Il mio viaggio in Abruzzo è stato il coronamento di un sogno: ormai da tempo volevo scoprire il Gran Sasso, Rocca Calascio e la Costa dei Trabocchi, Vasto e Punta Aderci, ma anche l’entroterra. Ad allettarmi è stata proprio la possibilità di passare in poco tempo dal mare alla montagna, passando dagli infradito agli scarponi da montagna, con un sacco di sorprese inaspettate.
L’Abruzzo è infatti un entroterra ricchissimo di piccoli borghi caratteristici abbarbicati su colli, tra rocche, strette vie e fortezze, è una terra di eremi e pievi medievali che conservano affreschi meravigliosi, la natura regna sovrana e selvaggia, tra catene montuose, colline e vallate scavate da corsi d’acqua. Questo è l’itinerario di viaggio che ho seguito nelle mie due settimane.
Partiamo subito col dire che due settimane non sono sufficienti per visitare tutta la regione: in due settimane ho visto moltissimi posti e mi sono riempita gli occhi in modo incredibile ma ho dovuto – ahimè – fare delle scelte. Due settimane sono comunque una buona base di partenza per una prima esplorazione dell’Abruzzo. Quello che non sono riuscita a vedere… rientrerà nell’itinerario di un mio prossimo viaggio!
Perché proprio l’Abruzzo?
In primis perché sono un’amante della montagna e dopo tanto trekking sulle Alpi ci stava una capatina anche sugli Appennini abruzzesi, dove svetta la cima più elevata (il Gran Sasso). Allo stesso tempo comunque non disdegno il mare e la campagna, amo le vacanze attive ed itineranti, in cui si macinano chilometri su chilometri.
Per farvi capire faccio fatica a restare tutto il giorno in una sola spiaggia (perché tutto il giorno lì se ci sono così tanti posti da vedere?). Ecco, l’Abruzzo si è rivelato proprio la meta adatta a un viaggio di questo tipo!
L’itinerario di viaggio in dettaglio
Veniamo ora all’itinerario e ai dettagli di questo mio viaggio in Abruzzo: come periodo ho scelto la seconda metà di agosto.
Siamo partiti in auto da Bergamo: in totale abbiamo macinato circa 2.500 km, che sottratti al viaggio di andata e ritorno (circa 600 km a tratta), significa che all’interno della regione abbiamo macinato all’incirca 1.300 km.
Abbiamo sempre alternato mare e montagna, attraverso una sorta di itinerario a zig zag tra l’interno e la costa della regione.
Veniamo ora alle tappe:
La Costa del Teramano
Ho voluto cominciare il mio viaggio in Abruzzo in modo “soft” e rilassato, partendo dal mare. Come prima base di arrivo ho scelto la costa della provincia di Teramo. All’inizio ero indecisa tra Alba Adriatica e Roseto degli Abruzzi; alla fine ho optato per la zona tra Silvi Marina e Pineto, una zona più tranquilla dove ci sono tante spiagge libere e anche un parco direttamente sul mare: l’area marina protetta di Torre del Cerrano.
Dopo una prima giornata in spiaggia a Silvi Marina, il giorno successivo abbiamo raggiunto la Torre del Cerrano a piedi (dalla zona nord di Silvi Marina basta una mezz’oretta, si può camminare lungo la spiaggia o lungo la ciclabile).
La spiaggia libera è larga e sabbiosa e si estende per vari chilometri (c’è davvero posto per tutti), il mare è pulito. Alle spalle della spiaggia c’è una striscia di pineta e la torre omonima: la Torre di Cerrano, una torre costiera del Regno di Napoli risalente al XV secolo.
L’entroterra teramano
La nostra esplorazione dell’entroterra della provincia di Teramo è cominciato da Silvi Paese, il borgo storico su una piccola collina al di sopra del mare. Silvia Paese la sera si riempie di gente che accorre per ammirare la costa dall’alto e cenare con vista mare, ma è molto bella anche di giorno (in compenso non troverete nessuno): la vista spazia per un lungo tratto sia a nord sia a sud.
