Mannaggia a me e alla mia voglia di pizza.
Una sera, mentre mi trovavo a Nha Trang, in Vietnam, decido di andare in un ristorante italiano (al massimo una volta al mese mi concedo una pizza). Saputo che sono italiana, il proprietario, carinissimo, mi fa sedere mio malgrado a un tavolo di turisti italiani (“Oh no!”).
Me tocca.
Davanti a me uno strano individuo, di mezza età, brutto e arrogante, che si vanta dei suoi viaggi e delle sue conoscenze di Sud-est Asiatico. A un certo punto si lascia scappare un “Ma in Laos non c’è niente da vedere”. Non l’avesse mai detto!
Il mio boccone di pizza mi va quasi di traverso. Mi blocco, lo guardo, sento il sangue ribollirmi nelle vene (a volte sono un po’ troppo sanguigna, lo so).
“Prego?”
“Dai, in Laos non c’è niente da vedere! Cosa c’è da vedere a Vientiane? Sono tutti templi costruiti di recente, non c’è niente di antico”.
So già che quella pizza finirà per essermi indigesta.
“Quindi secondo lei io sono rimasta un mese nel Laos del nord a grattarmi la pancia?”
Poi decido di lasciar cadere il discorso e rivolgo lo sguardo altrove, alla mia pizza e agli altri commensali. Dentro di me si è però innescato tutto un turbinio di pensieri e di domande: esiste davvero il bello assoluto? Esistono davvero dei posti “belli” e dei posti “brutti”, dei luoghi che vale la pena vedere e altri che non meritano la nostra considerazione?
Personalmente penso proprio di no. Io mi sono sempre definita una “relativista” e “tutto è relativo” è una delle frasi che mi potete sentire dire più spesso. Cioè io sono per il vivi e lascia vivere. Quello stesso luogo che per me potrebbe essere il più meraviglioso del mondo per qualcun’altro potrebbe essere il peggiore. Posso finire per innamorarmi di un luogo anche se non c’è una motivazione lampante, anche se è un luogo che a molti non piace (per inciso a me Vientiane è piaciuta molto).
Insomma, ognuno dovrebbe essere libero di assecondare i propri gusti e i propri sentimenti, indipendentemente dal fatto che luogo piaccia o non piaccia alla stragrande maggior parte del popolo dei turisti. In fondo è proprio quello il bello; se a tutti piacessero le stesse cose che gusto ci sarebbe?
Funziona secondo me come con le persone. Un giorno si incontra qualcuno, ce ne si innamora, ma anche senza una spiegazione logica, anche senza un preciso perché. Non deve esserci per forza un perché: quella persona mi piace. Punto. E’ qualcosa che si sente dentro.
Così è per i luoghi. Il “Ma cosa ci vai a fare lì?” è decisamente sbagliato, il “Non c’è niente da vedere” anche meno. A me quel posto mi può piacere, far sentire bene, trasmettere emozioni positive oppure posso detestarlo e sentirmi asfissiata anche se “tutti lo raccomandano”.
Secondo me non ci sono posti da vedere e posti da non vedere (e detesto quando qualche travel blogger scrive “Perché non andare a XX”), perché ogni luogo in fondo ha una sua essenza e una sua dignità e ogni luogo in sé merita di essere considerato e visto.
Spesso durante questo mi viaggio mi sento chiedere “Il posto X merita?“. E io non so rispondere. Forse perché da una a cui è piaciuta Vientiane quando invece tutti la bollano come noiosa e triste, non vorrei davvero portarli fuori strada (e mi viene anche il sospetto che io sia un po’ strana, almeno nei gusti).
Certo, ci sono dei luoghi per cui è più facile trovarsi d’accordo e dire all’unanimità “Questo è tra i posti più belli del mondo” (così come è più facile trovarsi d’accordo nell’affermare che Brad Pitt è un gran figo), ma anche lì possono esserci le eccezioni. C’è a chi non piace Roma o non piace New York, chi si annoia in Polinesia o chi non andrebbe per nessun motivo al mondo nella savana africana) o chi a cui non piace Brad Pitt (anche se faccio davvero fatica a crederlo).
