Il nome attuale è Ekaterinburg, anche traslitterato come Yekaterinburg, il nome con cui è internazionalmente nota, in omaggio alla Caterina moglie di Pietro il Grande, suo fondatore, e alla santa patrona russa delle miniere (questa è una zona ricca di giacimenti minerari). Dal ’24 al ’91 era però Sverdlovsk, in onore dell’eroe bolscevico Jakov Sverdlov, nome con cui è ancora chiamata la provincia di cui è capoluogo e spesso ancora utilizzato dalle ferrovie russe. Insomma, la faccenda è complicata (come spesso in un viaggio in Russia), ma la tappa è quasi obbligata.
Per chi viaggia dall’Europa all’Asia lungo la mitica Transiberiana, Ekaterinburg è la prima città asiatica che si incontra (se siete fortunati e attenti 40 km a ovest prima di arrivare in città potreste vedere, accanto ai binari, lo storico monumento bianco che segna il “confine” tra i due continenti) e che vale una sosta.
Ekaterinburg occupa un posto importante nella storia russa: qui furono infatti fucilati lo zar Nicola II, la moglie e i figli (il luogo della loro uccisione è oggi un monumento) e qui nacque Boris Eltsin, primo presidente post URSS.
Io sono arrivata a Ekaterinburg con un treno notturno di terza classe da Nizhny Novgorod: il viaggio dura circa 20 ore ed è perfetto da coprire con un viaggio notturno perché il paesaggio è abbastanza monotono. Dalla stazione dei treni raggiungere il centro è molto facile: basta uscire e dirigersi a destra verso la stazione della metro (a circa 200 metri, biglietto 25 rubli). Sono solo due le fermate per Plotschad 1905 Goda, la fermata in centro città.
Quando la mattina dopo mi sveglio la città è grigia, scende una leggera pioggerellina e la temperatura è bassa (anche se siamo a fine luglio). Non demordo: alzo il cappuccio del mio piumino leggero e mi avventuro lungo Prospekt Lenina, il viale principale (dove ho anche avuto l’accortezza di prendere alloggio).
Cosa vedere
Il sito di uccisione dei Romanov
Mi accoglie subito una svettante statua di Lenin e l’imponente palazzo del Comune. La mia prima tappa è il sito dell’uccisione dei Romanov, che raggiungo in pochi minuti a piedi dal mio ostello. Dove la notte del 16 luglio 1918 furono trucidati lo zar Nicola II, la moglie e i figli sorge oggi un complesso che comprende una chiesa bizantina imponente, la Chiesa sul Sangue, costruita in memoria dei Romanov, la Cappella della Reverenda Martire Granduchessa Yelizaveta Fyorodova, minuscola e costruita interamente in legno, dedicata a una prozia della famiglia imperiale. Delle belle fotografie storiche (con didascalie purtroppo solo in russo) raffigurano i membri della famiglia Romanov e attirano l’attenzione dei visitatori e le visite dei turisti, soprattutto russi.
Il quartiere letterario
Basta che io prenda la via parallela a quella da dove sono arrivata (la Ul Karla Libknekhta) per trovarmi nel quartiere letterario, dove quello che mi balza subito agli occhi è la presenza di basse case in legno (che poi troverò sempre più spesso spostandomi verso la Siberia): piccole e costruite completamente in legno, molte sono restaurate e ospitano oggi piccoli musei dedicati ad autori russi della zona degli Urali, come Sibiryak e Bazhov e la Casa Reshetnikov con una sezione dedicata al sistema postale.
I musei e i parchi
Altri musei attendono gli amanti della geologia e dei minerali: in quanto terra di minerali preziosi, la zona degli Urali, che fa capo a Ekaterinburg, ospita il Museo di Mineralogia degli Urali con una presentazione di pietre provenienti dalla regione, e il Museo di Geologia degli Urali con oltre 500 minerali locali e persino una collezione di meteoriti.
Un luogo molto piacevole da dove cominciare e dove finire una visita a Ekaterinburg è l’Istorichesky Skver, il piccolo lago cittadino nei pressi di una diga dove si trova un parco, un posto molto piacevole dove passeggiare e osservare i passeggiatori. Proprio qui, nel 1723, sorse il nucleo originario della città, su volere di Pietro il Grande, che volle creare una città che fosse la capitale mineraria del paese.
Dove dormire
Io ho scelto un alloggio in posizione centrale (sul viale principale, Prospekt Lenina) e facile da raggiungere con i mezzi (la fermata della metropolitana Plotschad 1905 Goda è a 5 minuti a piedi: ho alloggiato all’Hostel №9, come spesso succede in Russia un appartamento trasformato in ostello davvero comodo e ospitale (c’è anche la cucina).
Dove mangiare
In città mi sono fermata solo un giorno e mezzo e non ho avuto modo di testare molti ristoranti, ma mi sono trovata benissimo da Paul Bakery, ideale per un caffè o uno spuntino in ogni momento della giornata. La via pedonale di Ul Vaynera è piena di negozi, fast food e bar. Prima di ripartire in treno vi consiglio di fare provviste di cibo in Prospekt Lenina, dove all’altezza dell’incrocio con Ul Vaynera c’è un centro commerciale con un ampio supermercato con una fornita gastronomia (dove comprare anche altro oltre a noodles liofilizzati).
Che meraviglia! Leggere i racconti delle tue avventure è sempre molto emozionante, brava!
Ma grazie cara, troppo buona! Ti ho fatto venire nostalgia di Russia? 😉