Reduce dal mio secondo blog tour nella riviera ligure non posso che confermare gli apprezzamenti e la sorpresa nella scoperta di un territorio – l’entroterra savonese – che non conoscevo e che mi ha veramente colpito.
Chi l’ha detto che la Liguria è solo mare?
La Liguria non è solo spiagge, palme e riviera, è ben altro. Alle spalle dei centri litoranei più famosi c’è tutto un entroterra da scoprire, con dei veri e propri gioielli incastonati tra la montagna e il mare. In questo weekend lo abbiamo sperimentato di persona.
Durante il blog tour #Terrealte abbiamo percorso in tre tappe giornaliere uno dei sentieri escursionistici più belli della provincia di Savona – il sentiero delle Terre Alte – incrociando borghi antichi, castelli e chiese diroccate, cascate e percorsi panoramici che ci danno davvero entusiasmato.
Nella tappa di venerdì abbiamo percorso l’anello di Toirano, un percorso relativamente tranquillo e semplice da percorrere. Il clou della giornata è stata la visita al centro storico di Balestrino, abbandonato in seguito ad una frana, oggi un paese fantasma di grande fascino.
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Sabato siamo ripartiti da Toirano, dopo una più che dovuta visita alle spettacolari grotte. Toirano merita assolutamente una visita se siete in zona. Nel 2007 il borgo ha ricevuto il premio Bandiera Arancione, riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell’entroterra italiano che si distinguono per eccellenza e accoglienza di qualità.
Lasciato il santuario rupestre di Santa Lucia è iniziata la scalata vera e propria lungo le Terre Alte che ci ha portato a salire progressivamente di quota fino a raggiungere il Rifugio Pian delle Bosse, a 841 m sul livello del mare. Il percorso è stato abbastanza lungo e impegnativo ma ne è valsa decisamente la pena. Gli scorci che si possono ammirare lungo il percorso (soprattutto lungo la mulattiera napoleonica) sono notevoli: camminare tra la macchia mediterranea, tra fiori coloratissimi, il profumo della lavanda selvatica in fiore mentre là sotto si vede il blu intenso del mare è un’immagine che porterò sempre con me.
L’arrivo al rifugio Pian delle Bosse è stata una dolce sorpresa. Valentina e Lorenzo, una giovane coppia della provincia di Firenze, lo gestiscono con cura e amore, l’atmosfera è davvero accogliente. Al nostro arrivo Valentina era intenta nella preparazione (con le sue manine!) della pasta al farro mentre la focaccia era pronta per essere infornata. Inutile dire che la cena è stata davvero da leccarsi i baffi.Questi due ragazzi sono davvero in gamba, sono gentili e premurosi, amano la montagna e si vede! Il rifugio può ospitare fino a 40 persone, ha anche doccia calda (cosa non comune in un rifugio), ed è in posizione strategica: oltre ad essere lungo il percorso delle Terre Alte è a mezz’ora di facile sentiero da una strada carrozzabile proveniente da Loano, fraz. Verzi.
Domenica ultima tappa (7 ore) di Terre Alte: dal Rifugio Pian delle Bosse al Colle del Melogno, quota 1.027 m, un valico delle Alpi Liguri che collega Finale alla Val Bormida. Anche se le condizioni meteo non erano delle migliori (la pioggia ci ha accompagnato per quasi tutta la giornata), è stato affascinante avventurarsi tra boschi verdissimi (che ci hanno ricordato subito una foresta fluviale), antiche caselle abbandonate, corsi d’acqua e cascate.Il Colle in passato è stato luogo di scontri tra le truppe occupanti francesi e le truppe italiane ed è sempre stato un passo di importanza strategica. Si possono vedere ancora le fortezze militari che nel XIX secolo difendeva l’accesso al passo.