Qualcosa mi dice che se fossi nata vent’anni prima sarei stata una figlia dei fiori. Forse non avrei condiviso proprio tutti gli aspetti del loro stile di vita (magari avrei fatto a meno di funghi allucinogeni e sostanze non ben meglio identificate), ma sicuramente avrei condiviso la filosofia del viaggio. I viaggi in libertà, zaino in spalla e via, alla ricerca di mete lontane ed esotiche (soprattutto a est), posti tranquilli (ma non troppo), filosofie orientali.. gli hippie erano sempre pronti a mettere due vestiti in valigia e partire, spostandosi rigorosamente via terra e con un budget ridottissimo.
Ci sono alcuni posti del mondo che sono rimasti per sempre legati al movimento hippie e che rappresentavano mete obbligate nel viaggio dei giovani hippie verso est. Dall’Europa all’Asia, ripercorrendo idealmente l’antica Via della Seta, il vero viaggio per un hippie era l’Asia.
Istanbul
Zaino in spalla e pochi soldi in tasca, negli anni ’60 e ’70 ragazzi e ragazze attraversavano l’Europa in autostop fino a
Istanbul per poi proseguire in treno o in autobus verso il continente asiatico. Istanbul è ancora oggi una città incredibilmente piena di fascino e cultura. A cavallo di Asia ed Europa geograficamente e culturalmente parlando, l’antica Costantinopoli (o Bisanzio), è un
must anche per gli hippie del XXI secolo. Perdersi tra i profumi di spezie e tè nel Bazar delle Spezie, percorrere le stradine sali-scendi nel cuore storico di Sultanahmet, godersi il tramonto sul Bosforo, avventurarsi nella miriade di moschee della città è
un’esperienza che mi ha lasciato emozioni indelebili.
Da Istanbul i giovani hippie proseguivano in treno attraversando la Turchia e continuando in autobus in Iran, passando per Tabriz e Teheran fino a Mashad. Da lì superavano il confine afgano ad Herat, proseguendo nel sud dell’Afghanistan attraverso Kandahar per giungere a Kabul, varcando il Passo Khyber per giungere in Pakistan, ed infine toccando Rawalpindi e Lahore fino al confine indiano.
Goa
La più memorabile esperienza di viaggio per gli hippie era l’India, e in particolare Goa. Questo piccolo stato indiano affacciato sulla costa occidentale era il paradiso degli hippie, che si davano appuntamento in massa sulle sue spiagge. Al tempo degli hippie qui si praticava l’amore libero, il nudismo ed era permesso qualsiasi tipo di droga. Oggi le cose sono un pò cambiate: Goa è diventato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dell’Unesco, sono spuntati villaggi turistici e la sua biodiversità è protetta. La sua atmosfera “figli dei fiori” sembra però immutata. Si va a Goa per le belle spiagge, la natura, gli edifici dell’epoca coloniale portoghese, la cucina indiana che si sposa con quella occidentale.
Katmandu, Nepal
Dall’India i giovani hippie passavano il confine e si dirigevano verso il
Nepal, in particolare Katmandu, dove si fermavano anche per mesi (fino alla scadenza del visto). Il nucleo storico della città risale per lo più al XVII secolo e si contano centinaia di templi induisti (il più importante è
Pashupatinath, sulle rive del sacro fiume
Bagmati) e buddisti. Qui si dice che ci sia la più grande concentrazione di edifici a carattere religioso del pianeta. Katmandu era una sosta obbligata per i seguaci del movimento hippy. Interessante in proposito è
“La lunga strada per Kathmandu” di Luigi Guidi Boffarini.
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By Greg Willis, via Wikimedia Commons
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Tracce hippie sono ancora ben visibili a Hikkaduwa in Sri Lanka, Sihanoukville in Cambogia o Koh Panghan in Thailandia.
E voi? Quale è la vostra meta hippie?
Mamma mia quanto vorrei andare in Nepal.. Devo aggiungerlo alla lista 😀 per il resto, non ho mai pensato ad un viaggio sotto l'ottica "hippie" ma..bella idea! 🙂
Ti aspetto sul mio blog!
Marika
http://www.gate309.com
Ciao Marika e benvenuta! Ebbene si, negli anni '70 si parlava proprio di "hippie Trail" per indicare il viaggio degli hippie verso Katmandu. Peccato davvero non aver potuto esserci…! Però chi c'è stato dice che si respira ancora l'atmosfera hippie. 🙂
Sto incominciando a raccontare iul mio viaggio in India (rigorosamente via terra) nel 1975.
http://porcelli.eu/il-viaggio-in-india-negli-anni-70/
Nel ’75? Che meraviglia, bello!