L’Alaska è il vostro grande sogno di viaggio da sempre? State pensando di andarci e dovete organizzare il vostro on the road? Qui vi racconto il mio itinerario di viaggio in Alaska, 4.000 km su e giù attraverso i luoghi più imperdibili e selvaggi del 49° stato americano (leggete fino in fondo: troverete in più una sorpresa).
On the road in Alaska: le cose da sapere
L’Alaska è una terra selvaggia e sorprendente, dove la natura la fa da padrona, e dove spostarsi può sembrare semplice: le strade percorribili infatti sono piuttosto “obbligate”, nel senso che sono davvero poche (si tratta sostanzialmente della Alaska Route 1, 2, 3 e 4) con solo qualche deviazione possibile.
Nonostante questa semplicità apparente, ci sono precise accortezze da prendere.
Primo avvertimento: non siete in Europa. Se siete abituati ad avventurarvi in fantastici on the road spensierati in lungo e in largo attraverso il Vecchio Continente, sappiate che in Alaska è tutto molto diverso:
- Può capitare di percorrere decine di chilometri senza trovare alcun centro abitato (e quindi nessun hotel o ristorante);
- La fauna selvatica può attraversarvi la strada in qualsiasi momento, quindi è importante prestare attenzione (un grosso alce che vi attraversa la strada all’improvviso, credetemi, non è piacevole);
- (Anche) per il motivo di cui sopra è consigliabile evitare di viaggiare di notte (inoltre le strade sono per lo più buie);
- È importante controllare sempre il livello del carburante: le stazioni di rifornimento sono limitate;
- Alcune località non sono raggiungibili in auto: la stessa capitale dell’Alaska, Juneau, è raggiungibile solo in nave o in aereo.
- Ci sono strade sterrate (occhio perché non tutte le compagnie di noleggio dell’auto consentono, da contratto, di percorrerle).
Metto subito le mani avanti non per scoraggiarvi, anzi, ma solo per farvi alzare bene le antenne: con la wilderness alascana non si scherza! Detto questo, passiamo alle cose concrete: ecco il mio itinerario di viaggio in Alaska.
In breve:
- Abbiamo fatto un giro ad anello con partenza e rientro su Anchorage;
- Si tratta di un itinerario “classico” perché tocca tutte le località principali raggiungibili in auto, con due deviazioni: verso il Circolo Polare Artico e nel Parco di Wrangell-St. Elias;
- In totale abbiamo percorso circa 4.000 km su un totale di 13 giorni.
Ora vi racconto in dettaglio le tappe che abbiamo fatto.
Il nostro viaggio in Alaska: le tappe in dettaglio
Anchorage
Anchorage – Talkeetna: 180 km (circa 2 ore)
Un viaggio in Alaska non può non cominciare da Anchorage, la città più popolosa dello stato, sede del principale scalo aereo (con collegamenti anche internazionali). Un paio di giorni in città sono più che sufficienti oltre che un’occasione piacevole per rilassarsi dopo il lungo volo e prepararsi al grande nord.
Da vedere in città: l’Anchorage Museum, la statua di Balto, il Town Square Park, il Resolution Park con la statua di James Cook. Se ci andate in estate non perdetevi il 49th State Brewing, ottimo per le sue birre artigianali e il cibo delizioso, con il suo rooftop panoramico dove godersi la luce fino a tardi; inoltre in estate non perdetevi una pedalata lungo la ciclabile che attraversa il Kincaid Park, lungo la costa che affaccia sul Cook Inlet.
Dove dormire: presso il GuestHouse Inn & Suites Anchorage Inn, in pieno centro, con navetta gratuita da e per l’aeroporto.
Talkeetna
Anchorage – Talkeetna: 180 km (circa 2 ore)
Si inizia in modo soft! Talkeetna è una tappa piacevole per spezzare il lungo viaggio verso Fairbanks (quasi 600 km in totale). Si tratta di un villaggio turistico sul fiume Susitna fatto di case colorate, locali caratteristici pieni di palchi di cervo e negozi di souvenir. Colorata e vivace, è una tappa assolutamente da fare, anche se poco distante da Anchorage (e ultimo centro abitato di una certa rilevanza lungo la Parks Highway).
