Crocevia di popoli e culture, centro nevralgico e cuore pulsante dei Balcani, Sarajevo è una città che ha molto da raccontare. Il tutto in un modo molto affascinante, accostando elementi del mondo occidentale e influenze orientali.
C’è chi è titubante – raccontando del mio viaggio imminente in Bosnia-Erzegovina, il commento principale è stato “Ma cosa ci vai a fare? C’è stata la guerra” – e chi invece ne resta affascinato e ci torna a più riprese. Io sono partita senza aspettative. Sapete come è andata? Ve lo racconto qui!
Sarajevo in breve
Sarajevo ha poco più di 300.000 abitanti ed è la città più grande e capitale della Federazione di Bosnia ed Erzegovina (insieme alla Repubblica Serba una delle due entità che compone lo stato).
Con alle spalle una lunga storia di convivenza tra religioni e culture diverse si è guadagnata l’appellativo di “Gerusalemme d’Europa“. A Sarajevo, infatti, non è raro trovarsi al cospetto di una moschea, una sinagoga e una chiesa ortodossa e/o cattolica nel giro di pochi isolati.
Il 1461 è considerato l’anno di fondazione di Sarajevo: in quell’anno Isa-Beg Isaković, primo governatore ottomano in Bosnia, trasformò un gruppo di villaggi in una città e capitale, costruendo edifici fondamentali come una moschea, un mercato coperto, bagni pubblici, un ostello e il Palazzo del Governatore (saray).
A fine ‘800, dopo l’occupazione ottomana, passò invece sotto il controllo dell‘Impero Asburgico, prima di diventare teatro dell’attentato del 1914 che scatenò la Prima Guerra Mondiale, e subire il tragico assedio durante la guerra in Bosnia (1992-1996).
Dopo avervi raccontato in breve cosa aspettarsi da un viaggio a Sarajevo, ora è il momento di passare alle cose concrete: qui sotto vi do i miei consigli sulle cose da fare e vedere in città.
Cosa fare e vedere in città
Sarajevo è una città carica di fascino e suggestione, che mescola stili di epoche diverse e culture differenti: si va dai monumenti ottomani agli austeri palazzi asburgici senza dimenticare i tristi strascichi della guerra degli anni ’90.
Per visitare la città e il suo circondario due giorni sono sufficienti. Con un giorno in più potete visitare anche Mostar, con una gita in giornata in treno, oppure esplorare i suoi dintorni, in autonomia o con una escursione guidata.
Baščaršija
Baščaršija è il cuore storico di Sarajevo: un quartiere fatto di viuzze, caffetterie, botteghe artigianali, moschee e cortili nascosti dove nel XV secolo sorgeva il bazar ottomano.
La vostra visita a Sarajevo non può non cominciare da qui, il luogo più affascinante della città, da esplorare muovendosi senza meta lasciandosi guidare dall’ispirazione del momento.
Tra le cose da vedere nel quartiere ottomano:
- La Piazza dei Piccioni con la fontana Sebilj (del 1891) e il vicolo dei calderai (il Kazandžiluk);
- La Moschea Gazi Husrevbey del XVI secolo con la sua madrasa e la torre dell’orologio;
- Morica Han, il caravanserraglio meglio conservato di Sarajevo;
- Il vecchio mercato coperto di Bezistan.
Il lungo fiume
Il fiume Miljacka bagna Sarajevo e, anche se non spicca per la bellezza delle sue acque, concentra sulle sue sponde alcuni dei luoghi più significativi della città:
- Vijećnica: un tempo municipio e poi biblioteca, venne incendiato il 25 agosto 1992 e quindi ricostruito; oggi è monumento nazionale e ospita concerti ed eventi;
- Il Ponte Latino: ponte storico ottomano che attraversa il fiume Miljacka, fu luogo dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, evento che condusse allo scoppio della Grande Guerra;di fronte si trova il Museo Sarajevo 1878-1918, dedicato all’attentato;
- L’Accademia delle Arti: in stile neogotico, posizionato sulle sponde del fiume, di fronte al curioso ponte a spirale “Festina Lente” (che significa “affrettati lentamente”).
La Sarajevo asburgica
Della Sarajevo asburgica, puoi ammirare i palazzi che si susseguono lungo il viale Ferhadija, dove l’architettura austro-ungarica si mescola con quella ottomana. Altri punti d’interesse includono la Cattedrale del Sacro Cuore e l’edificio della Banca Nazionale, testimonianze del periodo di modernizzazione sotto il dominio asburgico.
