Si dice che l’imperatore cinese Chen Nung fosse così fissato per il rispetto dell’igiene che bevesse solo acqua bollita. Poi un giorno, nel lontano 2.737 a.C., mentre stava riposando all’ombra di un albero di tè selvatico, una leggera brezza fece cadere alcune foglie di tè nella sua tazza. La bevanda assunse un invitante colore ambrato. L’imperatore la provò e scoprì che la bevanda era deliziosa e regalava un’indicile sensazione di benessere.
I cinesi raccontano con questa leggenda la nascita dell’uso di bere il tè, una delle bevande più antiche della terra, diffusa in tutti i continenti ma originaria proprio dell’Asia.
Da amante del tè quale sono quando mi dissero che durante il mio viaggio in Malawi avrei soggiornato in una antica casa coloniale all’interno di una piantagione di tè ero eccitatissima (ero già carica di teina). I giorni passati tra le colline verde smeraldo di Blantyre – le cosiddette Shire Highlands – nel sud del Malawi, a fare visita ai lavoratori, a passeggiare tra i sentieri di terra rossa in mezzo alle piante da tè, a fare fotografie nella bruma dell’alba sono alcuni dei miei ricordi più belli.
Le piantagioni di tè furono introdotte in Africa a fine ‘800, per la prima volta proprio in Malawi, allora colonia britannica. Ancora oggi il tè è una delle principali risorse dell’economia del paese, tra i primi dieci produttori mondiali e secondo produttore africano dopo il Kenya.
Il momento più bello dei miei giorni trascorsi all’interno della piantagione di tè è stato quello dedicato al tea tasting, ovvero la degustazione del tè. Il luogo perfetto per farlo è stato il Satemwa Tea Estate, vicino a Thyolo, non lontano da dove soggiornavamo: 1.800 ettari, 83 piantagioni di tè e 200 di caffè, dove trovano lavoro (un lavoro umano e controllato) 2.000 persone, sia uomini sia donne, che da novembre ad aprile raccolgono in media 130 tonnellate di foglie di tè al giorno.
Al Satemwa non abbiamo solo degustato, abbiamo imparato ogni dettaglio sul tè e sulla sua lavorazione. Per prima cosa abbiamo visitato il laboratorio, dove vengono preparate le miscele di tè bianco, verde, nero e oolong, qualità e aromi diversi ma sempre a partire dalla stessa pianta.
Ma andiamo per ordine.
Il tè bianco
È uno dei tè più preziosi e ricercati, poco diffuso in Europa (dove spesso arriva solo in parte per i suoi prezzi proibitivi). Per produrlo vengono raccolti i germogli della pianta, prima della loro apertura, li si lascia appassire ed essiccare all’aria senza esporli direttamente a contatto con il calore e senza processi di fermentazione. Il risultato sono foglie dal colore quasi argenteo che danno un tè molto delicato e chiaro, leggero e con un notevole contenuto di antiossidanti.
Il tè verde
Le foglie del tè vengono raccolte e lasciare essiccare al sole ed esposte al vapore per far evaporare i residui d’acqua, quindi piegate in lunghezza e lasciate essiccare di nuovo finché non raggiungono la colorazione definitiva. È chiamato anche tè non fermentato perché le foglie non vengono sottoposte alla fermentazione e mantengono il loro colore originario. L’infuso che si ottiene ha un colore verde chiaro, particolarmente profumato e ricco di antiossidanti.
Il tè nero
È il tè a cui siamo abituati in Occidente: è il più forte e ricco di teina. Le foglie del tè in questo caso passano attraverso quattro fasi di lavorazione: l’appassimento, l’arrotolamento (quando sono ancora morbide, non le si deve spezzare), la fermentazione (le foglie vengono lasciate ad ossigenarsi per 3-4 ore in un luogo freddo e umido; il contatto con l’ossigeno fa colorare le foglie di rosso) e quindi l’essiccazione finale.
Il tè oolong
In questo caso le foglie di tè subiscono un processo di ossidazione più lunga, con infusi più corposi e scuri e dal sapore più intenso (il nome deriva dal termine cinese Wu long che significa “Drago nero”).
Ed eccoci infine alla degustazione: davanti a noi una serie di tè tra loro diversissimi, dal giallo paglierino al rosso intenso, aromi delicati e aromi amari (alcuni amarissimi). Almeno 20 aromi diversi da assaggiare, ognuno con il proprio cucchiaino, e da degustare. Con calma, perché come è noto il tè deve essere bevuto lentamente, con tranquillità, gustando ogni singolo sorso, in un momento meditativo e di benessere interiore.
Amo il té. Avevo provato quello bianco in Portogallo e mi era piaciuto molto, mentre non conoscevo l' oolong. E' diffuso qui in Italia?
Tè bianco coltivato in Portogallo? Ma dai, non lo sapevo! L'oolong non l'ho mai visto qui in Italia. La maggior parte delle persone pensa che il tè sia solo il tè nero 🙂
Non mi ricordo la provenienza del té. Dubito sia Portoghese. L'avevo semplicemente comprato lì 🙂
Mmmh, interessante 🙂