Da fare: Talkeetna è il posto ideale dove fare kayak sul fiume, ma soprattutto da dove partire per i voli panoramici a bordo di piccoli aerei sopra sua maestà il Denali, la montagna più alta del continente nord-americano. Se siete in zona non perdetevi l’ebbrezza di ammirarlo dall’alto!
Dove dormire: al Dave Fish Alaska Lodging, gruppo di quattro cabin in mezzo al bosco pochi chilometri prima di Talkeetna.
Parco del Denali
Talkeetna – Parco del Denali: 245 km (circa 2 ore e 30)
Uno dei, se non “il” luogo più famoso di tutta l’Alaska (e chi ha visto Into the Wild sa cosa intendo). Una tappa di un paio di giorni qui è obbligatoria per fare trekking nella natura (occhio agli orsi però!) o anche per bivaccare (durante la bella stagione). Fuori dal parco ci sono lodge e complessi di casette di legno (le cabin) dove soggiornare, perfetti per spezzare il viaggio verso nord.
Da fare: esplorare il parco in modo autonomo o a bordo degli appositi bus del parco. Tra i percorsi di trekking da non perdere è il Savage Alpine Trail (non lasciatevi suggestionare dal nome, non è niente di difficile). In partenza verso nord fate tappa a Healy, un piccolo abitato da cui parte lo Stampede Road (il percorso da cui è partito Christopher McCandless). Qui si trova inoltre un’altra succursale del già citato locale 49th State Brewing: quello di Healy è ancora più caloroso e caratteristico di quello di Anchorage, non mancate di fermarvi anche solo per una birra.
Dove dormire: al Denali Hostel & Cabins, un lodge spartano vicino al fiume e lungo la strada con spazi in comune.
Fairbanks
Parco del Denali – Fairbanks: 200 km (circa 2 ore e 15)
Fairbanks -BLM Arctic Circle Campground: 312 km (circa 4 ore e 45 minuti)
Fairbanks è la “capitale” del nord alascano, seconda città per popolazione e ultimo centro abitato degno di questo nome prima di addentrarsi nella tundra artica. La sua storia è legata a quella dei giacimenti d’oro, scoperti in zona intorno ai primi del ‘900. Fairbanks è anche una delle zone dove è più probabile vedere l’aurora boreale.
La città è un luogo di passaggio cruciale per raggiungere la zona orientale dello stato: l’Alaska Route 2 scende verso la Delta Junction per poi proseguire verso il confine canadese. In alternativa, dalla Delta Junction si prende la Richardson Highway e si punta verso sud, toccando prima Glennallen e quindi giù giù verso Valdez (se volete accorciare il percorso, da Glenallen potete prendere direttamente la Alaska Route 1 fino ad Anchorage).
Noi abbiamo approfittato della sosta di due giorni a Fairbanks per fare una deviazione al Circolo Polare Artico, lungo la mitica Dalton Highway, considerata tra le strade più pericolose al mondo. Fattibile in giornata da Farbanks, la strada – sterrata e percorsa da autotreni a tutta velocità – attraversa il fiume Yukon e raggiunge i pressi del BLM Arctic Circle Campground, il punto in cui si entra ufficialmente nel circolo polare (e qui è di rito una foto con il cartello che indica il passaggio della linea immaginaria del Circolo Polare).
Da fare: si può visitare uno dei gold camp della zona, dove andare alla ricerca dell’oro come un tempo, oppure il Pioneer Camp, il museo dedicato ai cani da slitta e il museo del nord.
Dove dormire: al 7 Gables Inn & Suites, un b&b comodo e molto accogliente (la colazione è favolosa!)
Parco di Wrangell-St. Elias
Fairbanks -Wrangell St. Elias Visitor Center: 408 km (circa 4 ore e 30)
Il “Wrangell” è un parco naturale immenso, il più grande degli Stati Uniti (è sei volte Yellowstone), dal 1979 Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Qui svettano cime imponenti quali il Monte Saint Elias (5.489 m), secondo in altezza dopo il Denali, ghiacciai, laghi, vecchi insediamenti e miniere abbandonate, come la suggestiva Kennecott.
