C’è un aspetto che accomuna più di tutti le mete del sud-est asiatico, dalla Thailandia alla Cambogia fino a Bali e zone limitrofe: la tipologia di viaggiatori. Per lo più sono viaggiatori zaino in spalla, che vivono un’esperienza fai da te e hanno chiare influenze hippie.
C’è un’espressione – che fino a poco tempo fa non conoscevo ma che secondo me rende benissimo l’idea – che identifica queste destinazioni: il “Banana Pancake Trail” (detto anche “Banana Pancake Circuit”).
Il percorso del banana pancake in realtà non ha una precisa collocazione geografica, ma è più che altro una metafora (azzeccata) che si riferisce ai posti del sud-est asiatico prediletti dai turisti occidentali, posti che hanno cercato di venire incontro ai gusti occidentali.
Il pancake alla banana, ovvero una semplice crêpe farcita con pezzi di banana, è in effetti l’elemento chiave onnipresente, che si trova nelle guest-house e nei caffè di Bangkok, ma anche a Siem Reap, Phnom Penh, a Bali e alle isole Gili: è la classica colazione offerta ai turisti occidentali e il perfetto snack quando si ha voglia di qualcosa di dolce. Immancabile.
Impossibile non trovarlo: in ogni baretto locale, anche il più modesto e spartano, se ti trovi in una di queste località stai pur certo che lo troverai. Nel mio tour su e giù per Bali, passando di guest-house in hotel, a colazione partiva il toto-scommessa: “Come sarà il pancake oggi?”. In effetti esistono anche altre varianti (all’ananas o alla papaya), ma il pancake per eccellenza non può che essere lui, quello alla banana.
Durante i miei viaggi in terra asiatica mi sono accorta che molti dei viaggiatori che trovi a Bangkok o a Siem Reap, a Gili Trawangan o a Ubud, hanno spesso delle costanti:
- viaggiano in libertà;
- non sanno cosa sia la valigia, viaggiano solo con lo zaino (sono i cosiddetti “backpacker”);
- la Lonely Planet è la normale estensione della loro mano;
- sono infradito-dipendenti;
- preferiscono le guesthouse locali agli hotel di categoria;
- si muovono prevalentemente con i mezzi locali
Questi sono gli hippie dell’età moderna. Affezionati da sempre alle terre asiatiche, gli hippie trovano nel sud-est asiatico il massimo: costo della vita economico, bellezze naturali, ritmi rilassati, popolazione locale ospitale. In quanto amanti delle filosofie orientali, beh, sono nel posto giusto.
Così come la via della seta o il Gringo Trail in Sud-America, anche il Banana Pancake Trail non identifica un percorso univoco e non ha una definizione geografica specifica, ma include alcuni dei luoghi migliori (e più frequentati) del Sud-est asiatico: Goa e Varanasi in India, Hanoi, la Baia di Halong e Hoi An in Vietnam, Sihanoukville e Siem Reap in Cambogia, Bangkok (soprattutto la zona intorno a Khao San Road), le isole di Ko Pha Ngan e Ko Phi Phi in Thailandia, ma anche Vang Vieng in Laos, Penang, le isole Perhentian e la Melacca in Malesia, Bali, Lombok e le isole Gili in Indonesia.
Per molti il Banana Pancake Trail parte da Bangkok per poi spostarsi in Cambogia passando da Siem Reap (la città nei pressi di Angkor Wat), la capitale Phnom Penh e la zona del delta del Mekong. A questo punto si raggiunge Ho Chi Minh City (la vecchia Saigon), Hue o Hanoi in Vietnam. Altri viaggiatori si dirigono verso nord, verso i villaggi delle tribù del nord della Thailandia, e da qui raggiungono Luang Prabang e Vang Vieng in Laos.
Come cucinare il Banana Pancake
In realtà preparare un banana pancake è molto semplice. Al mio ritorno da Bali, presa dalla nostalgia, mi sono messa a cercare in rete la ricetta. Ecco come cucinarlo:
- Unire farina, zucchero, lievito in polvere e sale.
- In una terrina a parte unire un paio di uova, del latte, olio vegetale (olio di cocco sarebbe l’ideale) e le banane tagliate a rondelle sottili.
- Unire i due composti; la pastella diventa abbastanza grumosa.
- Far riscaldare una piastra o una padella leggermente unta a fuoco medio.
- Versare la pastella sulla piastra, utilizzando circa 1/4 di del composto per ogni frittella.
- Cuocere finché le frittelle saranno dorate da entrambi i lati, quindi servire calde.
Ahaha non lo sapevo! A parte che domani provo la tua ricetta del pancake sembra facile 🙂 Mi piace molto lo stile del viaggiatore "hippie" dell'età moderna 🙂 peccato che per me siano degli eroi…io dopo due giorni con lo zaino in spalla mi viene una cervicale che nemmeno ci voglio pensare! Ma mi è venuta voglia di partire
Ciao Alexandra! Anche per me è stata una rivelazione questo "Banana Pancake trail", ma in effetti la definizione è azzeccata. 🙂 Il pancake alla banana lo si trova ovunque (e in tanti casi è l'unica cosa commestibile che si trova a colazione in questi posti). Fammi sapere come esce il tuo pancake!