Intraprendere un viaggio non sempre fa rima con aeroporti, voli aerei e lunghi trasferimenti. E se per una volta bastasse prendere la macchina e avventurarsi in un on the road poco oltre confine? Così è stato per il mio tour nella Svizzera francese, dal Lago di Ginevra a quello di Neuchâtel sconfinando a Berna e al Lago di Thun. Un piccolo sogno di viaggio che avevo in mente già da un bel po’ e che finalmente ho realizzato.
Tutto è partito da… lo scoprirete leggendo il post qui sotto!
Era da tanto che volevo visitare questo angolo di Svizzera, per più di una ragione, una più futile e una più sentimentale. Volevo visitare il Lago di Ginevra andando sulle tracce di Freddie Mercury, mio adorato idolo musicale, con una tappa dovuta a Montreux, per vedere la statua a lui dedicata e i luoghi che tanto ha amato; ma volevo anche visitare i dintorni del lago di Neuchâtel perché lì hanno vissuto e lavorato i miei nonni materni (non potevo non andare a conoscere questi posti di persona). Entrambe ragioni di cuore comunque…
Il Lago di Ginevra e il Lago di Neuchâtel non sono così distanti, quindi ne ho approfittato per costruire un itinerario ad hoc attraverso la Svizzera francese per poterli vedere entrambi, aggiungendo qualche tappa in più. Ciò che ne è uscito può essere un utile spunto per chi vuole organizzare un facile on the road in Europa.
Il mio itinerario nella Svizzera francese in breve
In breve, per il mio itinerario di viaggio nella Svizzera francese, partita da Bergamo ho fatto una prima tappa a Montreux, sulla sponda più orientale del lago di Ginevra, per poi spostarmi a Losanna e Ginevra, e quindi lasciare il Lago di Ginevra per dirigermi più a nord, sul Lago di Neuchatel, dove ho visitato Neuchatel, La Chaux-de-Fonds e Le Locle.
Ho dedicato l’ultimo giorno di viaggio all’esplorazione di Berna, capitale della Confederazione Svizzera, e ho concluso il mio tour su un altro lago, il Lago di Thun, per ammirare il fiabesco Castello di Oberhofen.
Ho fatto il mio tour in auto partendo dall’Italia (io vivo a Bergamo), entrando in Svizzera tramite il Sempione, il passo alpino che congiunge la Val D’Ossola e il Canton Vallese, in Svizzera. La prima tappa del mio tour è stata Montreux, a circa 350 km da Bergamo. Ho percorso un totale di 1.100 km in quattro giorni.
Montreux
Montreux è una cittadina del Canton Vaud splendidamente affacciata sul Lago Lemano (il vero nome del Lago di Ginevra!). Da sempre ha un rapporto molto stretto con gli artisti e soprattutto con i musicisti, dai Deep Purple (che proprio a Montreux scrissero Smoke on the Water) a Nina Simone passando per i Queen e tante altre stelle del rock.
Questa vocazione musicale si spiega con il fatto che ogni anno a luglio si tiene il famoso Montreux Jazz Festival, uno dei più importanti festival musicali del mondo, e per la presenza dei Mountain Studios, degli studi di registrazione (oggi non più utilizzati), dove in passato hanno registrato tutti i più grandi (Rolling Stone, David Bowie, Led Zeppelin, AC/DC, Iggy Pop, e molti altri); gli studi furono di proprietà dei Queen dal 1979 al 1993.
Chi più di tutti ha avuto un rapporto particolarmente forte con la cittadina è stato Freddie Mercury, che amava particolarmente la riviera di Montreux e che qui aveva casa. Oggi visitare Montreux rappresenta un grande omaggio alla memoria di Freddie: nel centro della cittadina, proprio di fronte al lago e di fronte al mercato coperto, si trova una statua che lo rappresenta nella sua famosa posa con il braccio alzato (tutti i giorni c’è qualcuno che gli porta dei fiori); gli studi di registrazione Mountain Studios sono lì vicino e vale davvero la pena visitarli perché oggi sono stati trasformati in un piccolo splendido museo dedicato ai Queen.
Oltre a visitare i luoghi legati ai Queen, la cosa più piacevole da fare a Montreux è sicuramente quella di passeggiare sul bellissimo lungolago, costellato di fiori e piante (da far invidia a un orto botanico). Procedendo lungo il lungolago dal centro di Montreux in circa 40 minuti a piedi si raggiunge il Castello di Chillon, unico e particolare perché costruito su uno sperone di roccia sul lago. Camminando invece in direzione opposta, sempre sul lungolago, il percorso pedonale e ciclabile lungo 7 km conduce fino a Vevey, altra piacevolissima cittadina affacciata sul lago (che ospita anche la curiosa Fourchette, la forchetta più grande al mondo).
