La maggior parte dei viaggiatori arriva in Laos da Chiang Rai, valica il confine tra Chiang Khong e Huay-Xai, prende la barca per Luang Prabang, fa una capatina a Vientiane e magari si ferma anche a Vanvieng e poi torna in Thailandia. Al massimo fa una deviazione a nord, a Luang Namtha, per fare trekking tra i villaggi delle etnie del nord o tuttalpiù si concede qualche giorno di navigazione lungo il fiume Ou, tra Muang Khua e Nong Khiaw (comunque consigliatissima).
Stop. E il sud del Laos dove lo lasciamo?
Il sud del Laos passa spesso un po’ in secondo piano tra i viaggiatori, ma a torto. Se avete tempo cercate di dedicare parte del vostro viaggio anche alla scoperta di questa zona del paese, molto diversa dal nord per certi versi (il clima, il paesaggio, l’atmosfera generale). Il Laos del sud per me è stato una gran bella scoperta e voglio darvi qui qualche indicazione su quello che potrebbe essere un itinerario di viaggio.
Io sono arrivata nel Laos del sud (dopo aver trascorso un mese nel nord del paese e aver viaggiato tra Vietnam e Cambogia), da Stung Treng, l’ultima città cambogiana prima del confine con il Laos. Da qui con un minivan per turisti (a Stung Treng ci sono un paio di uffici che vendono i biglietti ma nessun’ombra di mezzi pubblici) sono stata portata al confine. Sbrigate le formalità ho atteso che un altro minivan (con calma) venisse a prendermi per portarmi alla mia destinazione successiva: Don Det, nelle 4.000 isole.
Dopo cinque giorni in quel posto rilassato e meraviglioso che sono Don Det e Don Khon, ho deciso di fare una puntatina per vedere l’isola più grande, Don Khong (che però non mi ha esaltato).
Destinazione successiva Pakse, la città più grande e importante del Laos del sud. Qui ho noleggiato una moto e sono partita per tre giorni in esplorazione dell’Altopiano di Bolaven, una zona popolata di villaggi sperduti, cascate e soprattutto piantagioni di caffè, il motivo per cui è famosa la zona (il caffè prodotto da queste parti è considerato tra la varietà più pregiate al mondo). Il percorso da fare in moto è il cosiddetto Loop, un percorso circolare che ha una variante corta e una più lunga (270 km in totale).
Rientrata a Pakse ho deciso di puntare su Champasak, la vecchia capitale del regno fino all’arrivo dei francesi (che nel 1893 la trasferirono a Vientiane). Si fa fatica a credere che il re laotiano ha vissuto qui fino a trentanni fa.
In realtà Champasak è poco più che un villaggio lungo il Mekong, ma nei suoi dintorni c’è un tempio khmer bellissimo, il Wat Phu Champasak (che merita assolutamente una visita), un’atmosfera molto rilassata e delle sorprese molto charmant (una spa, un teatro delle ombre e un paio di hotel di charme).
Da Champasak sono tornata a Pakse (in sawngthew, il taxi collettivo, ci vuole meno di un’ora, costo circa 30.000 kip) e ho cambiato mezzo: prossima destinazione Savannakhet. Il bus costa circa 40.000 kip (60.000 per arrivare fino a Tha Khaek). Pochi turisti in giro e poche cose da vedere, ma atmosfera genuina con dei bei edifici coloniali e vista sul Mekong (unica raccomandazione: state attenti ai cani).
Un paio di giorni a Savannakhet e poi via, sempre in bus verso Tha Khaek. Anch’essa affacciata sul fiume e anch’essa con dei bei edifici coloniali. Molto più viva di Savannakhet e più frequentata dai viaggiatori, che arrivano qui per fare un altro famoso percorso circolare da fare in moto (ma i più temerari possono farlo anche in bici). Il giro si snoda tra visite a grotte e spettacolari pareti di falesie (molto frequentate dagli amanti del climbing).
Ridiscesa a Tha Khaek ho preso il lentissimo bus della linea pubblica per Vientiane (costo 60.000 kip, 80.000 quello VIP delle 9.15, circa sei ore di viaggio). Di ritorno nella mia cara Vientiane, ho fatto volentieri ritorno nei miei luoghi preferiti in città. I miei giorni laotiani sono arrivati al termine… Dopo un paio di giorni ho preso il treno notturno per Bangkok (partenza alle 6 pm e arrivo a Bangkok alle 6 am del giorno dopo; costo per un upper bed di seconda classe circa 220.000 kip).
E del mio magone nel lasciare il Laos per la seconda volta ne vogliamo parlare? Ve lo racconto la prossima volta.
Buon Laos a chi ci sta per andare!
che bello complimenti un viaggio favoloso
Ma grazie! Sì, in effetti lo è stato davvero 🙂
E’ una parte del mondo che consiglio a tutti!
Ciao, ho dei dubbi per quanto riguarda il visto di ingresso. Da come ho capito è possibile rientrare nel paese una seconda volta, ma c’è un numero minimo di giorni che deve passare prima di poter rientrare in Laos una seconda volta?
Ciao Ilaria, sì certo, c’è la possibilità di rientrare una seconda volta nel giro di breve, io stessa ho fatto così. Che io sappia non esiste un minimo di giorni prima di un nuovo visto.