Qui c’era la prima sede del Cotton Club, dove Duke Ellington attirava folle da tutto il mondo, ma anche l’Apollo Theater, dove fece il suo debutto Ella Fitzegerald. Qui nacque il charleston, il bepop e il lindy hop. Qui Charlie Parker, Miles Davis e Thelonius Monk lanciarono la tradizione delle jam session e i ragazzi di strada iniziarono a ballare hip hop. Qui Malcolm X arringò le folle (e sempre qui venne ammazzato).
Sto parlando di Harlem, il quartiere più settentrionale di Manhattan, a New York, da sempre luogo simbolo della vita culturale dei neri d’America. Trascorrere una mezza giornata percorrendo a piedi le sue vie è un’esperienza che consiglio a tutti.
La visita di Harlem può cominciare tranquillamente dalla zona di Morningside Heights, appena a ovest del quartiere vero e proprio di Harlem, dove si trova la Columbia University, la più antica università di New York, e l’imponente Cathedral Church of St. John the Divine, il più grande edificio di culto di tutti gli Stati Uniti (tuttora in costruzione), con la sua bella facciata in stile neogotico, la navata immensa e uno degli organi più potenti al mondo. La vostra passeggiata verso Harlem può cominciare proprio da qui, scendendo alla fermata della 116th-Columbia University o alla Cathedral Pkwy, sulla 110th.
Quindi si punta dritti a est: si attraversa il Morningside Park, scendendo dalle alture di Morningside Heights per percorrere la 115th fino all’incrocio con la Malcom X Boulevard, dove si trova un insolito mercato: il Malcom Shabazz Harlem Market. Intorno a questi isolati si concentra la zona di Little Senegal, popolata dagli immigrati dell’Africa occidentale, e in questo piccolo mercato recintato si vendono oggetti di artigianato, vestiti e tessuti di stile africano. Se volete farvi intrecciare le treccine siete nel posto giusto. A pochi passi di distanza non si può non notare la cupola verde della Malcolm Shabazz Mosque, la moschea dove Malcolm X, convertitosi all’Islam e assunto il nome di El-Haji el-Shabazz, teneva le sue prediche.
Camminando lungo la Malcolm X Boulevard ci si imbatte in numerosi venditori di vestiti, orologi, stampe, magliette e CD di musica jazz o r&b e non è difficile imbattersi in concerti improvvisati, in cui la musica black si sposa con i messaggi religiosi. Ancora più probabile è vedersi sfrecciare accanto grosse automobili da cui arriva musica r&b a tutto volume o vedere gruppetti di ragazzi fermi ad un angolo che ascoltano musica e accennano qualche passo di hip hop: benvenuti ad Harlem, nel cuore della cultura afro-americana, dove la musica la fa da padrone.
All’incrocio con la 120th si svolta a sinistra e si risale un’altra grande arteria di Harlem, che sarebbe la 7th Avenue ma viene comunemente chiamata Adam Clayton Powell Jr (dedicata al politico e pastore battista oltre che primo afro-americano ad essere eletto al Congresso). Cosa comune ad Harlem: molte vie sono state ribattezzate con nomi di personaggi illustri della cultura afro-americana.
All’incrocio tra la 125th e la Adam Clayton Ave si trova un importante centro della vita culturale di Harlem, lo Studio Museum (offerta consigliata 7 dollari, ingresso gratuito la domenica), con una piccola ma importante collezione di opere di artisti afro-americani, sia di pittura (tra cui Jacob Lawrence) sia di fotografia (tra cui James Van Der Zee). Nel centro si tengono anche dibattiti e proiezioni cinematografiche.
Girando a sinistra sulla 125th dopo pochi metri ci si trova di fronte a un altro mostro sacro, l’Apollo Theater. Nato come locale per soli bianchi, nel ’34 divenne la culla del migliore jazz made in New York. Qui si esibirono tutti i maggiori jazzisti e cantanti neri dell’epoca, da Duke Ellington a Luis Armostrong, Count Basie. Qui fecero il loro debutto niente di meno che Ella Fitzgerald, Jimi Hedrix, i Jackson Five e Lauryn Hill (uno spettacolo riservato ai talenti emergenti si tiene ancora ogni mercoledì sera). La programmazione attuale prevede concerti, spettacoli di danza e serate dedicate alla musica cubana e al jazz afrolatino. La visita al teatro è possibile se si è in gruppi di 20 persone (se siete da soli potete aggregarvi a un gruppo).
Se avete ancora voglia di camminare potete costeggiare il St Nicholas Park e risalire la St Nicholas Ave fino alla 138th, abbellita da case di fine Ottocento, famose per aver ospitato diverse celebrità dell’epoca d’oro di Harlem. Se è domenica potreste approfittare per andare alla Abyssinian Baptist Church per ascoltare il famoso gospel di Harlem. Se la coda è troppo lunga sappiate che si tiene un gospel service anche il mercoledì alle 19 (il servizio è più corto ma merita comunque).
La vostra giornata ad Harlem può proseguire random, passeggiando a caso tra le sue vie, tra pareti ricoperte di graffiti, curiosi venditori di oggetti di seconda mano, sempre con la musica black che fa da sottofondo. Per la sosta pranzo potete fermarvi in uno dei tanti ristoranti di Harlem che offrono soul-food, con piatti di fritture, come pollo e bistecca fritta e cracklins (cotenna di maiale fritta) che potete degustare al Sylvia’s Restaurant, al Red Rooster o all’Amy Ruth’s (famoso anche per i suoi waffles).
Se siete amanti del jazz Harlem non delude neanche ai nostri giorni. La scelta di locali è ampia: potete andare al Marjorie Eliot, dove ogni domenica alle 15.30 si tengono jam session di jazz gratuite, o al Paris Blues, con spettacoli di jazz live ogni sera dalle 20.30, o ancora al Ginny’s Supper Club, nel cui seminterrato fa scorrere alcool a fiumi ma anche buon jazz (famoso per il suo gospel brunch della domenica).