Dopo aver lasciato Silvi Paese ci siamo diretti ad Atri, una piccola cittadina a una decina di chilometri da Silvi, anch’essa in collina. Atri ha una bella cattedrale ed è famosa per essere la “città della liquirizia”: vale assolutamente la pena una passeggiata tra le sue vie con tappa in una bottega per comprare una stecca di liquirizia o del buonissimo liquore alla liquirizia (ma non solo, vendono anche la pasta alla liquirizia).
Da Atri ci siamo inoltrati ancora di più nell’entroterra, tra vigne, colline e calanchi (molto suggestivo quello a sud di Atri), per raggiungere la chiesa e il monastero di S.Maria di Propezzano, quindi Canzano e l’Abbazia di S. Clemente al Vomano. Da qui ci siamo spinti 40 km a nord-ovest per visitare Civitella del Tronto: oltre a un borgo storico molto pittoresco si trova la Fortezza, ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie, con un bellissimo camminamento da cui si vede la costa, la campagna sottostante e la zona meridionale delle Marche.
Il Gran Sasso
Ecco il momento clou di tutto il viaggio in Abruzzo: la salita al Gran Sasso! Dopo la notte a Isola (purtroppo non proprio a portata di Gran Sasso, consiglio un luogo più vicino come S. Stefano di Sessanio) di buona mattina siamo saliti in auto a Campo Imperatore, lo splendido altipiano ai piedi del Gran Sasso. Dal parcheggio degli impianti di Campo Imperatore abbiamo preso il sentiero che in circa tre ore ci ha portato sul Corno Grande (2.912 m), la cima più elevata del Gran Sasso (alla nostra salita fino in vetta al Gran Sasso, da brava trekker, dedicherò un post a parte).
Il secondo giorno abbiamo esplorato i borghi in zona: Castelli, borgo famoso per la produzione dei manufatti in ceramica, Castel del Monte con il suo bel ricetto medievale (purtroppo in parte danneggiato dal terremoto), e Santo Stefano di Sessanio, il più suggestivo di tutti i borghi della zona.
A pochi chilometri da Campo Imperatore svetta anche la famosa Rocca Calascio, uno dei simboli della regione: oltre alla salita alla fortezza, in posizione estremamente scenografica su un colle, anche il borgo di Calascio, ai suoi piedi, tra scalinate e stradette selciate, è davvero molto bello.
Ortona e la Costa dei Trabocchi
Dopo aver trascorso due giorni abbondanti nella zona del Gran Sasso siamo tornati sul mare, questa volta scegliendo di fare base per due notti a Ortona, in provincia di Chieti. Qui comincia la famosa “Costa dei Trabocchi”: da Ortona fino a Vasto la costa è infatti disseminata di queste bellissime macchine da pesca, molte delle quali sono state trasformate in ristoranti. A nord di Ortona abbiamo trascorso una giornata in spiaggia a Punta Ferruccio, molto appartata e tranquilla, facendo anche una puntatina alla Spiaggia Ripari di Giobbe (ho decisamente preferito la prima a quest’ultima).
A sud di Ortona comincia la Costa dei Trabocchi vera e propria, molto bella da visitare in bici grazie alla ciclabile che corre parallela al mare. In zona si trova l’Eremo Dannunziano, con una bella vista mare, lidi attrezzati ma anche piccole spiagge selvagge.
Dopo il mare ci siamo diretti nuovamente verso l’interno, questa volta per andare a visitare Rocca Scalegna, con il suo suggestivo castello abbarbicato su uno sperone di roccia. Da qui ci siamo spostati verso le affascinanti Gole di Fara San Martino, uno stretto canyon attraversabile a piedi (una sorta di Piccola Petra praticamente!): in meno di mezzora dal parcheggio si arriva ai resti di un monastero benedettino ai piedi di pareti di roccia imponenti (i più allenati possono proseguire lungo il sentiero per salire fino alla Majella).