Montreux regala delle viste splendide: per la sua posizione affacciata a meridione sul lago (da cui è possibile ammirare tramonti meravigliosi), per le montagne a sud-est che fanno capolino e per le colline ricoperte di vigneti alle sue spalle: sono i vigneti terrazzati di Lavaux, che si estendono per 830 ettari tra Losanna e Montreux, e che sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Dove mangiare e dormire: in occasione della mia tappa a Montreux ho soggiornato a Le Coucou, un tradizionale chalet svizzero con una straordinaria vista panoramica sul lago (si trova a 1.150 m di altezza, a 15 minuti d’auto da Montreux). Le camere sono molto calde e accoglienti (prendete la camera con vista lago, non vi pentirete), lo staff molto cordiale e si mangia molto bene.
Losanna
Lasciata Montreux mi sono diretta a ovest, verso Losanna, che si trova a soli 30 km da Montreux, sempre nella Svizzera francese. Per arrivarci si può prendere la comoda autostrada panoramica (bellissima da percorrere sia per la vista dall’alto sul lago sia per i vigneti terrazzati che la costeggiano) oppure si può percorrere la strada litoranea (più lunga ma non meno suggestiva).
Losanna è una tranquilla città universitaria, con un bellissimo centro storico che vale assolutamente una visita: la città medievale, che ammira il lago e il resto della città dall’alto, racchiude la bellissima Cattedrale di Notre-Dame, il Castello di Saint-Maire, il punto più alto della città vecchia, palazzi storici e vicoletti acciottolati perfetti per una passeggiata.
Per chi invece vuole scendere al lago, sappiate che la scarpinata è notevole (ancora di più se poi dovete anche risalire): Losanna si estende su tre colline ed è una città dalle pendenze notevoli.
Losanna è una città importante dal punto di vista sportivo: è infatti sede del Museo Olimpico, del Comitato internazionale olimpico e di quindici federazioni sportive internazionali.
Ginevra
Da Losanna sono ripartita in giornata alla volta di Ginevra, la seconda città più grande della Svizzera (dopo Zurigo). Ginevra dista circa 65 km da Losanna; per raggiungerla, anche in questo caso, si può prendere la comoda autostrada oppure optare per la strada litoranea. Io ho scelto la seconda opzione e ho costeggiato il lago facendo una sosta a Nyon.
Ginevra non mi ha particolarmente entusiasmato. Notevole è la sfilata di boutique, gioiellerie e negozi di alta orologeria; piacevole è il lungo lago animato di gente e caratterizzato dal famoso Jet d’eau, simbolo della città, il centro storico con la Cattedrale di San Pietro, i parchi cittadini e l’Orto Botanico.
Dove mangiare e dormire: Ginevra è una delle città più ricche e care al mondo ed è famosa per i suoi numerosi ristoranti stellati. Io ho invece preferito qualcosa di più “a buon mercato” (per modo di dire) e per cena mi sono gustata un buonissimo piatto di carne al Relais de l’Entrecote, un locale storico che ha la particolarità di offrire un unico squisitissimo piatto (non fate come me la gaffe di chiedere il menù… non ce l’hanno).
Gli hotel in centro a Ginevra sono anch’essi molto cari; per ovviare al problema io ho deciso di alloggiare in uno dei tanti hotel vicino all’aeroporto (a una decina di minuti in auto dal centro).
Il Lago di Neuchâtel
Il terzo giorno ho salutato Ginevra per spostarmi più a nord, a Neuchâtel, altra nota località della Svizzera francese. Affacciata sul lago che porta il suo stesso nome, Neuchâtel dista circa 120 km da Ginevra e ci si arriva percorrendo l’autostrada.
Di Neuchâtel non sapevo nulla e (come succede sempre quando non si hanno aspettative) ho trovato una città davvero gradevole, tranquilla e con tanti angoli molto fotogenici. Il cuore della città – la parte più antica – si erge in posizione elevata rispetto al lago. Il nucleo storico comprende un castello (il castello di Neuchâtel), la Torre delle prigioni e la bellissima Collegiale con il suo bellissimo chiostro.
Alexander Dumas ha definito la città medievale di Neuchâtel come “un giocattolo intagliato in un panetto di burro” per via delle tante case in pietra gialla che decorano il centro: se a questo si aggiungono le ante colorate delle case, le graziose fontane e le piazzette, il risultato è davvero un piccolo bijoux.
Dopo una mezza giornata a Neuchâtel mi sono diretta a Le Locle, a meno di 30 km di distanza, facendo però una puntatina a La Chaux-de-Fonds (tra l’altro città natale di Le Corbusier) per ammirare la sua particolare pianta a griglia e uno dei suoi musei più famosi, il Museo dell’Orologeria.
