Fino agli anni ’80 ci andavano solo scienziati ed esploratori. Oggi sono 30.000 le persone che lo visitano ogni anno. Navi da crociera partono quasi ogni giorno da Ushuaia, in Argentina, con rotta verso il continente più meridionale e giovane (è stato scoperto meno di 200 anni fa) della Terra: l’Antartide.
Ultimamente sembra che l’Antartide abbia conquistato l’interesse di un numero sempre crescente di turisti. Anche la Lonely Planet l’ha inserita tra le mete consigliate per il 2014 mettendola addirittura al secondo posto, subito dopo il Brasile, e definendola come “l’avventura della vita”. Forse per seguire le orme degli avventurieri del passato? Quest’anno, tra l’altro, ricorre il centenario della partenza della sfortunata spedizione Nimrod guidata da Ernest Shackleton, che tentò di attraversare il continente antartico.
Mah.
Avere voglia di scoprire sempre nuovi posti e lasciarsi incuriosire da mete insolite è una buona cosa, ma forse non stiamo esagerando? Forse non ci stiamo facendo prendere un po’ troppo la mano dalla smania di viaggiare e vedere posti diversi a tutti i costi, con il rischio di danneggiare ambienti che invece andrebbero preservati?
Ricordiamoci infatti che l’Antartide e i suoi ghiacci hanno un compito fondamentale nell’equilibrio climatico-ambientale della Terra; ogni variazione della calotta si ripercuote sull’equilibrio termico di tutto il pianeta, sulla circolazione degli oceani, dell’atmosfera e sul livello del mare.
Non lo so, forse io sono un po’ prevenuta perché, in quanto amante dei paesi caldi, per me l’Antartide resta l’anti-viaggio per eccellenza. Comunque, visto che non si dovrebbe giudicare senza sapere, ho cercato di raccogliere informazioni per capire come si svolge un viaggio nel continente antartico (insomma, cosa si va a fare).
La città di partenza è in genere Ushuaia, capitale della Terra del Fuoco, in Argentina. Esistono spedizioni di diversa durata; si va da un minimo di 5-7 giorni ad un massimo di 20-30 giorni per le spedizioni che includono anche la traversata atlantica (!). I costi sono parecchio elevati (difficilmente troverete a meno di 3.000/4.000 euro per 3/4 giorni di spedizione).
Nel caso delle spedizioni brevi in genere si visita la Penisola Antartica, attraversando Capo Horn e lo Stretto di Drake fino a raggiungere le Isole Shetland meridionali, quindi si rientra in aereo o sempre in nave. Le spedizioni più lunghe si spingono fino alle isole sub-antartiche delle Falkland e della Georgia Australe, fino a raggiungere il circolo polare Antartico.
Il programma delle crociere in Antartide non è fisso, ma può cambiare in base al tempo e al numero di ghiacci presenti in mare. Durante la crociera vengono effettuate delle soste dove possibile e vengono organizzate attività quali immersioni subacquee, kayak, workshop di fotografia, camminate con ciaspole, escursioni in gommone tra gli iceberg, whale-watching. C’è anche la possibilità di passare una notte in tenda a terra, tra i ghiacci.
Prima dello sbarco dei turisti lo staff tecnico delle navi da crociera (veri e propri esperti) effettua sopralluoghi e verifiche delle condizioni atmosferiche e dei ghiacci. Ai turisti è chiesto il rispetto di severe regole di comportamento. L’ambiente è particolarmente ostile e soggetto a scioglimenti di ghiacci o crolli improvvisi, quindi non ci si può avventurare da soli. Prima di ogni sbarco è necessario disinfettarsi i piedi.
Le vere attrattive di queste escursioni sono gli avvistamenti degli animali: balene, foche, uccelli ma soprattutto loro, i pinguini, le vere star del continente antartico. Le uniche forme di vita che abitano la terraferma in Antartide sono invece batteri (questo è l’ambiente più inospitale del pianete). La particolarità è che gli animali antartici – diversamente da tanti altri habitat – non sono affatto timidi, anzi, sono veramente curiosi. L’incontro classico, il più atteso da ogni turista è quello con i pinguini. Attenzione però: anche se non hanno paura non ci si deve mai avvicinare a meno di 3 metri.
Se siete particolarmente amanti dei pinguini programmate la vostra spedizione in Antartide a novembre: questo è il periodo migliore per osservare i loro rituali di corteggiamento. La stagione dei pulcini va invece da febbraio a marzo.
Tutte le 30 navi da crociera che solcano le acque del continente antartico devono rispettare le rigide direttive stilate dall’IAATO (Indipendent Association of Antarctic Tour Operator). Prima di prenotare la vostra crociera verificate che anche il vostro tour operator le rispetti.
Ciao Claudia, davvero interessante. Avvo pensato di includere questa crociera nel mio viaggio attraverso Bolivia, Cile ed Argentina in programma per il prossimo inverno. Io credo che prima di tutto i rischi che corre l'ambiente siano dovuti ai nostri comportamenti oltre che al numero di persone. Prima di tutto bisognerebbe comportarsi con responsabilità e rispetto, non solo in antartide, ma avunque e soprattutto nella vita di tutti i giorni 🙂
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Ciao Martina.
Non fraintendermi, non ce l'ho con chi va in Antartide. Dopo aver visto però un documentario su una crociera di questo tipo mi è venuto spontaneo farmi delle domande: questa smania di vedere ogni angolo della Terra e cose sempre diverse non sta diventando eccessiva?
Sono una appassionata di spedizioni antartiche, per me l'Antartide è il sogno di una vita. Per arrivarci ci sono modi alternativi alle crociere, per esempio con una nave cargo. Ma ovviamente è molto più complicato.
Ah, la sfortunata spedizione di Shackleton di cui quest'anno ricorre il centenario è la Endurance, non la Nimrod. La spedizione Nimrod partì nel 1907 ed andò piuttosto bene, in confronto alla drammatica Endurance 🙂
Ciao Claudia, grazie per il tuo commento. Spero che altre soluzioni per arrivarci siano meno "impattanti" sull'ambiente di quanto ho visto in quel documentario (che mostrava in cosa consiste una crociera in Antartide). Questo mio post non vuole comunque essere un'accusa, ma una riflessione generale. Il documentario in questione mi ha fatto riflettere molto: è giusta questa nostra voglia di arrivare ovunque e non tralasciare nessun angolo della Terra o forse piuttosto sarebbe meglio fare delle rinunce per amore dell'ambiente?
Non ho inteso questo tuo post come un'accusa, e lo spunto di riflessione è interessante. Puoi darmi info sul documentario? Mi piacerebbe vederlo 🙂
Dovrebbe essere questo qui: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7dc33a23-9243-4189-9d5a-bf381dc6f21f.html
grazie mille!
Prego!
Io sono d'accordo col tuo punto di vista, però è anche vero che vittima del turismo non sono solo terre incontaminate ancora poco esplorate ma tutte le destinazioni nessuna esclusa! Secondo me basterebbe viaggiare con un po' più di buonsenso, e rispetto, sia per l'ambiente che per le culture autoctone. Anzi, più che basterebbe, penso sia indispensabile ….
Ciao Pam, ben trovata anche qui. Certo, bisognerebbe avere un comportamento responsabile nei confronti di ogni ambiente della terra. La mia voleva essere una riflessione un po' più generale, che riguarda tutti (me inclusa) sulla voglia di andare a scoprire posti inesplorati e "incontaminati": è davvero giusto voler vedere per forza tutti gli angoli del mondo, anche quelli più reconditi, sapendo che questo porterà a uno sconvolgimento dei delicati equilibri ambientali?