Era un anno fa, giusto giusto. Il 12 novembre 2014 pressapoco a quest’ora stavo andando in aeroporto. Ero tutta un fremito. Ero emozionatissima: per la prima volta in vita mia partivo con in tasca un biglietto aereo di sola andata.
Per la prima volta in vita mia sapevo quando partivo ma non esattamente quando sarei tornata (sarei tornata?). Ancora non ne ero del tutto cosciente, ma stavo per partire per un viaggio da cui non sarei tornata la stessa persona di prima.
Un anno fa iniziava Clamore in Asia, il mio primo lungo viaggio in solitaria. Cinque mesi attraverso cinque paesi (Thailandia, Laos, Vietnam, Cambogia e Singapore), viaggiando solo con il mio zaino e un cambio di abiti per una settimana (ma nel Sud-est asiatico le lavanderie sono ovunque eh!).
Quando questa mattina mi sono alzata e mi sono accorta che era il 12 di novembre ho sentito di nuovo quel fremito e mi è sembrato di rivivere quella partenza e quelle emozioni. Fortissime. Un anno fa a quest’ora, ero lì in trepidante attesa del mio volo, con tutto un carico di ansie e paure (ce l’avrei fatta da sola? avrei sofferto di solitudine? mi sarei annoiata?), ma anche una grande voglia di andare e di scoprire, e una grande soddisfazione: quella di essermi lasciata alle spalle una vita che non volevo più.
Oggi che è il primo “anniversario” di quel grande mio viaggio che è stato Clamore in Asia (che penso resterà il viaggio più importante di tutta la mia vita), ho capito che il 12 novembre non sarà mai più una data qualunque per me. Il 12 novembre sarà per me sempre una data di festa, la data di un avvenimento importante che mi ha cambiata e ha inaugurato un nuovo capitolo della mia esistenza.
Quando ero in aeroporto e stavo per mettere piede sull’aereo che mi avrebbe portata a Bangkok intuivo che al mio ritorno la vita avrebbe preso un’altra piega. Intuivo ma non ero consapevole fino in fondo dell’importanza che quel viaggio avrebbe avuto su me stessa e sul mio modo di stare al mondo. Probabilmente niente sarebbe stato più lo stesso. La prima a non essere più la stessa sarei stata io. E così è stato.
Sono tornata da quel viaggio profondamente cambiata. Cambiata prima di tutto come persona, come visione della vita, quasi con un nuovo paio di occhi per guardare il mondo. Se già la mia metamorfosi era iniziata nel momento in cui avevo deciso di staccarmi da un lavoro che mi stavo logorando, al mio ritorno era ormai compiuta. E oggi lo è ancora di più.
Se lo rifarei? Che domande!!! Assolutamente sì! Come mi ripeto spesso, la decisione di prendere, mollare tutto e partire è stata probabilmente la decisione più saggia presa finora in vita mia. Sebbene la vita cerchi a volte di metterci i bastoni tra le ruote e a lasciarci in balia dei suoi scherzetti, dobbiamo sempre cercare di fare qualcosa per essere noi gli artefici della nostra esistenza, non dobbiamo lasciare che il pantano ci risucchi. Dobbiamo essere noi a cambiare la nostra vita, senza aspettare che il cambiamento ci caschi dal cielo o ci venga a bussare alla porta (perché questo non succede quasi mai).
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In questo anno ho incontrato tante persone che mi hanno detto “Io non ce la farei mai a fare quello che hai fatto tu”. Ma non deve essere un obbligo! Quello che vale per me non per forza è una formula universale. Ma se si sente il bisogno impellente di provare a dare un taglio alla propria vita, se la propria condizione non soddisfa, io dico sempre che vale la pena tentare di tutto per cambiare. Almeno provarci.
Sembra una frase fatta ma… la vita è davvero una sola.
C’è un’altra cosa che dico sempre a chi mi ascolta raccontare del mio viaggio e delle mie “avventure”: i miei cinque mesi di viaggio in Asia non sono stati così difficili come possono sembrare visti da qui. Per niente! Viaggiare da soli (e da sole… donne siete avvertite!) è più facile di come possa sembrare.
L’importante è trovare la propria dimensione, non perdere di vista le proprie passioni, non rinchiudere mai in soffitta i propri sogni. E provare, cercare, cambiare. Sempre.
Se vuoi saperne di più del mio viaggio di cinque mesi in Asia e del mio cambio vita trovi il mio ebook Clamore in Asia qui.
Ciao! Premesso che considero tua una scelta bellissima e anche giusta (per quello che ho potuto capire leggendo queste poche righe) al punto che ogni tanto anch’io la prendo in considerazione, mi viene da chiederti: come è stato al ritorno? Soprattutto, come sei tornata ad una vita, per così dire, normale?
Che hai fatto? Hai trovato un nuovo lavoro? E’ stato facile?
A me questo “spaventa” molto di più del fatto in sè di decidere partire…
Ciao Marco e benvenuto sul blog!
Il ritorno a casa è stato uno shock! I primi giorni sono stati molto difficili.. poi un po’ alla volta mi sono ripresa (come ha giustamente detto una mia amica “Tutto era troppo diverso”). Lavorativamente parlando mi sto riciclando come freelance, non posso ancora dire di esserci riuscita al 100% ma almeno ci sto provando. Un consiglio? Non lasciare che la paura per il futuro ti blocchi, potresti pentirti in futuro di non averci almeno provato. In bocca al lupo!