Ubud è un’ottima base da cui muoversi per esplorare Bali. Soggiornando a Ubud è infatti possibile andare e venire in giornata praticamente da e per tutte le principali zone dell’isola, eccezion fatta per la zona nord-occidentale di Bali (in quel caso è meglio che soggiorniate a Pemuteran o Lovina).
Dopo aver esplorato la piccola città di Ubud da sole subito dopo il nostro arrivo, ci siamo affidate ad una guida locale – il bravissimo Coco – per andare alla scoperta dei dintorni della città. Le cose da vedere sono davvero tante, occorre quindi pianificare e selezionare con cura.
Il nostro viaggio di scoperta comincia da Batuan, antico centro di potere fino al XVII secolo, appena fuori Ubud, dove visitiamo i templi gemelli Pura Peseh e Pura Dasar, due bellissimi templi che si trovano proprio l’uno di fronte all’altro. Qui si trovano delle statue bellissime e all’ingresso si trovano dei sarong a disposizione dei visitatori (ricordatevi di rispettare le regole dei templi induisti!).
Sempre poco distante da Ubud si trova Pejeng, antico centro di potere, famoso per i suoi maestosi templi: il Pura Pusering Jagat, dove le giovani coppie vengono a pregare per la loro fertilità, il Pura Penataran Sasih, dove si trova il tamburo bronzeo più grande del mondo, e il Pura Kebo Edan. Possiamo forse resistere alla tentazione di visitare un tempio che si chiama “Tempio del Bufalo Pazzo” (il terzo che ho nominato).
Sempre nei dintorni di Ubud, a Bedulu, si trova il maestoso tempio di Pura Samuan Tiga e soprattutto Goa Gajah, la famosa “Grotta dell’elefante”, meta immancabile di ogni viaggiatore a Bali. Ciò che però ci colpisce molto è un altro posto, lo Yeh Pulu: tra le risaie e la vegetazione incolta, in un luogo dimenticato da tutti e da tutto, c’è una lunga parete scolpita in quello che si ritiene essere un eremo della fine del XV secolo. La nostra guida deve lui stesso chiedere informazioni per arrivarci perchè non ci è mai stato. Siamo le uniche turiste. Siamo in un posto magico, dove si respira vera beatitudine.
Da lì ci spostiamo a Tampaksring per andare visitare il Gunung Kawi, uno dei più antichi e maestosi monumenti di Bali: in fondo ad una valle fluviale, tra antichi terrazzamenti di risaie, si percorre una lunga scalinata (di oltre 270 scalini) fino a degli antichi monumenti funebri scolpiti nella roccia. Il luogo è davvero suggestivo.
Altro luogo da non perdere è il Tirta Empui, antiche sorgenti sacre scoperte nel 962 d.C. a cui si attribuiscono poteri magici. Le acque delle sorgenti vengono raccolte in una grande vasca che alimenta una piscina per le abluzioni. I fedeli induisti vengono qui per depurarsi e pregare, ma anche i turisti sono ben accetti. L’acqua delle vasche in realtà era un pò freddina per farci il bagno ma almeno i piedi li bagniamo (sperando nel potere magico!).
Passando davanti ad un tempio abbiamo visto che fervono i preparativi per una cerimonia di cremazione ma dopo due giorni a Bali non abbiamo ancora avuto la fortuna di vederne una. Chi è stato a Bali dice che è praticamente impossibile non imbattersi in una cerimonia.. e anche la Lonely Planet lo ripete spesso. Ce la faremo a vederne una? Alla prossima puntata del racconto!