Non so voi, ma a me capita quasi sempre che già prima di mettere piede in un posto ho alcuni luoghi in particolare che mi ispirano più di altri. Chiamatele ispirazioni, chiamatele fissazioni, ma fatto sta che questi luoghi mi chiamano e io ci devo assolutamente andare.
Nella maggior parte dei casi l’ispirazione è giusta e questi luoghi mi conquistano. Nel caso di Parigi è successo con Montmartre.
Perché Montmartre è così speciale
Montmartre è un famoso quartiere di Parigi situato sulla collina più alta della città, nel 18° arrondissement. Il suo nome deriva dal latino Mons Martis (Monte di Marte), poi trasformato in Mont des Martyrs (Monte dei Martiri) in riferimento alla leggenda secondo cui San Dionigi, primo vescovo di Parigi, sarebbe stato decapitato proprio su questa collina nel III secolo. Oggi Montmartre è noto per la sua atmosfera bohémienne, le stradine pittoresche e la celebre Basilica del Sacré-Cœur.
Montmartre un tempo si trovava al di fuori dei confini della città, era libera dalle tasse e gli affitti erano particolarmente bassi. A partire dalla fine dell’1800 divenne il centro dell’intrattenimento della Belle Époque; cominciarono a sorgere locali, bordelli e cabaret, alcuni dei quali entrati poi nel mito, come il Moulin Rouge, il Moulin de la Galette o Le Chat Noir (il gatto nero è diventato il simbolo di Montmartre).
Montmartre divenne quindi in quegli anni un forte luogo di richiamo per borghesi a caccia di emozioni, ma anche artisti e intellettuali rifugiati da tutta Europa, molti dei quali decisero di trasferirsi a vivere proprio a Montmartre.
Nacquero amicizie e si intrecciarono legami molto forti tra artisti di tutti i generi che incoraggiò il fiorire di nuovi stili in pittura, letteratura e musica. Dibattiti sulle nuove correnti artistiche, filosofiche e letterarie si svolgevano ai tavolini dei caffè di tutta Montmartre.
Quando nel 1919 l’americana Sylvia Beach aprì la sua libreria Shakespeare and Company sulla Rive Gauche (esiste ancora oggi e si trova nel quartiere latino), cominciarono ad arrivare anche artisti inglesi e americani come Hemingway, Joyce, Miller e Fitzgerald.
Opere considerate troppo esplicite o all’avanguardia nei loro paesi di provenienza, furono pubblicate per la prima volta proprio a Parigi (fu la Beach a pubblicare ad esempio l’Ulisse di Joyce per la prima volta).
Quando visitare Montmartre
Il momento migliore della giornata per visitare Montmartre è senza dubbio il primo mattino, quando le sue stradine acciottolate non sono ancora invase dai turisti, i bistrot si stanno preparando ad aprire e i parigini escono per andare al lavoro.
Io ho cominciato la mia perlustrazione che non erano neanche le nove di mattina. C’era pace e tranquillità nell’aria, le condizioni ideali per cercare di immaginarsi come doveva essere Montmartre nei primi del Novecento, quando era frequentata da Hemingway, Picasso e Modigliani.
Cosa vedere a Montmartre
La Basilica del Sacre Coeur
La mia visita non può che cominciare dal Sacre Coeur, la grande basilica bianca che svetta su tutta la collina di Montmartre (chiamata “Butte” dai suoi abitanti).
L’ingresso alla basilica è gratuito (a pagamento l’ingresso alla cupola e alla cripta). Gli interni sono semplici ed essenziali. La basilica sorge sul punto più alto di tutta la città; la vista che si può godere dal suo sagrato – che spazia su tutta la Parigi sottostante – è davvero uno spettacolo.
La Chiesa di St. Pierre de Montmartre
Dal Sacre Coeur mi sposto a St. Pierre de Montmartre, la piccola chiesetta lì accanto, una delle più antiche di Parigi oltre che uno dei pochi esempi di arte romanica in città. Piccola e raccolta, con una splendida navata del XII secolo, è un vero gioiellino e un luogo veramente intimo.
La chiesa sorge sui resti di un tempio gallo-romano dedicato a Marte o Mercurio, risalente al VI secoloe vicino al luogo del martirio di san Dionigi e dei suoi compagni nel III secolo. La costruzione dell’edificio attuale iniziò nel 1133 e fu consacrata nel 1147 da papa Eugenio III.
Durante la Rivoluzione Francese subì gravi danni. I restauri furono realizzati solo tra il 1899 e il 1905, e dal 1923 la chiesa è riconosciuta come monumento storico di Francia.
Place de Tertre
Dalla chiesetta di St. Pierre in pochi passi si arriva in Place de Tertre, perfetto richiamo per i turisti: qui si concentrano la maggior parte dei bistrot e dei negozi di souvenir di Montmartre. È ancora presto e i ritrattisti stanno cominciando solo ora a preparare tele e colori. Di lì a poco la piazza si riempirà di vita. Un consiglio spassionato? Andateci la mattina presto, prima che potete!
