Sono tanti gli elementi che contribuiscono a rendere un posto speciale: il paesaggio, la gente, i colori, il clima. Dettagli chiaramente intuibili e altri meno tangibili, ma che ci arrivano diritti al cuore.
Nei miei viaggi mi sono accorta che c’è un elemento che più di altri rende la dimensione del viaggio affascinante e distensiva, che concilia l’anima e la mente e che dà ai luoghi una marcia in più: la presenza di un fiume. I fiumi hanno una voce e il loro scorrere porta con sé racconti bisbiglianti a cui tendere l’orecchio. Se poi quel fiume si chiama Mekong, la storia da raccontare è ancora più affascinante.
Per tutti gli amanti d’Asia il Mekong è il fiume per eccellenza, colui che evoca gli antichi fasti dell’Indocina, tra giungle selvagge e luoghi carichi di bellezza, in un lungo scorrere che con i suoi 4.880 km tocca diversi paesi, dal Tibet al Vietnam, attraversando Cina, Laos, Thailandia, Birmania e Cambogia.
I vietnamiti lo chiamano Cửu Long, i tibetani Dza-chu, i cinesi Méigōng Hé (湄公河), i tailandesi Mae Nam Khong (แม่น้ำโขง): diversi appellativi e diversi aggettivi per descrivere un unico grande fiume, il più importante di tutto il Sud-est asiatico e tra maggiori al mondo per lunghezza e portata.
Il Mekong nasce nell’Altopiano del Tibet, ma le sue sorgenti sono difficili da collocare. Secondo alcuni si troverebbero nei pressi della città di Ganasongdou, vicino ai monti Jifu, a un’altitudine di 5.224 m. Secondo altri sarebbero invece a nord del monte Guozongmucha, dal quale il fiume si snoda verso la provincia cinese di Qinghai. Secondo una recente esplorazione nascerebbe invece più a ovest, nei dintorni del Passo Rupsa, non lontano da dove nascono anche il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro. Dall’incertezza nel localizzare le sue sorgenti nasce anche il problema di stabilire la sua vera lunghezza (si parla di lunghezze variabili tra i 4.350 km e i 4.909 km).
Percorrerlo in navigazione per tutta la sua lunghezza è impossibile, ma seguirne il percorso e fare “piccoli assaggi” è una cosa del tutta consigliata a tutti gli amanti del Sud-est asiatico o chi a sta per andare in questa parte di mondo per la prima volta. Dalla Cina al Vietnam, ecco dove andare per scoprirlo da vicino.
In Cina
Dall’Altopiano del Tibet il Mekong entra nella Provincia dello Yunnan, in Cina, dove viene chiamato Láncāng Jiāng, che in cinese significa “fiume turbolento”. Tra gole profonde e foreste rigogliose si inoltra una una vasta riserva, l'”Area protetta dei tre fiumi paralleli“, Patrimonio dell’Unesco, segnata anche dallo scorrere del fiume Saluen e del Fiume Azzurro. Questa area naturale è straordinaria: con le sue 80 specie animali a rischio di estinzione e più di 7.000 specie vegetali, viene considerata tra le aree più ricche e preziose al mondo dal punto di vista della biodiversità.
Il Mekong esce dalle alte (e spettacolari) montagne dello Yunnan per entrare in una fascia collinare e attraversare la prefettura autonoma cinese di Xishuangbanna, al confine con il Myanmar. Quando esce dalla Cina, il fiume si trova a un’altitudine di soli 500 m s.l.m. Da questo punto in poi inizia la sua placida discesa verso il Mar Cinese Meridionale.
Il Triangolo d’Oro: tra Laos, Thailandia e Myanmar
Il Mekong prosegue verso sud, facendosi strada fra fitte giungle, andando a delimitare per circa 200 km il confine naturale tra Myanmar e Laos. Poco più avanti raggiunge Chiang Saen, in Thailandia, e lì riceve le acque del fiume Ruak. Questa zona – dove Myanmar, Laos e Thailandia si toccano – è conosciuta con il nome di “Triangolo d’Oro“, famosa per essere stata a lungo una delle maggiori zone al mondo per la produzione di oppio (oggi è stato creato anche un museo). La zona è molto apprezzata dai turisti che ci arrivano soprattutto con escursioni da Chiang Rai, in Thailandia.
Tra Laos e Thailandia
Il Mekong prosegue nel suo scorrere verso sud facendo da confine naturale tra Laos e Thailandia. Qui si trova uno dei punti di accesso più importanti per chi si muove via terra tra i due paesi: la frontiera di Chiang Khong-Huay Xai. Un tempo attraversabile solo in barca, ora questo confine è collegato via terra dal IV Ponte dell’Amicizia.
Il Mekong attraversa il Laos per tutta la sua lunghezza, ne rappresenta il cuore ed parte integrante della vita del suo popolo: i laotiani, per cui è il grande fiume, la madre delle acque (ແມ່ນ້ຳຂອງ), hanno un legame molto stretto con il Mekong, fonte di sostentamento fondamentale da sempre.
