Oggi – nell’era di Internet e dei social media – il travel writing ha assunto forme e significati nuovi, in costante evoluzione. Questo genere di narrativa ha però degli antenati illustri e lontani nel tempo.
Ecco come è nata la scrittura di viaggio.
La nascita della scrittura di viaggio
Ci avete mai pensato? Marco Polo, il grande esploratore italiano del XIII secolo, ha inaugurato la narrativa di viaggio. Attraversando l’Asia lungo la Via della Seta, Marco Polo fu uno dei primi occidentali a raggiungere la Cina (stiamo parlando del 1262). Ritornato a Roma sette anni dopo come ambasciatore del Kubilai Khan, ritornò in Asia nel 1271, questa volta restandoci diciassette anni. Al suo ritorno Marco venne fatto prigioniero dai genovesi; in carcere raccontò le sue avventure allo scrittore pisano Rustichello che le raccolse nel libro Deuisament du monde, meglio conosciuto come Il Milione.
Un contributo importante alla nascita del travel writing venne anche dalle crònicas di alcuni religiosi cattolici, come Ramòn Pane. Monaco cistercense, Fra Ramòn Pane accompagnò Cristoforo Colombo nella sua seconda spedizione ad Haiti e fu da lui incaricato di stendere una relazione sulle credenze religiose dei Taino, gli antichi abitanti di Haiti.
Altri esploratori, come Lewis e Clark (i primi a raggiungere la costa pacifica degli Stati Uniti via terra) e William Bartram (Travels through North and South Carolina, Georgia, East and West Florida), influenzarono la scrittura di viaggio non tanto per la loro prosa o il loro stile, ma per la disciplina e precisione delle loro annotazioni e osservazioni.
Nel XVI secolo il poeta giapponese Bashō Matsuo (il massimo esponente della poesia haiku) e instancabile viaggiatore, nei suoi racconti di viaggio iniziò ad aggiungere alla descrizione dei luoghi anche l’attenzione per le emozioni e l’aspetto filosofico dell’esperienza di viaggio in sè.
L’evoluzione della scrittura di viaggio
La scrittura di viaggio continuò a evolversi nel XIX e XX secolo. Molti grandi romanzieri di quel perodo (Twain, Hemingway, Steinbeck) erano anche scrittori di viaggi e scrissero molto sui loro viaggi e la loro vita all’estero (vedi Festa mobile di Hemingway o Gli innocenti all’estero di Twain).
Grandi maestri di scrittura, influenzarono notevolmente il travel writing applicando tecniche letterarie perfezionate nei loro romanzi e racconti. Ciò gettò le basi di una nuova generazione di scrittori che fecero evolvere ulteriormente il genere all’interno del New Journalism.
Tra gli anni ’60 e ’70 fiorì un nuovo tipo di giornalismo, definito da Tim Wolfe “nuovo giornalismo”. Commistione tra giornalismo e letteratura, il New Journalism prevedeva uno stile anti-convenzionale, attento allo scenario e ai dettagli, che racconta in prima persona e predilige i dialoghi. Con il tempo si affermò come standard contemporaneo dello storytelling dei testi non letterari, travel writing incluso.
La scrittura di viaggio oggi
Oggi il travel writing sta sperimentando un’altra importante transizione, ancora più significativa di quelle precedenti. Questo cambiamento moderno ha a che fare con Internet e i social media e la democratizzazione che essi consentono.
La proliferazione di blog, social media e tecniche di crowdsourcing stanno aprendo il travel writing a nuovi scrittori e a nuove forme. Il travel writing sta andando a raggiungere un nuovo pubblico e in un modo diverso, che la carta stampata non consentiva. Ora i lettori possono interagire direttamente e immediatemente con il travel writer postando commenti ai suoi articoli, seguendolo su Twitter o su Facebook e instaurando conversazioni intorno ad un argomento.
Da Flickr |
Allo stesso tempo Internet ha cambiato completamente il modo in cui le storie vengono create, raccontate e divulgate. E in futuro cosa succederà? Predire il futuro è impossibile ma è quasi certo che l’utilizzo dei social media continuerà ad accelerare e dare forma al travel writing. Saper utilizzare Internet è ormai essenziale – sia per i nuovi sia per i vecchi scrittori – quanto saper scrivere bene.
ciao! ho letto con attenzione il tuo articolo e avrei un paio di domande..chi sono i massimi esponenti del New journalism? poichè non ne ho mai sentito parlare.. 🙂 e poi come hai selezionato i viaggiatori da inserire in questa cronistoria? grazie! buona giornata
Ciao Chiara! Ho preso spunto da un testo americano in cui mi sono imbattuta qualche gg fa. Ecco perchè forse il "New Journalism" non è molto noto in Italia. Tra gli autori principali Tim Wolfe e Truman Capote, giornalisti che hanno portato alla nascita del "romanzo-reportage". Puoi trovare ulteriori informazioni qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Nuovo_giornalismo Ciao!
Ciao Claudia, bella cronistoria. Secondo te Tiziano Terzani può essere accomunato al new journalism? Certo l'alfabetizzazione ha portato ad una maggiore divulgazione e disponibilità di fonti per i viaggiatori…pensare che Marco Polo era analfabeta… e il web ha fatto il resto… Grazie
Ciao Barbara e grazie per il tuo commento! Assolutamente, penso che Tiziano Terzani sia l'esempio perfetto di "New Journalism" (oltre che esempio di perfetto viaggiatore..). Dai tempi di Marco Polo le cose sono davvero cambiate all'enesima potenza, ma penso che ripercorrere gli "albori" della scrittura di viaggio sia affascinante. Magari si può scoprire che è utile anche per comprendere meglio quella attuale..
Basta, non ti leggo più se questa settimana mi svenerò in libreria, non ritenerti responsabile!
Dai, sono comunque soldi spesi bene… Meglio spenderli in libreria che in gioielleria! Grazie per tutti i commenti, mi fa davvero tanto piacere 🙂
Ciao e complimenti per questo articolo, che ho condiviso. Non è più comune, ormai, trovare una scrittura informata e nello stesso tempo elegante. Ho chiesto una notifica per i nuovi articoli e sarà un piacere seguirti
Mille grazie Francesca, mi fa molto molto piacere 🙂
buona giornata!