Si entra nel parco da Chitina, avventurandosi lungo la McCarthy Road, una pista sterrata e impervia di 96 km che richiede massima attenzione alla guida. Una volta arrivati nel parco ci sono innumerevoli percorsi di trekking: prima di avventurarsi da soli è sempre meglio informarsi prima presso il Visitor Center, dove è anche possibile farsi dare un bear spray da impugnare nel caso di incontri poco piacevoli con gli orsi.
Da vedere: oltre ai sentieri di trekking e alla visita del sito minerario di Kennecott, c’è un posto alquanto bizzarro dove fermarsi, che risponde al nome di North Pole, poco fuori Fairbanks: le strade portano nomi legati al Natale, i lampioni della luce riproducono le decorazioni natalizie e c’è un immenso negozio di articoli natalizi con Santa Claus in persona e la scuola di volo delle renne (è proprio di strada, non potete non fermarvi); merita una sosta anche il sito storico della Rika’s Roadhouse, che è parte del Big Delta Historical Park.
Dove dormire: presso il Blackburn Cabins, con cabin super accoglienti proprio in mezzo al bosco e uno staff molto gentile.
Valdez
Wrangell St. Elias Visitor Center – Valdez: 176 km (circa 2 ore)
Lasciato il Wrangell, abbiamo ripreso possesso di una strada “civile” (la Richardson Highway) per puntare quindi verso sud, la zona più ricca di ghiacciai di tutta l’Alaska. La strada è molto panoramica e regala piacevoli viste sui Chugach, le montagne circostanti, su ghiacciai, cascate a bordo strada e passi quasi alpini. La discesa dal Passo Thompson verso Valdez è sicuramente il tratto più panoramico di tutti!
Da vedere: il ghiacciaio Worthington, proprio lungo la strada, e il lago formato dal ghiacciaio Valdez, appena fuori dalla cittadina; durante la bella stagione Valdez è anche il luogo ideale da cui partire per escursioni ai ghiacciai in barca o elicottero, uscita di pesca, uscite in kayak o rafting.
Dove dormire: al Best Western Valdez Harbor Inn, sul porto, che ha al suo interno anche un pub con ristorante
Seward
Valdez – Seward: 680 km (circa 7 ore e 45 minuti)
Da Valdez abbiamo rifatto la strada dell’andata fino a Glenallen, per poi piegare a sinistra prendendo la panoramicissima Alaska Highway. Avremmo voluto fare la traversata in traghetto fino a Whittier, ma a causa della tarda stagione abbiamo avuto come unica possibilità l’auto. Un on the road che ci ha tenuti impegnati l’intera giornata ma che ci ha ripagato con viste meravigliose sui Monti Talkeetna e Chugach.
Da vedere: lo spettacolare ghiacciaio Matanuska, accessibile con una breve deviazione dalla strada, la valle di Palmer, il centro agricolo dell’Alaska, e la baia di Turnagain.
Dove dormire: nello storicissimo Hotel Seward, dall’atmosfera di altri tempi, proprio in centro.
Homer e Hope
Seward – Homer: 270 km (circa 3 ore e 30) e rientro ad Anchorage: 204 km (circa 2 ore e 30)
Seward è affacciata sul mare è un un centro tranquillo e piacevole, punto di partenza perfetto per le escursioni in barca tra i ghiacciai della zona (durante la bella stagione). Da Seward abbiamo approfittato per attraversare la penisola del Kenai fino a Homer, un posto davvero particolare (col senno di poi avrei aggiunto almeno una notte qui), a partire dalla sua lunga striscia di sabbia, lo “Spit”.
A conclusione del viaggio, da Seward siamo rientrati ad Anchorage, facendo però un’ultima tappa a Hope, prima di rientrare in città.
Da fare: una giornata in barca per ammirare i ghiacciai dal mare partendo da Seward, un’uscita di pesca all’halibut da Homer (ma ci sono tanti altri tour possibili), escursionismo lungo i sentieri del Kenai, il ghiacciao Exit vicino a Seward, una visita al tranquillo villaggio di Hope con il suo museo minerario.
Spunti utili sull’Alaska
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