A causa della costruzione di dighe che stanno stravolgendo il normale corso del fiume e l’ecosistema del paese, i tratti del fiume oggi navigabili in Laos si sono – ahimè – notevolmente ridotti (fino a pochi decenni fa il Mekong era quasi interamente percorribile in Laos). Comunque è ancora possibile raggiungere Luang Prabang, la località più famosa e apprezzata dai turisti, in barca da Huai Xai.
Luang Prabang si trova in una posizione splendida, adagiata tra foreste e la pianura, là dove il fiume Nam Khan si butta nel Mekong (e dove, nella stagione secca, vengono costruiti dei caratteristici ponti in bambù). Numerose sono le escursioni in barca possibili per esplorare le zone nei dintorni di Luang Prabang.
Lasciata Luang Prabang, il Mekong si dirige a sud e si allarga. Durante la stagione delle piogge questo tratto è facilmente navigabile e rappresenta una delle principali vie di comunicazione del paese (fino a pochi anni fa era facile muoversi tra Luang Prabang e Vientiane in barca).
Circa cento chilometri prima di raggiungere la capitale del paese, Vientiane (il lungofiume non a caso è uno dei luoghi più importanti e frequentati della città), il Mekong fa una curva decisa a est e torna a delimitare per diverse centinaia di chilometri il confine tra Laos e Thailandia.
Dopo aver lasciato Vientiane, il Mekong torna a dirigersi verso sud per bagnare Savannakhet e Pakse, vecchie città coloniali, e la piccola ma splendida Champasak, tappe consigliate per un itinerario nel cuore del Laos meridionale.
Appena prima di raggiungere il confine cambogiano, il Mekong si allarga per chilometri nella meravigliosa zona di Si Phan Don, le famose “quattromila isole”, dove tra le acque del fiume affiorano centinaia (o migliaia?) isole e isolotti che costituiscono uno dei luoghi più straordinari e amati di tutto il Laos ma anche di tutto il Sud-est asiatico. Qui il corso del fiume si fa irruento, creando le spettacolari cascate di Khone Phapeng che segnano il confine con la Cambogia.
In Cambogia, da Kratie a Phnom Penh
In Cambogia il Mekong viene chiamato Mékôngk oppure Tonle Thom (grande fiume). Le cascate di Sambor sopra Kratié rappresentano l’ultimo ostacolo per la navigazione e Kratie una località piacevolissima dove fare tappa per godersi uno dei suoi spettacolari tramonti sul fiume oltre che l’incontro con i suoi famosi delfini. Poco più a sud si trova Kampong Cham, collegata con un lunghissimo (e impressionante) ponte di bambù all’isola di Koh Paen.
Il Mekong fa quindi il suo ingresso trionfale nella capitale Phnom Penh, dove appena prima della città si trova la confluenza con il fiume Tonle Sap, il principale affluente cambogiano. Uscito da Phnom Penh il fiume si divide in due rami distinti, il Bassac e il Mekong vero e proprio, che entrambi finiscono per confluire nel delta del Mekong, in Vietnam.
Una opportunità straordinaria per vivere da vicino il grande fiume è quella di raggiungere il Vietnam da Phnom Penh via fiume, attraverso un viaggio in barca che dura meno di una giornata.
In Vietnam, nel Delta del Mekong
In vietnamita l’intero corso del fiume Mekong è chiamato Mê Kông, mentre la parte di fiume che attraversa il Vietnam è Sông Cửu Long (“fiume dei nove dragoni”). I due rami, il Bassac e il Mekong vero e proprio, si ricongiungono nel delta del Mekong, una regione nel sud del Vietnam dove diramandosi in 9 diversi bracci il grande fiume sfocia in mare non lontano da Ho-Chi-Minh City, la vecchia Saigon.
Quella del Delta del Mekong è una regione straordinaria e particolarissima, disseminata di piantagioni di frutta, palme e oasi verdi, tra specchi d’acqua e house-boat, piccoli villaggi e città animate, dove le isole non si distinguono dalla terraferma e dove è piacevolissimo lasciarsi andare a qualche giorno di relax cullati dalle acque del grande fiume.
Lungo i suoi quasi 5.000 chilometri il Mekong cambia aspetto e forma, colore e carattere, ma ogni volta che lo si reincontra girovagando in terra d’Asia lo si riconosce al volo: la voce è la stessa, come la voce di un amico che si riconoscerebbe tra mille.
Serenamente contemplava la corrente del fiume; mai un’acqua gli era tanto piaciuta come questa, mai aveva sentito così forti e così belli la voce e il significato dell’acqua che passa. Gli pareva che il fiume avesse qualcosa di speciale da dirgli, qualcosa ch’egli non sapeva ancora, qualcosa che aspettava proprio lui. (Hermann Hesse)