È stato per caso che mi sono trovata a visitare Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, nel 2010. Una città decisamente non turistica, una grande metropoli africana commistione di popoli e di razze, capitale di un paese di straordinarie attrattive naturalistiche.
L’aereo che doveva riportarmi in Malawi per la mia seconda volta era in esorbitante ritardo. Conseguenza: coincidenza persa e sosta forzata di un giorno ad Addis Abeba. Che si fa un giorno intero ad Addis Abeba? Di certo non si sta chiusi in hotel, ma si va a esplorare la città!
In fondo il bello dei viaggi sta anche in questo: gli imprevisti possano portarci a fare delle esperienze insolite e interessanti. Molto probabilmente se non avessi perso la coincidenza non avrei mai avuto la possibilità di visitare la città di Addis Abeba.
Diciamocelo, Addis Abeba non è una di quelle città in cui ci si va apposta. Eppure visitarla è stata un’esperienza interessante. Forte ma interessante. Curiosa.
L’hotel messo a disposizione dalla compagnia aerea è un 4 stelle, ma 4 stelle secondo i canoni etiopi, non di certo europei. Niente acqua calda, bagno decrepito, stanza misera e spoglia. Il panorama visto dall’alto dell’hotel multi-piano è alquanto desolante: edifici in costruzione semi-abbandonati (i ponteggi del cantiere sono semplici rami storti), cani randagi e desolazione. Siamo a circa 2.200 metri, sul grande altipiano della Rift Valley, ai piedi del monte Entoto.
Visto che l’hotel non ha nessun comfort con cui consolarsi, chiamiamo un taxi e ci facciamo accompagnare in giro per la città. La prima tappa è al mercato, uno dei più grandi di tutta l’Africa: ci sono bancarelle di generi alimentari, venditori di polli (penosamente tenuti per le zampe, a testa in giù), vestiti usati, un pò di tutto. Gli unici turisti in circolazione siamo noi. L’aria che si respira non è molto tranquilla; in mezzo alla folla dei locali non passiamo di certo inosservati (la zona pullula di borseggiatori a quanto dicono).
Ci trasferiamo al Museo Nazionale, una delle attrattive princiapli della città. Qui è conservata una copia di Lucy, ominide della specie Australopithecus afarensis ritrovata ad Afar, nella zona nord-orientale dell’Etiopia, nel 1974. Il ritrovamento di Lucy è stato un momento memorabile per la storia della paleontologia, la dimostrazione del fatto che già 3,18 milioni di anni fa, la specie umana era eretta e camminava sugli arti inferiori. L’ipotesi di Charles Darwin e Alfred Russel Wallace aveva trovato conferma: la specie umana ha avuto origine in Africa.
Ad Addis Abbeba non mancano anche edifici religiosi interessanti, come la Cattedrale di San Giorgio o la Cattedrale della Santa Trinità. Ce ne stiamo per un pò nel suo ampio cortile a guardare con curiosità la vita della città e dei suoi abitanti.
Ad Addis (come viene chiamata in gergo) convivono un’ottantina di nazionalità diverse, ci sono comunità islamiche, cattoliche ed ebraiche che vivono a stretto contatto. È anche una città di contrasti: impossibile non notare lo stridente contrasto tra i palazzoni e le distese di baracche. Povertà e ricchezza, modernità e antichità creano un mix interessante.
ciao io faccio scalo u giorno ad addis abeba . invece di stare chiuso in aeroporto dalle 7 del mattino alle 23 della sera, mi consigli di fare un giro fuori in città?.
In caso è meglio andare a piedi o pagare un taxi privato e farsi portare in giro?
Ciao Fabrizio
Ciao Fabrizio! Ti direi che fai bene perché anche io preferisco uscire per andare a vedere la città piuttosto che stare chiusa in aeroporto 7 ore. Sappi però che serve il visto (lo rilasciano anche all'arrivo in aeroporto ma costa 20 dollari) e due fototessera. In caso decidessi di visitare la città ti consiglio di farti portare in giro da un taxi (che ti dirà anche in quali zone è meglio andare e in quali no). Fammi sapere cosa decidi di fare!