A chi mi augura buona vacanza prima di una partenza, io rispondo sempre precisando che “Non vado in vacanza, vado in viaggio“. Ci tengo a sottolinearlo non per voler fare l’antipatica (magari il messaggio che passa è anche quello, ma pazienza), ma perché ci tengo a fare i dovuti distinguo.
Il viaggio, per come lo intendo e lo vivo io, è un’esperienza esistenziale di sperimentazione e crescita, un toccasana per l’anima e non solo per il corpo, non un semplice relax o un banale staccare la spina dalla routine quotidiana. Il viaggio per me è molto di più.
Come dice Chatwin nel suo Anatomia dell’irrequietezza, “Il viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma“. È proprio così: il viaggio scolpisce lo spirito e ci tempra, rendendoci più forti e sicuri di noi stessi, soprattutto se impariamo a viaggiare in modo indipendente, svincolandoci da ogni agenzia o tour operator che sia.
Imparare a viaggiare in modo indipendente è un grande arricchimento e un buon allenamento non solo per le nostre capacità organizzative nell’ambito dei viaggi, ma anche per gestire la nostra vita di tutti i giorni. Viaggiare in modo indipendente insegna a organizzarsi, a trovare una soluzione in fretta di fronte ai problemi che talvolta, viaggiando in modo indipendente, possono presentarsi, a destreggiarsi tra cavilli burocratici, lingue sconosciute, culture diverse dalla nostra e situazioni mai sperimentate prima.
Se poi quel viaggio ci troviamo a farlo da soli, beh, gli insegnamenti che ne traiamo sono ancora più importanti. Magari non ci accorgiamo, ma sperimentando la modalità del viaggio in solitaria, i primi insegnamenti che assorbiamo riguardano noi stessi e la nostra interiorità, il nostro carattere, il nostro modo di fare e di essere.
Quella del viaggiare da soli è un’esperienza potentissima: i solo travelers diventano più forti e più indipendenti, più consci dei propri limiti ma più sicuri di se stessi… la lista è lunga.
Appurato che i viaggi in solitaria non fanno parte della nostra cultura, che “viaggiare da soli è da sfigati” e “peccato non poter condividere” sono solo dei preconcetti e che iniziare a farlo è una cosa del tutto semplice, è ora di snocciolare gli effetti positivi sul nostro carattere:
Viaggiare soli ci rende più forti perché:
- Aiuta a combattere la timidezza. Siamo in viaggio da soli, ci serve un’indicazione per trovare una via, un monumento, un museo e la nostra guida non è abbastanza: dobbiamo rivolgerci agli altri (per forza!) così impariamo a diventare più spavaldi con le altre persone, a rivolgere parola a tutti (così perfezionando anche la nostra conoscenza delle lingue straniere), a interagire, chiedere aiuto o consiglio;
- Si impara a ridimensionare la solitudine. Che viaggiare da soli sia triste è un luogo comune. Ovviamente possono capitare momenti di solitudine o di malinconia, ma in solitaria si capisce che la solitudine non ha per forza un significato solo negativo: solitudine significa anche avere tempo e modo per dedicarsi a se stessi e riflettere sulla propria vita o sugli eventuali problemi.
- Sperimentiamo l’indipendenza. Viaggiando da soli si impara una lezione molto importante: a non dipendere sempre e per forza dagli altri. Si impara a prendere decisioni senza fare leva sui consigli degli altri, a cavarcela contando sul nostro sesto senso o sulla nostra ispirazione del momento, a porre rimedio a piccoli contrattempi (mi si è staccato un bottone? lo riattacco io);
- Insegna ad accettarsi per quello che si è. Da soli, all’avventura, a tu per tu con noi e le nostre capacità: il viaggio in solitaria porta a galla i nostri tasti dolenti ma anche i nostri punti di forza. Si impara ad accettare il fatto che non possiamo essere Superman o Wonderman, dobbiamo accettarci così come siamo (ma potrebbe esserci anche un margine di miglioramento). Tirate le somme alla fine i nostri punti di forza “pesano” comunque di più dei nostri punti deboli;
- Insegna a essere orgogliosi di noi stessi. Siamo riusciti da soli a organizzare il viaggio, gli spostamenti, fare scoperte inaspettate o riuscire in situazioni che a priori ci sembravano difficili se non insormontabili: riuscire nell’impresa (grande o piccola che sia), è una gran bella soddisfazione che aiuta a renderci più orgogliosi di noi stessi e a volerci più bene;
- Impariamo a superare gli imprevisti. Viaggiando da soli può capitare di stare male, perdere il bus, perdersi, trovarsi di fronte a un branco di cani ringhiosi, … gli imprevisti e le situazioni difficili purtroppo prima o poi possono capitare. Tutto fa esperienza e ci insegna a superare con più facilità e le situazioni difficili future;
- Riceviamo apprezzamenti. Nonostante ci sia sempre qualcuno che cerca di farci desistere fomentando le nostre ansie e le nostre paure, ascoltiamo solo le voci di chi ci incoraggia e ci trasmette forza. Alla fine della nostra impresa in solitaria riceveremo tanti complimenti e apprezzamenti anche da chi, magari, vorrebbe fare lo stesso ma non ha ancora trovato la forza (o la giusta determinazione) per farlo. Anche i complimenti fanno bene! Se sinceri, infondono ancora più sicurezza e, ovviamente, fanno molto piacere.