Il Museo di Montmartre
Scendendo Rue de Mont Cenis si può assaporare il fascino della vecchia Montmartre. Girando a sinistra in Rue de Cortot si trova il Museo di Montmartre che conserva cimeli del periodo fin de siècle. A fine ottocento, nell’edificio seicentesco che ospita il museo vivevano molti artisti, tra cui i pittori Dufy e Renoir.
Le collezioni permanenti raccontano la storia della “Butte”, la collina di Montmartre, dai suoi celebri atelier, come il Bateau-Lavoir e l’atelier Cortot, fino all’atmosfera vivace dei suoi storici cabaret, tra cui il Lapin Agile e il Moulin Rouge. Una sala è interamente dedicata al Cancan francese, mentre un’altra riproduce il suggestivo Teatro delle Ombre, elemento distintivo del famoso cabaret Chat Noir. Ogni anno, il museo ospita tre mostre temporanee.
Da non perdere i giardini del museo: portano il nome di Auguste Renoir, che vi abitò tra il 1875 e il 1877. Durante il suo soggiorno, l’artista realizzò alcune delle sue opere più celebri, tra cui Bal du moulin de la Galette, La Balançoire e Le Jardin de la rue Cortot.
I vigneti di Montmartre
Proseguendo lungo Rue de Saules, sulla destra si trova ciò che resta degli ultimi vigneti di Montmartre. La vendemmia si tiene il primo sabato di ottobre; i circa 284 litri di vino prodotti ogni anno vengono battuti all’asta e il ricavato va in beneficenza. Trovare vigneti qui può sembrare strano, ma in realtà fino agli anni ’20 del XX secolo la Butte era ricoperta da vigneti.
La Maison Rose
Sulla sinistra rispetto ai vigneti spicca una pittoresca casa rosa, proprio “da cartolina”. La Maison Rose è oggi un ristorante ed è famosa per essere stata immortalata dal pittore Maurice Utrillo.
I punti di interesse proseguono: scendendo lungo Rue de Saules, subito dopo i vigneti c’è il leggendario Lapin Agile, il cabaret un tempo frequentato da Picasso e Modigliani.
Allées des Brouillards
A questo punto basta risalire verso Rue de l’Abrevoir per imbattersi nella misteriosa Allées des Brouillards. Qui, tra giardini in fiore e palazzi ottocenteschi ha vissuto anche il pittore Renoir.
Scendendo verso l’Avenue Junot e Rue Lepic, tra le viuzze, si incontra anche il famoso Moulin de la Galette (anch’esso è oggi un ristorante) protagonista di vari dipinti di Renoir. È uno di pochi mulini rimasti a Montmartre.
Il Bateau-Lavoir
Girando a destra giù per Rue d’Orchampt, si arriva al numero 13 di place Émile-Goudeau. Qui agli inizi del ‘900, Picasso, Max Jacob e altri vivevano nel Bateau-Lavoir, un vecchio magazzino trasformato in un complesso di alloggi molto spartani (mancavano sia il gas sia l’elettricità). Qui Picasso dipinse Les demoiselles d’Avignon e Gaugain andò a viverci al rientro dal suo primo viaggio a Tahiti.
La cosiddetta “Banda Picasso” era piuttosto rumorosa; spesso si radunavano la sera per cantare, ubriacarsi o leggere poesie (nel 1909 Picasso scriverà col gesso sulla porta del suo studio “Qui è il luogo d’incontro dei poeti”). Altre sere si trasferivano presso Le cabaret des assassins, oppure Au Lapin Agile a pochi passi da casa. Verso la mezzanotte, quando chiudevano i locali, la banda tornava a piedi lungo le stradine di Montmartre facendo baldoria lungo tutto il percorso; e Picasso, che possedeva una rivoltella che portava sempre con sé, amava segnalare il suo ritorno a casa sparando un colpo in aria che innescava le inevitabili invettive dei vicini; altre volte richiamava l’attenzione sparando un colpo al suo risveglio.
Il cinema Studio 28
Le sorprese non sono ancora finite. Proseguite lungo Rue Durantin, quindi verso Rue Tholozè e girate a sinistra. Al numero 10 c’è il cinema Studio 28. Praticamente un pezzo di storia del cinema.
Qui, nel 1930, venne proiettato per la prima volta il mitico L’Age d’Or di Luis Buñuel, che non venne accolto proprio nel migliore dei modi: il pubblico imbrattò lo schermo con uova e inchiostro.
La zona di Rue des Abesses è il posto ideale per concludere la perlustrazione a piedi nella vecchia Montmartre. Per concludere, come veri artisti, approfittatene per fare una pausa in un cafè.