Il Bastione Giallo
Dall’alto della collina sovrastante il centro storico, raggiungibile con una scarpinata a piedi di 10-15 minuti da Piazza dei Piccioni, il Žuta tabija (“bastione giallo”) è il luogo perfetto da cui ammirare il tramonto. Ma non è solo questo.
Da questo forte difensivo del ‘700 si abbraccia con la vista tutta la città. Non vi potranno sfuggire interi fianchi di colline ricoperti di tombe risalenti alla Guerra del 1992-1996 (Sarajevo non dimentica i suoi 12.000 morti).
Il monte Trebević
Il Trebević è una meta molto amata dagli abitanti di Sarajevo, che salgono sulla montagna – a piedi o con la funivia – per ammirare Sarajevo e il panorama dall’alto dei suoi 1.160 metri di altitudine. In cima c’è un bar-ristorante con terrazza panoramica, diversi sentieri nel verde e ciò che rimane della pista di bob delle Olimpiadi invernali del 1984, oggi un’attrazione storica e artistica grazie ai graffiti che la ricoprono.
La funivia “Sarajevska Gondola” parte da qui, arriva in cima in circa sette minuti e costa 15€ nell’opzione andata e ritorno o 10€ sola andata (prezzi di settembre 2024).
Casa Svrzo
Casa Svrzo è un mirabile esempio di architettura ottomana a Sarajevo, che mostra come viveva una famiglia musulmana benestante durante il periodo ottomano.
Vale la pena visitarla per ammirare i suoi interni autentici e scoprire lo stile di vita tradizionale bosniaco, immersi in un’atmosfera d’epoca (a settembre 2024 era però chiusa per restauri, non si conosce la data di riapertura).
Il Museo del Tunnel e il “tour dell’assedio”
Ho lasciato questo luogo in fondo non perché sia il meno importante, ma perché è un posto davvero toccante, che merita uno spazio tutto suo. Di tutti i musei di Sarajevo questo è sicuramente quello più particolare.
Il museo racconta e preserva una sezione del tunnel sotterraneo usato durante l’assedio di Sarajevo (1992-1996) per trasportare viveri, armi e persone sotto il fuoco nemico. Simbolo di resistenza e sopravvivenza, rappresenta il coraggio e la determinazione della popolazione durante la guerra in Bosnia.
Il museo è visitabile in autonomia, ma serve un’auto o quanto meno un passaggio in taxi perché si trova nei pressi dell’aeroporto (a circa mezzora di distanza dal centro). Una validissima alternativa è quella di visitare partecipando al tour guidato chiamato “Tour dell’assedio“, che viene proposto da diverse agenzie di Sarajevo.
Oltre al tunnel si visita il Bastione Giallo, la pista da bob del Trebević, e alcune tra le zone più esplicative del conflitto serbo-bosniaco. Il grande valore aggiunto è dato dalla guida locale, che vi può raccontare in prima persona cosa hanno significato gli anni allucinanti dell’assedio per Sarajevo e i suoi abitanti (noi abbiamo partecipato a un tour guidato con Meet Bosnia, che vi consiglio assolutamente).
Dove dormire
Dopo avervi raccontato cosa fare e vedere a Sarajevo, passo a qualche informazione pratica che vi potrebbe essere di aiuto.
Sarajevo è suddivisa in quattro zone: Stari Grad, Centar, Novi Grad e Novo Sarajevo. L’area più interessante è indubbiamente la prima, che corrisponde al nucleo storico della città (“Stari Grad” significa appunto “Città vecchia“).
Questa è la zona più affascinante e comoda dove soggiornare: il centro storico è compatto e piccolino, piacevole da girare a piedi esplorando le strette vie di epoca ottomana. Stari Grad è ben servita dai mezzi pubblici (tram e bus) quindi potrete spostarvi senza alcuna fatica oltre a pullulare di ristoranti e caffè.
Noi abbiamo soggiornato presso il superlativo Apartments Protin sokak, un comodo appartamento dotato di tutto a pochi passi dalla Piazza dei Piccioni, la piazza principale della città. Non avremmo davvero potuto chiedere di meglio: scesi i gradini di ingresso eravamo già catapultati nel fascino della Baščaršija, tra antichi bazar, vie acciottolate e profumo di caffè.
