Non tutte le isole sono uguali. Ci sono isole che diventano affollate mete di vacanzieri a caccia di luoghi trendy e sulla cresta dell’onda e isole più solitarie, appartate, che conciliano la pace, dove si fa vera vita di mare e la natura la fa padrona. Marettimo appartiene a questa seconda categoria.
Insieme a Favignana e Levanzo, Marettimo costituisce il piccolo arcipelago delle Egadi, tre sparute isole al largo della costa trapanese, incastonate in un mare bellissimo. Marettimo è la più piccola e la più selvaggia e per questo secondo me la più affascinante.
In vacanza a Favignana, mi sono concessa un assaggio di Marettimo andandola a scoprire per una giornata. Raggiungerla è facile: le isole Egadi sono ben collegate e poco distanti; la si raggiunge in circa un’ora di aliscafo e un’ora e mezza di nave da Favignana.
Se siete abituati a percorrere le isole in lungo e in largo, da un capo all’altro, sappiate che a Marettimo non potete farlo. Le strade sono limitate al piccolo centro abitato, in prossimità del porto, che si estende per un’area di 200 metri per 300. I 700 abitanti sono concentrati in pochi metri quadrati di stradine e vicoli bianchi. Quindi niente auto (evviva!), si va a piedi: l’isola è disseminata di percorsi e sentieri, che vale la pena percorrere perché la vegetazione di Marettimo è davvero straordinaria.
Marettimo è molto più verde e rigogliosa della vicina (e brulla) Favignana, grazie ad un clima del tutto particolare. Staccatasi dalla terraferma diversi millenni prima delle altre Egadi, ha sviluppato una vegetazione tutta sua. Sull’isola si trovano specie endemiche come il Cavolo delle Egadi e la finocchiella di Boccone, timo selvatico (a cui, secondo alcuni, l’isola deve il suo nome), boschi di leccio e arbusti tipici della macchia mediterranea.
Trekking
Ci si può avventurare anche lungo i percorsi che portano sul punto più alto dell’isola, il Monte Falcone, che raggiunge quota 686 metri. L’itinerario parte dal centro del paese attraverso una mulattiera che raggiunge le Case Romane, ruderi di antichi insediamenti romani, per poi proseguire lungo un percorso a zig-zag sul dorso della montagna.
Dopo una sorta di passo ci si ritrova sul versante occidentale dell’isola, da cui si ha una bella vista sui torrioni dolomitici solcati da profondi valloni verdeggianti che scendono verso il mare. Seguendo la freccia rossa si arriva alla cima (il tutto in circa 2 ore e mezza). Nelle giornate limpide la vista a 360° spazia sul mare e sulle isole vicine.
Le grotte
L’isola va esplorata anche (e soprattutto) con un periplo in barca: Marettimo è famosa per le sue grotte, in tutto 400 grotte tra emerse e sommerse. Imperdibili sono la Grotta del Cammello (che deve il suo nome ad uno scoglio a forma di cammello), del Tuono (per via dei suoni prodotti dal mare al suo interno), del Presepe (le sue stalagmiti e stalattiti ricordano le forme del presepe), la Perciata (cioè “bucata”, con rocce quasi levigate) e la Bombarda (per via del caratteristico soffio che si produce quando le mareggiate arrivano al suo interno).
Le spiagge
Ci sono spiagge di ciottoli alle pendici del promontorio di Punta Troia, vicino all’ansa di Scalo Maestro e piccole calette sabbiose raggiungibili solamente via mare. Splendide sono Cala Bianca e Cala Nera. Le acque sono cristalline ma il mare è subito profondo e soggetto a forti correnti, quindi serve prudenza.
Sulle coste incontaminate e selvagge di Marettimo sono stati avvistati anche esemplari di foca monaca del Mediterraneo, riavvistati anche nel corso del 2013 (si dice che sia la Grotta del Cammello la loro zona prediletta).
Immersioni
Marettimo è molto amata anche dagli amanti delle immersioni. E non a caso: le acque delle isole Egadi si trovano all’interno dell’Area Marina Protetta delle Egadi, la riserva marina più grande d’Europa. Le acque cristalline sono godibili appieno anche facendo snorkeling.
I siti migliori per le immersioni sono quello di Punta S. Simone (una delle più belle ma impegnativa), presso la Grotta del Cammello, nei pressi della punta di Bassana dove si apre l’imboccatura di una grotta con un fondale sabbioso e la zona vicino a Punta Libeccio, dove si trova un relitto del ‘600 a 15 metri di profondità.
Il fascino di Marettimo è aumentato dalla sua affascinante storia. L’antico toponimo greco significa “isola sacra” e pare che le antiche popolazioni che la abitarono (tra cui anche i Fenici) le attribuivano un carattere di sacralità. Secondo i sostenitori della “teoria trapanese” dell’Odissea, ad opera di Samuel Butler, Marettimo sarebbe la vera Itaca, la patria di Ulisse. A Marettimo venne firmato anche un importante trattato tra Romani e Cartaginesi.
Durante il periodo normanno sulla punta nord-occidentale dell’isola venne eretto il Castello di Punta Troia, in eseguito usato anche dagli spagnoli come punto di avvistamento e carcere. Ancora in uso in epoca borbonica, vide recluso anche il patriota Gugliemo Pepe, poi liberato da Garibaldi.