Ormai ci siamo, manca meno di una settimana al mio primo viaggio in direzione ovest ed è tempo di occuparsi degli ultimi preparativi. “Paese che vai usanze che trovi” è il caso di dire, perché anche per quanto riguarda l’organizzazione del viaggio e i relativi dettagli burocratici le cose possono cambiare molto da paese a paese.
Per una come me, abituata a viaggiare prevalentemente verso est, organizzare un viaggio negli Stati Uniti fa un po’ specie (ancora non riesco a credere che prenderò l’aereo in direzione “contraria” questa volta). Qui ho stilato le cose essenziali che ho scoperto e che penso sia importante sapere prima di mettere piede negli States.
Le procedure per entrare negli Stati Uniti sono rigide e scrupolose ed è essenziale verificare con anticipo che tutte vengano rispettate e che anche i nostri documenti siano adeguati: la prima cosa da controllare è il passaporto.
Passaporto valido
Per entrare negli Stati Uniti è necessario avere un passaporto in corso di validità (di almeno sei mesi, altrimenti è necessario rinnovarlo) che rientri in una di queste tipologie:
- Passaporto con microchip elettronico inserito nella copertina (rilasciato a partire dal 26 ottobre 2006);
- Passaporto a lettura ottica rilasciato prima del 26 ottobre 2005 e se, qualora rinnovato dopo i 5 anni, il rinnovo è avvenuto prima di tale data;
- Passaporto con foto digitale rilasciato fra il 26 ottobre 2005 e il 26 ottobre 2006
In sostanza l’unico passaporto non accettato è quello non a lettura ottica, di tipo vecchio, con fotografia incollata e dati anagrafici scritti in orizzontale (anziché in verticale come su tutti i passaporti nuovi). Tutti i passaporti nuovi, appena emessi, sono validi per gli Stati Uniti.
I nuovi passaporti – definiti “elettronici” – incorporano un microchip elettronico (ecco perché vengono chiamati “elettronici”) contenente i dati biometrici del titolare, con la fotografia del titolare riprodotta anche in alto a destra nella pagina; sulla copertina del passaporto si trova anche il simbolo del microchip.
ESTA
Dal 12 gennaio 2009 è possibile entrare negli Stati Uniti senza visto, usufruendo del cosiddetto Visa Waiver Program, richiedendo un’autorizzazione al viaggio di tipo elettronico, l‘ESTA (Electronic System for Travel Authorization) almeno 72 ore prima della partenza (ma è consigliabile richiederla con qualche giorno di anticipo).
La procedura di richiesta dell’ESTA è semplice: basta collegarsi al link apposito, inserire i propri dati personali, tra cui anche numero di passaporto e data di scadenza (se dovete rinnovare il passaporto, aspettate di avere il numero del nuovo passaporto prima di fare la richiesta), nominativi dei genitori, recapiti telefonici e dati del datore di lavoro.
Dovrete inoltre fornire l’indirizzo del vostro alloggio negli Stati Uniti e rispondere a una breve serie di domande, tra cui alcune anche un filo bizzarre (“Lei ha un disturbo fisico o mentale? Ha un problema di abuso di droghe o è tossicodipendente?” “”Intende svolgere, o ha mai svolto, attività terroristiche, di spionaggio, di sabotaggio o genocidio?”).
Una volta inseriti tutti i dati, per convalidare la richiesta per l’ESTA è necessario effettuare il pagamento della tassa di 14$ tramite carta di credito e attendere l’esito della richiesta (che, a meno che siate dei presunti terroristi schedati negli USA o abbiate avuto problemi con la giustizia americana, sarà positivo).
Una volta ottenuta l’ESTA è valida per due anni (a meno che il passaporto scada prima dei due anni).
Per usufruire del programma “Visa Waiver Program” (Viaggio senza visto) è comunque necessario:
- viaggiare esclusivamente per affari e/o per turismo;
- restare negli Stati Uniti al massimo 90 giorni;
- possedere un biglietto di ritorno.
Assicurazione sanitaria
Ogni viaggiatore indipendente che si rispetti sa bene che stipulare un’assicurazione prima di mettersi in viaggio è assolutamente un must e gli Stati Uniti non fanno eccezione. Anzi, dovremmo dire soprattutto nel caso degli Stati Uniti, visto che è risaputo che l’assistenza sanitaria americana ha dei costi molto alti.
È quindi buona norma acquistare un’assicurazione di viaggio (in rete se ne trovano diverse, io vi consiglio l’eccellente Heymondo) che possibilmente garantiscano anche l’aereo per il rimpatrio o il trasferimento in altro paese (le opzioni selezionabili sono diverse).
Valigia con chiusura TSA
I controlli aeroportuali americani sono molto rigidi anche per quanto riguarda i bagagli da caricare in stiva. In caso di bisogno gli addetti ai controlli di sicurezza potrebbero infatti voler aprire il vostro bagaglio; se il bagaglio ha un classico lucchetto o una normale chiusura con combinazione, potrebbe venir forzato durante i controlli.
Per ovviare al problema è consigliabile acquistare un apposito lucchetto TSA (da “Transportation Security Admistration”, il nome dell’agenzia governativa statunitense che si occupa dei controlli di sicurezza negli aeroporti), in vendita in commercio o negli aeroporti, oppure una valigia con lucchetto TSA incorporato. Questo tipo di lucchetto può essere facilmente aperto con una chiave-passepartoute in dotazione al personale della TSA (e il vostro bagaglio non si rovinerà).
Dispositivi elettronici carichi
Se state per per prendere un aereo per gli Stati Uniti meglio assicurarsi che i vostri dispositivi elettronici siano carichi. Dal luglio del 2014 ai passeggeri in partenza per voli diretti per gli Stati Uniti durante i controlli ai metal detector può venir chiesto di accendere cellulari, tablet e smartphone per verificare che le batterie siano realmente tali.
I dispositivi che non dovessero accendersi potrebbero essere rifiutati a bordo e i possessori sottoposti a ulteriori controlli.
La TSA, l’agenzia governativa statunitense che si occupa dei controlli di sicurezza negli aeroporti, non ha fatto sapere in quali aeroporti i viaggiatori saranno sottoposti a questo tipo di controlli.