Le Locle e La Chaux-de-Fonds nel 2009 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, in quanto importante testimonianza storica dell’era industriale e per la speciale simbiosi tra urbanistica e industria orologiera: qui hanno sede ancora oggi le più grande firme dell’haute horlogerie (come Tissot e Cartier)
Dove mangiare e dove dormire: per chi è di passaggio a Le Locle il mio consiglio è quello di soggiornare presso Maison du Bois, in centro a Le Locle. Questo piccolo B&B è un gioiellino: ospitato in un palazzo appartenuto a una delle più antiche famiglie orologiaie svizzere, è arredato con gusto e stile vintage (il salone è una meraviglia), comprende anche un locale per le colazioni e pranzi (su prenotazione).
Al di fuori della Svizzera francese: Berna
Ultimo giorno! Sono ripartita da Le Locle con destinazione Berna, la capitale della Confederazione Svizzera, a circa 80 km di distanza. In circa un’ora e mezza sono in città. Qui ho sconfinato leggermente dalla Svizzera francese: Berna fa parte della regione dell’Oberland Bernese, in teoria è bilingue ma di fatto la prima lingua parlata è il tedesco.
Berna mi ha colpita subito per la sua indole tranquilla, piena di verde. Anche se si tratta di una “capitale” (concetto che comunque in Svizzera è molto relativo), Berna è una città piccola e pittoresca, che si gira comodamente a piedi. Il centro storico si trova su un’ansa del fiume Aare ed è circondata da colline boscose.
Il mio primo incontro con l’Altstadt (la città vecchia), è la Bundeshaus, l’imponente palazzo che è la sede del governo svizzero e che spicca sulla città con la sua grande cupola. Con una breve passeggiata si arriva alla Zytgloggerturm, la torre dell’orologio, con il suo possente orologio astronomico che risale al XVI secolo. A pochi passi il Berner Münster, la cattedrale della città.
Dalla torre, nel cuore del centro storico di Berna, è tutto un susseguirsi di palazzi storici e di lunghi porticati adornati di fiori, che ospitano negozi, caffè e ristoranti, e piccole botole, cantine medievali dal soffitto a volta affacciate lungo tutta la via in ciottolato. Questi sono i portici che i bernesi chiamano Lauben, e che con la ragguardevole lunghezza di 6 km, conferiscono a Berna il primato della città europea con la più lunga galleria di negozi.
Percorrendo il corso principale fino in fondo, tra fontane rinascimentali, statue e chiese, si arriva sul lungofiume. Al di là del ponte si trova una delle principali attrazioni della città: il Bärenpark (“parco degli orsi”). Mantenendo fede alla antica tradizione che risale alla fondazione della città, il parco ospita sempre degli orsi. Venire qui è piacevole non solo per vedere gli orsi, ma anche e soprattutto per passeggiare lungo il fiume Aare, guardando la città da un’altra prospettiva.
Lasciata Berna mi sono diretta verso Thun e il suo lago, dove si trova l’incantevole Castello di Oberhofen (ma in zona ce ne sono anche molti altri). Da qui sono ripartita per andare a riprendere il Sempione, non prima di aver attraversato la galleria del Lötschberg caricando la macchina sul treno (ma di questa avventura ve ne parlerò un’altra volta).
Dove mangiare: in una bella giornata di sole vale la pena fermarsi a pranzo da Altes Tramdepot, un vecchio deposito del tram trasformato in ristorante e birrificio, dove è possibile mangiare tanti buoni piatti (e buona birra) della tradizione locale.
Informazioni pratiche per un on the road nella Svizzera francese
- Vignetta: chi vuole esplorare la Svizzera in auto deve munirsi dell’apposita vignetta, obbligatoria, che costa circa 40 franchi e ha una validità di 14 mesi; chi ne è sprovvisto rischia una volta fino a 200 franchi; è possibile acquistarla online, presso gli uffici doganali in frontiera, ma anche in Italia presso gli autogrill e le stazioni di rifornimento prima di entrare in Svizzera;
- Passi alpini: i passi alpini possono essere chiusi durante la stagione invernale; in alcuni casi (come nel caso del Sempione), quando il passo è chiuso per neve c’è la possibilità di trasportare l’auto, al di là del traforo, con il treno;
- Limiti orari e rispetto del codice della strada: controlli stradali e radar non mancano in Svizzera, quindi è consigliato attenersi con scrupolo ai limiti della strada: in autostrada la velocità massima è di 120 km/h ma in molte zone è di soli 100 km/h;
- Quanto costa: la Svizzera è notoriamente una meta cara, il franco rimane sempre una moneta forte; Ginevra è tra le città più care;
- Euro o franchi: in molti casi è possibile pagare direttamente in contanti, in Euro, però con il rischio di avere un cambio sfavorevole; è sempre meglio prelevare dei franchi per pagare in contanti oppure pagare con carta di credito (ovviamente accettate ovunque);
- Dove parcheggiare: le regole per parcheggiare sono diverse da quelle italiane: se le strisce gialle indicano parcheggi riservati sia in Italia sia in Svizzera, in Svizzera però le strisce bianche indicano i parcheggi a pagamento e quelli blu quelli per cui basta esporre il disco orario.