L’antica città fortificata di Ait-Ben-Haddou è uno dei luoghi più rappresentativi (e più fotografati) del Marocco. Non a caso è stato scelto per le riprese di numerosi film, da Lawrence d’Arabia a Gesù di Nazareth fino a Il gladiatore.
Ma nonostante sia una meta decisamente turistica (se potete andateci la mattina presto), consiglio di non perderla per nulla al mondo. Perché? Perché è un posto magico.
Ait-Ben-Haddou è uno kasbah, un antico villaggio fortificato costruito su un fianco di una collina, vicino al letto prosciugato (cioè un wadi) del fiume Ouarzazate. Arrivarci è facile perché si trova lungo la strada che dal deserto va verso Marrakech.
Ad Ait-Ben-Haddou – Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – ci sono arrivata la sera tardi, quando era ormai già troppo buio anche solo per poterla intravedere. La curiosità era forte; avevo visto delle foto bellissime di questo posto.
La mattina faccio colazione in fretta ed esco dal nostro riad già prima delle otto; non voglio perdermi la visita di Ait-Ben-Haddou con il primo sole della mattina. Attraverso la strada, percorro una viuzza tra le case, arrivo ad un ponte e finalmente lo vedo: eccolo. È una giornata splendida, il cielo è terso, il sole brilla e accende di colore la kasbah sulla collina.
Mi avventuro da sola tra le sue vie, sul punto più alto solo un paio di turisti che scatta foto. Sono rimasti in pochi a vivere nella kasbah; ci sono più che altro piccoli negozi che vendono tappeti e qualche souvenir. Le piccole botteghe si stanno animando, i venditori stanno portando fuori i tappeti da esporre.
Salgo anche io sul punto più alto del colle: di fronte a me si estende la pianura, qualche palmeries, alle mie spalle le montagne. Sarà che è ancora presto, la folla dei turisti non è ancora arrivata, c’è silenzio .. sembra di essere tornati indietro nel tempo, ad un’epoca ancestrale.
Sto scendendo dall’alto della collina quando mi imbatto in un artigiano fuori dalla sua bottega: sta dipingendo su dei cartoncini, seduto su un piccolo sgabello. Non è un artigiano qualunque: Houcine realizza acquerelli con colori naturali. Usa lo zafferano per il giallo, l’indaco per il blu, il tè e il whisky per i marroni e gli ocra. Resto incantata a guardarlo dipingere. Infine fissa i colori passando una fiamma sul retro del cartoncino. I suoi acquerelli sono delle piccole opere d’arte originalissime.
Ait ben Haddou in quel momento, con il sole, così poca gente, con i suoi colori intensi mi colpisce molto. Mi sbizzarisco a fotografare ogni suo dettaglio, da ogni angolazione, il colore arancio delle case di fango e l’azzurro del cielo fanno un contrasto pazzesco.
Mi offrono un tè alla menta – a cui non posso di certo dire di no – e faccio ancora un giro ma ormai è tempo di andare. Marrakech mi aspetta.
posto molto bello, visto in inverno con meno folle è sicuramente più magico, perché pare sia davvero molto frequentato (io ci sono stato in gennaio). Curiosità: il giochetto degli asini lo han fatto anche con voi? C'era acqua nel fiume, nemmeno tanta, e ci han convinto ad attraversarlo con l'asino, pagando andata e ritorno. Naturalmente al ritorno c'erano altri traghettatori e abbiamo ripagato… Marocco 🙂
Ciao Patrick! Infatti, mi sono ritenuta molto fortunata di averlo visitato in inverno con praticamente nessuno in giro. A quanto pare è sempre affollato di turisti (mi è andata bene!). No, nessun asino..anche perchè il fiume era completamente asciutto 🙂 Mi è andata bene anche in quello allora!
Anche a me è piaciuta tantissimo la Kasbah, regala delle immagini splendide 🙂
Ciao Marika! In che periodo ci sei stata? Io l'ho vista in una giornata di sole e i colori erano davvero fantastici. Bellissima!
Non vedo l’ora di visitare anche io questo bellissimo villaggio, sarò lì a novembre! E spero di incontrare anch’io Houcine coi suoi acquerelli. Se così fosse, gli porterò un saluto 😉
Ciao Angela,
grazie per il tuo messaggio!
Chissà se Houcine c’è ancora… io ci sono stata nell’ormai lontano 2013! Se così fosse portagli i miei saluti! 🙂