Ci sono dei luoghi in cui arrivi per la prima volta ma hai la sensazione di esserci già stato. In qualche modo (in una vita precedente?), tu conosci già quel posto.
A voi è mai capitato? A me è capitato un paio di settimane fa, quando ho visitato per la prima volta Cortona, piccola cittadina della Valdichiana, in provincia di Arezzo.
“Mi è così familiare! Come è possibile?” è la mia prima domanda mentre risalgo la collina lungo la placida salita tortuoseggiante che porta in cima, dove si trova il borgo antico di Cortona.
Entra aria fresca dal finestrino, cosa strana per essere a fine giugno, ma i caldi raggi del sole mi scottano il braccio. Condizioni climatiche perfette per la mia esplorazione della città.
Lascio la macchina non lontano da Piazza Garibaldi, uno degli accessi principali della città, dove la vista spazia sulla campagna sottostante e sbircia il Lago Trasimeno appena in lontananza.
Cortona è conosciuta per la sua architettura medievale, le sue strade strette e i suoi tesori rinascimentali. Prendo Via Nazionale (la vecchia “Ruga Piana”, il Cardo di epoca romana), l’unica strada pianeggiante del borgo. Ho fatto solo pochi passi ma mi è già chiaro perché Diane Lane in Sotto il sole della Toscana, il film tratto dal romanzo del 1996 di Frances Mayes, sceglie di stabilirsi a vivere a Cortona e qui iniziare una nuova vita. Cortona mi sta già affascinando.
Essere qui a quest’ora della giornata – il campanile ha appena suonato le nove – è una scelta perfetta. Le saracinesche dei negozi si stanno alzando, il profumo di pane appena sfornato è nell’aria, i residenti stanno uscendo per andare al lavoro. La calma e la tranquillità sono nell’aria.
Come è tipico dell’aretino (Arezzo è famosa per la sua Fiera dell’Antiquariato), sono tanti i negozi di antiquariato che rapiscono il mio sguardo. Mappamondi antichi, fotografie in bianco e nero e lampade Liberty fanno capolino dalle vetrine dei negozi. Sono rapita.
Pochi passi e mi trovo in una delle più belle piazze su cui si sia posato il mio sguardo: è Piazza della Repubblica, la piazza principale di Cortona. Mi serve del tempo per ammirarla con calma, così mi siedo su una panchina, proprio di fronte alla torre del Municipio, simbolo della città, che risale al XV secolo.
La fondazione di Cortona resta avvolta nella leggenda. Virgilio, nell’Eneide, la chiama “madre di Troia e nonna di Roma”. Originariamente città umbra, venne conquistata e ampliata dagli Etruschi (che la chiamarono Curtun) e infine divenne colonia romana. Parte delle mura di epoca etrusca sono ancora visibili oggi alla base delle mura attuali. Storia e arte sono nell’aria ovunque.
Mi accorgo di essere non lontana da un gruppetto di anziani, che chiacchierano fitto fitto tra di loro. Cerco di captare l’oggetto delle loro conversazioni.
Di cosa parleranno, degli italiani, concitatamente, una mattina di giugno durante i Mondiali di calcio e soprattutto all’indomani di una pessima partita dell’Italia? Di calcio ovviamente!
Ok, per me è tempo di andare.
Attigua a Piazza della Repubblica c’è Piazza Signorelli e qui, in questa bella piazza dove d’estate si tengono concerti e spettacoli, c’è il MAEC, il Museo dell’Accademia Etrusca, una vera istituzione a Cortona.
Ospitato all’interno di un bellissimo palazzo storico (Palazzo Casali), il museo raccoglie le testimonianze di epoca etrusca (spettacolare il lampadario etrusco) raccontando la storia e l’evoluzione della città. Il MAEC racconta allo stesso tempo anche un’altra storia, quella della nascita dell’Accademia Etrusca, un sodalizio di eruditi e appassionati di etruscologia nata nel 1700 in nome della storia e dell’amore per il territorio cortonese.
Da Piazza Signorelli si arriva spontaneamente al Duomo e al Museo Diocesano, con opere di Fra Angelico (tra cui l’Annunciazione e il Trittico di Cortona), Pietro da Cortona e Pietro Lorenzetti, solo per fare qualche nome. Dalla terrazza del Duomo si scorge un’altra particolarità di Cortona: il cimitero monumentale.
Se c’è una cosa che abbonda sicuramente a Cortona sono le chiese. Oltre al Duomo bellissime sono le chiese di S. Marco, S. Domenico, S. Cristoforo.. Nella Chiesa di San Francesco, con il caratteristico soffitto in legno, si trovano opere importanti, come la Natività di Raffaello Vanni, l’Annunciazione di Pietro da Cortona e alcune reliquie del santo: un saio, un cuscino (dove si dice Sa, Francesco morente posò il capo) e un evangelario.
La mia preferita è però la Basilica di Santa Margherita, in cima alla collina sopra il centro storico. Ci si può arrivare in macchina, ma il percorso più suggestivo è quello che si fa a piedi, risalendo lungo le mura da Piazza Garibaldi proseguendo poi lungo le cappellette della Via Crucis.
Il percorso è abbastanza impegnativo (sono circa 10-15 minuti in salita), ma nulla vieta di fare delle soste intermedie, soprattutto visto il panorama meraviglioso che si ammira lungo il tragitto (io ho passato il tempo a fare fotografie).
La basilica è altrettanto bella. Dedicata a S. Margherita, la patrona di Cortona, di epoca trecentesca ma ricostruita nell’800, contiene l’urna con i resti del corpo della Santa e tele datate a partire dal tardo ‘200.
Lo straordinario successo del libro Sotto il sole della Toscana ha contribuito non poco a far conoscere al mondo le bellezze della campagna e del borgo di Cortona, la sua forza evocativa, il piacere del vivere tra i colori, i profumi e i sapori della Toscana. Ma Cortona aveva cominciato ad attrarre visitatori già molto tempo prima.
Molte grandi personalità, visitatori e viaggiatori, già dal Medioevo, furono affascinate dalla bellezza di Cortona e ne diedero testimonianza nei loro scritti. La fama di Cortona risuona specialmente tra i letterati inglesi, come G. Dennis, che lasciò una pubblicazione chiave anche sull’arte etrusca e sui diari di viaggio di scrittori come D.H.Lawrence e H. James.