Lo chiamano “Terra meridionale delle tenebre”, “Terra meridionale del cipresso”, “Terra meridionale delle quattro vie d’accesso”, i suoi abitanti semplicemente “Terra del drago“. È il Bhutan, il piccolo stato situato alle pendici meridionali dell’Himalaya orientale.
Appena 47.000 Km2 di superficie, soli 650.000 abitanti, il regno del Bhutan è uno degli stati più piccoli del continente asiatico, stretto tra Cina, Tibet e India.
In equilibrio tra preservazione delle tradizioni e modernità, i giovani bhutanesi sono connessi sui social network ma terminano la loro giornata con una preghiera tradizionale per i loro dei protettori. Moderni edifici in cemento sono inframezzati dai colori e dall’arte del vecchio Bhutan.
Ecco un possibile itinerario attraverso il piccolo regno del Bhutan partendo da Paro Dzong, dove si trova l’unico aeroporto internazionale del paese.
Paro Dzong
Il viaggio è spettacolare già prima di essere scesi dall’aereo: la discesa sull’aeroporto di Paro, nella cornice delle montagne dell’Himalaya, offre esaltanti viste su vette affascinanti, come la Jumolhari e la Jichu Drake.
Un ottimo primo suggerimento per cominciare la visita di Paro è cominciare dal Museo Nazionale (Ta Dzong), perfetto per un’introduzione al patrimonio culturale del Bhutan.
Paro è una cittadina davvero pittoresca. Le sue case sono coloratissime e qui si trovano anche i più importanti dzong (fortezze) del paese. Imponenti e regali, sono il simbolo dell’architettura bhutanese, un affascinante mix di bellezza e funzionalità. Per i bhutanesi questi impressionanti capolavori architettonici richiamano alla memoria i tempi dell’antico Bhutan, in cui ebbero origine legge, armonia, pace e autorità.
C’è il Rinpung Dzong, il principale della città che si affaccia sulla bellissima Valle di Paro, risalente al XVII secolo e ricostruito nel 1907 con lo stesso stile architettonico. Attualmente è la sede del distretto, guidato da un amministratore e un corpo amministrativo di 200 monaci. Molte scene de Il Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci sono state girate proprio qui. C’è il Kyichu Lhakhang, risalente al VII secolo e uno dei più antichi, il Drukgyel Dzong costruito per arginare gli invasori tibetani e distrutto da un incendio nel 1950. E poi c’è il più famoso, il Takshang o Tiger’s Nest (Tana della tigre), luogo simbolo di tutto il Bhutan.
Oltre a essere uno dei luoghi più famosi del Bhutan, il Taktshang è considerato uno dei luoghi più sacri di tutto il Buddismo. Si racconta che Guru Rimpoche, colui che fondò il Buddhismo nei paesi himalayani, giunse qui su una tigre e restò in meditazione in una caverna per tre mesi. Sul luogo della caverna fu costruito il monastero di oggi. Taktshang è un importante luogo di pellegrinaggio e ritiro da più di 1.200 anni. Il monastero si trova abbarbicato in cima a un’alta rupe che sovrasta la valle di Paro, a 2.900 m di altezza. Per raggiungerlo è necessaria una camminata di circa 4 ore, tra cascate, stupa, luoghi di preghiera e meditazione. La vista dalla sommità è impareggiabile.
Thimphu
Da Paro si riparte alla volta di Thimphu (a circa 50 km), la capitale e la città più popolata del Bhutan. Lungo il tragitto è d’obbligo una sosta al Tempio di Ta-chhoggang e al ponte sospeso del XIV secolo, al monastero Tashichho dzong per saperne di più su religione, governo e monarchia bhutanese (è la sede del governo dal 1952), il Museo Tessile Nazionale e il Buddha Point (Kuensel Phodrang) dove si trova una grande statua del Buddha seduto che guarda sulla valle.
