Giugno 2014. Di passaggio a Perugia approfitto di qualche ora in città per vedermi Sensational Umbria, non una mostra fotografica qualunque, ma un viaggio fotografico che un mostro sacro della fotografia come Steve Mc Curry ha dedicato all’Umbria. Installazione impeccabile, atmosfera intrigante, fotografie ovviamente meravigliose, esco dalla mostra con una gran voglia di perdermi a zonzo tra l’Umbria. Peccato non averne il tempo.
Settembre 2014. Passa qualche mese e grazie al progetto This is your Time vengo invitata a un tour tra Umbria e Lazio che mi porta alla visita di Orvieto e i suoi dintorni. Insomma, è destino che io ci torni e la mia voglia di riscoprire l’Umbria è stata ascoltata da qualcuno!
Il caso mi porta a Monteleone di Orvieto, in provincia di Terni, un piccolo borgo che, come scrisse lo storico Giuseppe Bolletti è “terra non grande, ma illustre e pregevole”.
Il borgo è piccolino, le vie pulite e ordinate, lastricate di sampietrini, le case in laterizio rosso, proprio come piacciono a me. Entriamo dalla porta nord, quella che è chiamata “torre mozza“, ed è subito una scarica di clic clic, come ce ne saranno molti durante quel pomeriggio.
A Monteleone è tutto un susseguirsi di dettagli curiosi e interessanti: la torre dell’orologio e il pozzo medievale, il belvedere sulla campagna sottostante e gli elementi architettonici delle case, le piante e i fiori che occupano le viuzze quasi il borgo fosse un salotto. Difficile da fotografare è l’atmosfera che qui si respira; una pace allegra e silenziosa, una calma piena e soddisfacente, che unita al sole e alla temperatura mite di metà settembre regala sensazioni solo positive e piacevolissime.
Il borgo di Monteleone di Orvieto ha anche i suoi piccoli vanti, come quello del teatro più piccolo d’Italia: il Teatro dei Rustici, costruito nel ‘700, ha posto solo per 96 persone ma è il teatro più accogliente che io abbia mai visitato. Qui ci accolgono per presentarci un altro grande vanto locale, l’olio d’oliva, che è talmente buono che qualcuno ha pensato bene di farne anche un gusto di gelato.
Passeggiamo tra le strade semivuote di Monteleone con piacere e curiosità e anche stupore, perché è come trovarsi in un film, con l’unica differenza che lo scenario è reale e il copione non è scritto. E’ con questi pensieri in testa che ci imbattiamo in alcune signore, abitanti del posto, placidamente sedute insieme a confabulare e che sono talmente belle che chiediamo loro il permesso di fotografarle. Permesso concesso.
Poco più in là un anziano, seduto accanto ad una vecchia Fiat 500 rossa, che è la sua, e che sembra messa lì apposta, ma non lo è. C’è una coppia che si ferma a raccontarci della vita nel borgo, solitaria e tranquilla, con cui non farebbero mai cambio. Ci sono i gatti (che da veri intenditori non potevano mancare in un posto come Monteleone), appollaiati sui muretti quasi fossero già in posa. Ci sono le bambine che giocano in strada e si fermano a scherzare con noi.
Io per un attimo mi sono sentita un po’ Steve McCurry. Non di certo per la qualità delle foto e per la maestria, ma per l’atmosfera, i soggetti e le sensazioni che un posto fino a pochi istanti prima sconosciuto e mia sentito mi ha regalato e mi saputo trasmettere.
Forse McCurry ha proprio ragione:
L’Umbria è un territorio speciale e unico al mondo, ricco di arte, cultura e prodotti autentici, un luogo impreziosito da paesaggi meravigliosi e memorabile ospitalità.