Da malata di viaggi quale sono il mio verbo preferito non può che essere uno: “andare”. Riflettendo sulle modalità dell’andare, mi sono accorta che sono davvero tante le possibilità di spostamento e i mezzi di trasporto che si posso utilizzare, sia per viaggiare sia per spostarsi tutti i giorni. Ci sono tanti diversi modi di “andare”.
Di mezzi di trasporto ne ho passati in rassegna diversi, ma ce ne sono alcuni che ho da sempre nel cuore e che restano (e resteranno sempre) i miei preferiti.
Lunghe percorrenze: aereo vs treno
Vi rivelo una cosa: l’aereo non è tra i miei mezzi di trasporto preferiti. Nonostante per tutti i viaggiatori sia sinonimo di viaggio per eccellenza (soprattutto di viaggio oltreoceano), se potessi ne farei volentieri a meno. Ma quando la distanza geografica da coprire è notevole e il tempo a disposizione limitato, lo prendo, ma non faccio salti di gioia.
L’aereo non mi piace per il fatto che mi costringe a stare seduta per gran parte del tempo e non mi dà la libertà di movimento che vorrei. Inoltre il tempo trascorso tra check-in, metal detector e attese varie mi snerva. Non soffro di mal d’aereo e non mi fa paura prenderlo, ma le turbolenze e il mal di orecchie (quando capitano) mi stanno proprio antipatici.
Come racconta anche Kapuściński in Ebano, una volta l’aereo non c’era e i grandi spostamenti avvenivano via terra o per mare; a volte servivano anche mesi per raggiungere una destinazione, ma si poteva vedere il paesaggio, il clima, la cultura assumere progressivamente una forma diversa con i propri occhi, dando anche modo di abituarsi al cambiamento un po’ per volta. Oggi con l’aereo si arriva direttamente a destinazione e ci si perde tutto quello che c’è nel mezzo.
Io invece amo il treno. L’ho sempre pensato e più passa il tempo, più viaggio e più ne sono consapevole. Mi piace la libertà che concede il treno. Il treno è l’esatta antitesi dell’aereo per molti versi: non hai limitazioni sul peso o sul contenuto dei bagagli, niente check-in, niente coda ai controlli (che in effetti non ci sono). Sì ok, il bagaglio te lo devi portare sempre con te, magari è pesante e lo devi mettere nelle cappelliere, ma se proprio sei in difficoltà puoi sempre trovare qualcuno ti aiuta.
Se viaggi in treno puoi arrivare in stazione anche pochi minuti prima della partenza e hai libertà di movimento. Sul treno puoi leggere, spostarti, camminare in santa pace quando vuoi (non hai i vincoli della cintura di sicurezza, evviva!). Leggere sul treno è sempre meglio che leggere in aereo: qui le turbolenze non ci sono mai.
E poi la cosa che preferisco: in treno il paesaggio ti sfreccia davanti e lo vedi mutare chilometro dopo chilometro, metro dopo metro, come in un film. Può essere uno spettacolo per gli occhi quello che vedi dal finestrino. Ah dimenticavo, e poi il treno inquina anche molto ma molto di meno!
La mia preferita di sempre: la bici
Il mio mezzo di trasporto preferito in assoluto è la bicicletta. Praticamente ha solo pregi e nessun difetto (secondo me). Prima di tutto fa bene alla salute: irrobustisce i muscoli, fa bene alla circolazione, non inquina e viene incontro al mio bisogno di libertà e di contatto con la natura. Io adoro la mountain-bike perché mi permette di uscire dai vincoli imposti dalle strade per andare a scoprire sentieri e percorsi nella natura. Una vera e propria scoperta, lontano dall’asfalto, dalle macchine, dalla routine. A me pedalare piace proprio tanto.
Appena ne ho l’occasione sperimento la bici anche in viaggio: ho affittato la bici anche a Kos (nonostante il vento), a Favignana (nonostante il caldo), a Bali (nonostante le salite). Se vado in un posto vicino porto la mia di bici e mi avventuro.
Unico neo con la bici: la mancanza di piste ciclabili (almeno dalle mie parti). Se solo ce ne fossero di più potrei sostituire molto più spesso l’auto con la bici nei miei spostamenti quotidiani (e in quel caso potrei anche risparmiare sulla benzina, il che non sarebbe male).
Un mezzo di trasporto inaspettato
Le mie gambe. Ebbene sì, l’anno scorso ho sperimentato per la prima volta il viaggio a piedi. Ho camminato per 3 giorni consecutivi lungo il Cammino di Oropa, nel biellese, e ho scoperto una dimensione nuova e inaspettata. Si fa fatica a macinare chilometri su chilometri per tutto il giorno, ma si impara ad apprezzare il territorio, i piccoli incontri, ci si mette a confronto con i propri limiti. La scoperta più piacevole è stata quella legata al tempo: camminando il tempo scorre lento e placido, la vita smette di essere frenetica. Le giornate appaiono più lunghe e piene, quasi più appaganti.