Se mi chiedete quale è il viaggio più bello che io abbia mai fatto, io vi risponderò all’istante, senza esitazione: il mio viaggio nei parchi della Tanzania del nord, nel 2007. Semplicemente meraviglioso.
Meraviglioso è questo paese, immenso e selvaggio, con una natura incredibile e paesaggi struggenti, che ti emozionano e ti restano dentro. Per sempre. Se – come me – amate la natura, gli animali e i grandi spazi aperti, andateci. Se non siete mai stati in Africa, la Tanzania è il posto perfetto per la vostra “prima volta” in Africa.
Il mio viaggio nella Tanzania del nord comincia da Arusha e dal suo piccolo aeroporto. Il mio primo contatto con l’Africa avviene qui: l’aria è limpida e tersa, il sole scotta ma il caldo è secco e sopportabile. In quel momento ho la sensazione di essere nel posto giusto: là mia dimensione è qui. Anche se sono a più di 6.000 km da casa, dall’altra parte del mondo, nel mio primo grande viaggio intercontinentale, mi sento tranquilla come non mai.
Il tempo di recuperare il bagaglio che fuori già ci aspetta la nostra guida e il nostro autista che ci accompagneranno per tutta la settimana.
Si parte subito. In poco tempo lasciamo le strade asfaltate ed entriamo nel parco del Tarangire.
È quasi il momento del tramonto, sono passate poche ore dal nostro arrivo e già vediamo i primi animali: impala, struzzi e un gruppo di babbuini (che sembrano starsene seduti in cerchio ad ammirare il tramonto). Questo è anche il parco con la maggiore concentrazione di baobab, che non manchiamo di fotografare. Qui vediamo elefanti, giraffe, babbuini e uccelli coloratissimi.
Lasciato il Tarangire ci spostiamo verso la zona del Lago Manyara, proprio ai piedi della scarpata della Rift Valley, non lontano da Mto wa Mbu. Il lago e la zona circostante costituiscono l’area protetta del Lake Manyara National Park. Dal nostro lodge vediamo il lago dall’alto: uno spettacolo meraviglioso.
Si passa dalla savana alla vegetazione lacustre, per poi trovarci ad attraversare una foresta, tra gruppi di babbuini che si spulciano in gruppo ed elefanti che ci bloccano la strada. Questo è anche il paradiso per gli amanti dei birdwatching: come è possibile che questi uccelli siano così colorati (e invece i nostri sempre grigi?).
Nel suo romanzo Verdi colline d’Africa, Ernest Hemingway racconta il suo safari nel parco del Lago Manyara che descrive come “il più bel lago di tutta l’Africa“. Non faccio fatica a crederlo.
Un lungo percorso in jeep ci porta fino all’ingresso del più famoso dei parchi tanzaniani, il parco del Serengeti. Ci sembra di aver coperto una distanza lunghissima, ma guardando la nostra posizione sulla mappa ci sembra di esserci spostati di pochissimo: in realtà è la Tanzania a essere molto vasta e le distanze smisurate.
Lo spazio e il tempo sono dilatati all’ennesima potenza. Lì, nel mezzo della savana, fuori dalla civiltà, hai la percezione chiara che il tempo non esiste (da quel momento ho smesso di portare l’orologio). L’orizzonte ampio, come appare all’equatore, si apre quasi all’infinito sopra la savana. Qua e là, in mezzo al nulla, spuntano dei rilievi rocciosi – gli inselberg – che sembrano essere stati messi lì da qualcuno. Tutto questo è di una bellezza incredibile.
È nel Serengeti che facciamo l’incontro tanto atteso, quello con i leoni. Ma anche con zebre, gnu, bufali, sciacalli, giraffe, ghepardi, iene. Ci sono proprio tutti. Un gruppo di avvoltoi spizzica i resti di un povero bufalo, un branco di elefanti ci attraversa la strada camminando diligentemente in fila, una famiglia di facoceri ci guarda con curiosità.
E il cielo? Vogliamo parlare del cielo? Il cielo è azzurro e macchiato da nuvole che sembrano di latte, irreali, quasi a sembrare finte. La terra rossa, il giallo e il verde della savana, il blu del cielo: come si fa a non innamorarsene?
All’interno del Serengeti si trova anche un’area molto suggestiva, il sito archeologico delle Gole di Olduvai. Qui, in questa valle scolpita dall’acqua e dal vento sono stati ritrovati alcuni dei più antichi fossili di ominidi. Tutto ad un tratto capisci: i primi uomini sono partiti da qui prima di espandersi nel mondo; non stupisce che tornandoci ci si possa sentire “a casa”. Tutto torna.
Il nostro safari è un crescere di emozioni: gli ultimi giorni di safari ci portano nella Riserva naturale di Ngorongoro, un antico cratere vulcanico che ospita un habitat straordinario.
La concentrazione di animali che si trova qui è davvero eccezionale: racchiuse tra le ripide pendici del cratere, molte specie vivono qui in un isolamento pressoché totale rispetto al territorio circostante. Così ci tocca spegnere il motore e aspettare che zebre e gnu, che pascolano beatamente insieme, si decidano a spostarsi. Qui, all’alba, assistiamo all’accoppiamento del leone. Vediamo il raro rinoceronte bianco, elefanti, zebre, ippopotami…
Posti del genere ce ne sono pochi al mondo. Ngorongoro è come un’arca di Noè, che protegge e racchiude specie straordinarie. Un luogo talmente bello ed emozionante da commuovere.
Deve essere stato un viaggio memorabile! 🙂
Ciao Silvia e benvenuta! 🙂
Dici bene, è stato un viaggio incredibilmente bello, il mio primo viaggio in Africa e non esagero se dico che mi ha cambiato la vita (in meglio). L'Africa sa fare anche questo 🙂
Mamma Africa ha dei poteri.. più di qualunque altro continente!
Non vedo l'ora di farmi stregare *.* AMO AMO e AMO gli animali e non vedo l'ora di scoprirli qui!
Elisa se ami gli animali la Tanzania è il paradiso! Un viaggio in Africa cambia la vita