, carinissimo, mi fa sedere mio malgrado a un tavolo di turisti italiani (“Oh no!”).

Me tocca.

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