A Thimphu si trova anche la Motithang Takin Preserve, la riserva naturale del Takin l’animale simbolo del Bhutan, che si crede sia stato creato dal Lama Drukpa Kinley e il National Memorial Chorten consacrato alla memoria del terzo re. Merita una visita anche il mercato locale di Norzin Lam, sulla riva del fiume Chu, dove acquistare anche manufatti dell’artigianato locale.
I monasteri di Dechenphu, Tango e Cheri e il palazzo di Dechenchoeling, residenza ufficiale del Re, si trovano nella parte nord della città. Il monastero di Tango è particolarmente suggestivo: è raggiungibile in 45 minuti a piedi. È un importante posto di meditazione e vita monastica, dove è possibile interagire con i monaci e vedere come si svolge la loro vita.
Una curiosità: Thimphu è l’unica capitale del mondo dove non esistono semafori. Qualche anno fa le autorità locali hanno provato a installarne alcuni, ma hanno divuto toglierli perchè la popolazione si è lamentata dicendo che erano troppo impersonali.
Punakha
In viaggio verso Punakha si transita per il Passo Dochula, che rende omaggio al quarto re del Bhutan con i suoi 108 stupa. Questo è anche un punto panoramico ottimale per fare foto sulle montagne circostanti. Altra sosta consigliata anche al Chhi-Med Lhakhang, il tempio della fertilità. A Punakha aspetta il maestoso Punakha Dzong, residenza invernale del Bhutan’s Central Monk Body. Situato alla confluenza die fiumi Pho Chhu e Mo Chhu, è spesso soggetto a inondazioni.
Qui, a marzo, si svolge il Punakha Tshechu Festival, un festival di colori e danze con maschere molto vivaci. Le danze in maschera rappresentano diverse manifestazioni di Guru Rinpoche. Le danze vengono eseguite da monaci vestiti con abiti di broccato coloratissimi accompagnati da canti e letture di scritti del Buddha. Questo festival fornisce una fantastica opportunità di interazione con i locali.
Bumthang
Durante il viaggio verso il distretto di Bumthang si può visitare lo storico Trongsa Dzong e il Ta Dzong che ospita oggetti utilizzati dalla dinastia Wangchuk. Si continua valicando il Passo Yotongla (3425m), per discendere la valle del Chumey. Sono quattro le valli del distretto di Bumthang: Chumey, Choekhor, Tang e Ura. La città più importante della zona è Jakar, centro della valle del Choekhor, dove si trova il Jambay Lhakhang, uno dei monasteri più antichi del paese e il Kurjey Lhakhang, uno dei posti sacri più importanti, dove Guru Rinpoche lasciò il suo corpo impresso sulla caverna mentre stava meditando.
Mebar Tsho („lago ardente“) si trova lungo la strada per il villaggio di Tang, nelle vallate di Bumthankg. Secondo la leggenda Pema Lingpa ebbe una visione di un tesoro nascosto nel lago ai piedi della valle da Guru Rimpoche nel XV secolo. Questo lago è considerato uno dei luoghi più sacri del paese ed è luogo di pellegrinaggio per i bhutanesi. La zona è molto bella anche per andare alla scoperta dei villaggi rurali.
Phobjikha: la valle delle gru dal collo nero
Da Jakar, dove si trova lo dzong più grande del paese (Jakar Dzong) ci si sposta verso Phobjikha. La prima fermata è al Gangtey Gompa, una scuola monastica costruita nel 1613, la più grande del Bhutan occidentale. Infine la valle di Phobjikha, una valle di origine glaciale la cui peculiarità è la presenza della rara specie delle gru dal collo nero, che lascia gli altipiani tibetani per trascorrere qui l’inverno. Per i locali queste gru sono il simbolo di fedeltà e lunga vita.
L’occasione perfetta per visitare il Bhutan è il workshop fotografico organizzato da Trips for Photographers (http://www.trips4photographers.com/) dal 4 al 14 marzo, in concomitanza con il Punakha Tshechu Festival.