De gustibus. Non si dovrebbe giudicare, soprattutto per non doversi lamentare che qualcun altro poi fa lo stesso con noi. Non giudicare i gusti degli altri e non averne a male se gli altri criticano i tuoi, altrimenti vuol dire che stai facendo lo stesso gioco.
Logico, per esprimere un giudizio si presuppone poi di conoscere almeno un pochino quello di cui si sta parlando. E se quel simpatico signore ha bollato il Laos come privo di interessi solo perché di passaggio a Vientiane, beh, forse avrebbe fatto meglio a stare zitto.
Ma forse non mi sarei dovuta arrabbiare tanto.
Vivi e lascia vivere (ohm ohm ohm).
Ti confesso che parlare male di un posto, usare gli stereotipi che riguardano un popolo, un luogo, un costume… mi dà grande … soddisfazione! I viaggi più belli sono quelli nei posti che non ti piacciono, così ne puoi dire davvero male. Se non è un tutto bello di qui, tutto bellissimo di là… Mi piace sbilanciarmi. Preferisco le guide come "La Guide du Routard" (specie quelle prima maniera, oggi purtroppo sono un po' più politically correct) in cui gli autori si esprimevano, eccome se non si esprimevano nelle loro simpatie ed antipatie alle più asettiche Lonely Planet. Chiaramente sono apertissima alle smentite, anzi forse così facendo me le vado proprio a cercare. Un peccato che ultimamente mi siano troppo spesso piaciuti i posti che abbiamo visitato, mi starò intenerendo con l'età. 😉
Davvero? Io no, sono per il politically correct. Nel senso, un posto mi può piacere o non piacere ma non mi piace condizionare con il mio giudizio le opinioni altrui. Ogni luogo ha parità dignità. E penso che soprattutto visto che abbiamo un blog non sia carino rischiare di condizionare negativamente le persone con i nostri giudizi personali.
Però, per citarti, ci sono pure "le descrizioni idilliache di LP" … e manco è bello descrivere un luogo come il più bello del mondo e accrescere smisuratamente le aspettative.. se ne parli male… ci si può solo trovare meglio. Non prendermi troppo sul serio che poi sono solo una Turista per Sbaglio 🙂
Assolutamente d'accordo. Dico che secondo me è giusto filtrare attraverso i propri gusti sottolineando che é il proprio giudizio e non dare giudizi assoluti.
ci sono posti da vedere e posti da rivedere, questa secondo me è la sottile differenza.
Osservazione interessante Cristian. Però sarai d'accordo con me che tutto è soggettivo.. 😉
certo che si, sono molto d'accordo con te in quasi tutto, sarà che abbiamo la stessa passione e che ho ho fame del mondo.
Mi piace l'espressione "avere fame del mondo" 🙂
Sono assolutamente d’accordo, il viaggio è un’esperienza individuale ed ognuno ha interessi diversi, e prova emozioni diverse. Credo infatti che piuttosto che viaggiare con qualcuno che non ha lo stesso tuo interesse per un certo luogo, sia meglio viaggiare da soli.
Alcuni esempi: una città che spesso sento bollata come poco interessante è Sofia che invece mi ha conquistato prendendosi un pezzo del mio cuore, non sono particolarmente attratto dalla Polinesia o da un viaggio nella savana, conosco ragazze a cui non piace così tanto Brad Pitt (forse perché preferiscono Orlando Bloom o Russel Crow).
No, non ti saresti dovuta arrabbiare tanto, altrimenti cosa dovrei fare io quando mi sento dire “cosa sei andato a fare in Bosnia?” o “non c’era un posto migliore della Bulgaria per un week-end?”.
Io faccio così: mentre dico “non immagini neanche quanto sia bella/o” mentre dentro di me penso (forse con un po’ di immodestia, lo ammetto…) “ma tanto, che ci capisce questo…” 🙂
Hai pienamente ragione Marco, su tutto. Non avrei dovuto arrabbiarmi tanto e infatti dopo quella volta ho imparato la lezione. Anche se può essere difficile trovare qualcuna che dice che Brad Pitt sia brutto (!), bisogna lasciare che ognuno esprima il proprio gradimento, a prescindere da quello che pensano gli altri o dalle mode del momento. Ogni posto è degno di essere visto secondo me 🙂