Dove mangiare
Come ho detto sopra nel centro storico di Sarajevo ristoranti e caffè non mancano, anzi. Tra le cose da assaggiare in città non potete perdervi i cevapcici, il piatto tradizionale bosniaco (piccole salsicette di manzo e agnello dal gusto speziato e deciso), la pljeskávica (una sorta di hamburger), il burek di ispirazione turca e il bósanski lónac (una zuppa a base di carne).
I cevapcici sono a tal punto un’istituzione da decretare una specifica categoria di ristoranti: a Sarajevo troverete infatti il ristorante tradizionale e poi la cevabdžinica, ovvero un piccolo ristorante che propone solo cevapcici (serviti con pane somun – una sorta di pita – e cipolla).
Tra i ristoranti di Sarajevo che vi consiglio: Inat kuća, in posizione piacevole sul fiume e dagli interni decorati con arredi tradizionali, il ristorante Dveri, in posizione centralissima, Sač, specializzato in burek, Ćevabdžinica Beg, che serve ottimi cevapcici e non solo.
Ma Sarajevo non è solo cibo tradizionale: è anche il posto perfetto dove assaggiare il caffè bosniaco, simile a quello turco, ma anche il salep, una bevanda calda a base di latte, cannella e un estratto di orchidea. I posti giusti dove assaggiarli sono la Čajdžinica Džirlo, una tea-house minuscola ma fornitissima (il proprietario è molto premuroso), e il cafè Andar, un locale molto creativo creato da una x bottega di scarpe.
Come arrivare
Noi abbiamo raggiunto Sarajevo con un volo low-cost operato da Ryanair dall’aeroporto di Bergamo, una nuova tratta inaugurata a metà 2024. Al momento in cui scrivo (n.d.r. settembre 2024) ci sono collegamenti diretti anche da Roma-Fiumicino operati da Wizzair.
In alternativa ci sono collegamenti in pullman con Flixbus da Milano con cambio a Zagabria. Aggiungo un’altra possibilità (che prima o poi farò): Sarajevo non è così lontana dall’Italia (sono circa 1.000 km dall’Italia), quindi ci sta bene come doverosa tappa durante un on the road nei Balcani.
Come raggiungere il centro dall’aeroporto
L’aeroporto di Sarajevo si trova 12 km a sud-ovest della città. Gli spostamenti sono possibili in taxi (numerosi ed economici) oppure in bus: il biglietto costa 2,50€ a tratta, porta fino alla centralissima fermata di Baščaršija.
Qui sotto gli orari da e per l’aeroporto:
Cosa vedere nei dintorni di Sarajevo
Se avete più di un paio di giorni a disposizione, il consiglio è quello di dedicare del tempo anche all’esplorazione di altri angoli della Bosnia. Tra le mete più gettonate:
- Mostar, simbolo della Guerra della Bosnia (1992-1995), seducente e ancora con profonde ferite, è facilmente raggiungibile in treno da Sarajevo con un viaggio di circa 2 ore e mezza (noi ci siamo stati in giornata… ne parlerò presto!);
- Le Cascate di Skakavac: una spettacolare cascata alta 98 metri situata a circa 12 km a nord di Sarajevo, accessibile tramite un bel percorso di trekking;
- Visoko e le piramidi: una destinazione misteriosa nei pressi della cittadina di Visoko;
- Srebrenica e il fiume Drina: teatro di una feroce strage durante la guerra, è una testimonianza forte di quegli anni terribili, da abbinare al mitico fiume che segnava il confine tra Impero Romano d’Oriente e Occidente.
Letture consigliate su Sarajevo
Se anche voi, come me, siete curiosi di conoscere di più sul luogo che state per visitare – soprattutto nel caso di una città così intensa e complessa come Sarajevo – qui vi consiglio un paio di libri che ho letto personalmente:
- Il Ponte sulla Drina: un grande classico della letteratura balcanica, questo capolavoro di Ivo Andrić racconta la storia secolare di un ponte simbolico che da sempre divide est e ovest e delle vicende umane che si intrecciano attorno ad esso;
- Storia della Bosnia. Dalle origini ai giorni nostri: opera del giornalista e storico Noel Malcolm traccia un’analisi approfondita e dettagliata della complessa storia della Bosnia, esplorando le sue dinamiche politiche, sociali e culturali attraverso i secoli fino all’epoca contemporanea.