La Majella
Lasciate le Gole di Fara San Martino abbiamo risalito il versante orientale del massiccio della Majella verso la nostra tappa successiva: la Majella stessa! Salendo lunghi e ampi tornanti siamo saliti lentamente verso Passo Lanciano e quindi la Block Haus. Raggiunto il Rifugio Bruno Pomilio, dove finisce la strada, abbiamo proseguito a piedi fino al termine dell’itinerario “Lelio Porreca – Indro Montanelli” e quindi ci siamo accampati per la notte con la nostra tenda (dormire in tenda in montagna non ha davvero prezzo, è sempre un’esperienza meravigliosa!).
La mattina seguente avremmo potuto proseguire verso il Monte Amaro, la cima più alta della Majella, ma avevamo una tabella di marcia già bella fitta, quindi abbiamo rimandato al nostro prossimo viaggio in Abruzzo. Scesi dalla Block Haus abbiamo esplorato il versante occidentale della Majella: per prima cosa ci siamo diretti all’Eremo di Santo Spirito alla Majella (ci si arriva comodamente in auto) e quindi all’Eremo di San Bartolomeo in Legio (qui invece si deve scarpinare per una mezz’oretta in discesa e quindi risalire).
Scesi verso Caramanico Terme dove abbiamo raggiunto la Riserva Naturale della Valle dell’Orfento per una piacevole passeggiato nel fresco del bosco a ridosso del fiume Orfento. La giornata – alquanto intensa – ha avuto come tappa finale Sulmona, senza però tralasciare, essendo di strada, il bellissimo borgo di Pacentro.
Abbiamo visitato Sulmona in serata e la mattina seguente abbiamo proseguito il nostro tour degli eremi (in Abruzzo ce ne sono davvero tantissimi) visitando l’Eremo di S. Onofrio al Morrone, il più famoso degli eremi legati alla figura di Papa Celestino V, a poca distanza da Sulmona.
Il Lago di Scanno
Di strada verso il Lago di Scanno, attraversando la spettacolare strada serpeggiante attraverso le Gole del Sagittario, ci siamo fermati per una passeggiata sulle sponde del Lago di San Domenico, dove si trova un altro piccolo eremo: l’eremo di San Domenico. Prima di rilassarci per qualche ora al Lago di Scanno, abbiamo fatto tappa a Scanno, il borgo a una manciata di chilometri del lago, e siamo saliti al borgo di Frattura, da cui si gode un bel panorama su tutto il lago.
Prima di tornare sulla costa, per l’ultima fetta del nostro viaggio in Abruzzo, abbiamo voluto toglierci uno sfizio: io volevo tanto vedere Alba Fucens, con i suoi resti del periodo romano, Stefano invece voleva vedere la Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta. E così è stato: Alba Fucens è una città romana a cielo aperto interessante da visitare, ma – ahimè – alquanto abbandonata a se stessa (non c’è nessun cartello informativo che accompagni la visita).
La Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta è un piccolo scrigno di bellezza: fortunatamente era aperta e quindi abbiamo potuto ammirare i suoi meravigliosi interni affrescati.
Vasto e Punta Aderci
Il nostro viaggio in Abruzzo si è concluso a Vasto, dove ci siamo ritagliati quattro giornate per rilassarci e goderci il mare. Abbiamo lasciato i lidi attrezzati (anche se la zona di Vasto Marina ci è sembrata comunque molto carina) per dedicarci alle spiagge selvagge di Punta Aderci e Punta Penna: svariati chilometri di spiagge incorniciate da un promontorio spettacolare, parte finale della Splendida Costa dei Trabocchi, con un mare bellissimo
(Con una manciata di chilometri da lì si è in Molise: potevamo non metterci il naso per curiosare? Quel poco che abbiamo visto ci ha molto incuriosito… Tra l’altro in Molise si può bivaccare ovunque senza restrizioni… Forse abbiamo già l’idea per una prossima vacanza!).