Immensa, sorprendente, varia, selvaggia: la Namibia è una meta che consiglio a tutti i viaggiatori che come me amano la libertà e gli spazi sterminati, fuori dalla civiltà, e che non hanno paura di trovarsi soli al cospetto della natura.
Dopo avervi raccontato per filo e per segno come e perché organizzare un self drive in Namibia, ora è il turno di raccontarvi il nostro itinerario dettagliato. Sperando come sempre di esservi di spunto e aiuto nella pianificazione del viaggio!
Cose da sapere prima di organizzare un viaggio in Namibia
Prima di raccontarvi in dettaglio quello che è stato il nostro itinerario di viaggio in Namibia, mi sembra doveroso lasciarvi qualche consiglio utile per la pianificazione.
- Scegliete con cura il periodo del viaggio: il periodo ideale per visitare la Namibia è quello corrispondente alla nostra estate, quando là è in inverno; il periodo ideale è all’incirca da giugno a settembre, che coincide con la stagione secca e meno afosa;
- Giocate d’anticipo: se volete organizzare un viaggio in autonomia, è consigliato iniziare a pianificare l’itinerario e a prenotare gli alloggi con largo anticipo (calcolate almeno sei mesi prima se volete dormire nei camp-site; noi a dicembre 2023 abbiamo trovato dei camp-site già pieni per giugno 2024); questo perché il numero degli alloggi è limitato;
- Tenete monitorati i voli in anticipo: al momento l’unico collegamento diretto dall’Europa è operato da Lufthansa, in alternativa dovrete volare verso il Sud-Africa e da lì prendere un volo per Windhoek; un volo dall’Italia, con scalo a Francoforte, costa circa 900€, ma potete trovare anche a meno se avete fortuna e pazienza (noi abbiamo spuntato un interessante a/r con scalo a Francoforte a 600€ prenotando sei mesi prima);
- Selezionate con attenzione il mezzo di trasporto: se sognate un viaggio in libertà, la cosa migliore è prenotare un pick-up con tenda, come abbiamo fatto anche noi e come fa buona parte dei viaggiatori (come dicevo, ho raccontato tutto sul self-drive in Namibia qui);
- Il campeggio libero è vietato: anche se noleggiate un pick-up con tenda sul tetto (come abbiamo fatto noi), c’è comunque l’obbligo di soggiornare all’interno di un camp-site predisposto, campeggiare in libertà è vietato;
- Non è necessario il visto turistico: per entrare nel paese basta un passaporto con validità residua di almeno sei mesi; per soggiorni di turismo fino a 90 giorni non serve alcun visto; se si viaggia con bambini, è obbligatorio avere con sé una copia integrale dell’atto di nascita, autenticata e tradotta.
Quanti giorni stare?
La Namibia per dimensioni è quasi tre volte l’Italia e le sue distanze sono considerevoli. Detto questo, c’è chi sceglie di fermarsi solo per dieci giorni concentrandosi nelle località principali, chi fa due settimane o tre, e c’è anche chi decide di abbinare un viaggio in Namibia al Botswana o al Sudafrica. Insomma, le possibilità ci sono tutte (ecco, magari non scenderei sotto i dieci giorni, che già mi sembrano davvero pochini).
Il mio consiglio è quello di dedicare alla Namibia almeno due settimane. Ciò vi permetterà di visitare i luoghi più significativi del paese con una certa comodità. Se invece avete a disposizione tre settimane, anche meglio! Potrete così permettervi di raggiungere anche località meno frequentate, come le Epupa Falls (al confine con l’Angola), la leggendaria Skeleton Coast, il Deserto del Kalahari o altri parchi minori.
Noi siamo rimasti in Namibia per 22 giorni, dal 16 giugno al 7 luglio: ciò ci ha permesso di visitare tutti i luoghi “classici”, più altre zone meno bazzicate, e fare anche qualche tappa intermedia per spezzare lunghi trasferimenti.
Ma ora vediamo in dettaglio quali sono state le tappe del nostro viaggio in Namibia!
Il nostro itinerario di viaggio in Namibia tappa per tappa
C’è lascia la capitale Windhoek e si dirige subito a sud, per poi risalire a nord compiendo un giro ad anello, e chi invece punta tutto a nord per poi scendere a sud. In realtà non ci sono motivazioni particolari per prediligere la prima o la seconda opzione. Noi abbiamo preferito di fare prima il nord, perché dovendo prenotare con molto anticipo volevamo essere sicuri di trovare posto nel luogo numero uno in Namibia: il Parco dell’Etosha.
Nei nostri 22 giorni di viaggio abbiamo percorso in totale quasi 7.000 km (6.700 per l’esattezza), da nord a sud, dormendo in 16 alloggi diversi (13 camp-site e 3 lodge), a bordo di un pick-up Ford Ranger 4×4 con tenda montata sul tetto.
Abbiamo organizzato tutto da soli, gestendo in autonomia anche la prenotazione degli alloggi e la creazione dell’itinerario. Molti viaggiatori si affidano ad agenzie locali per le prenotazioni di campsite e lodge, ma non è davvero necessario: prenotare da sé è fattibilissimo (si deve solo giocare d’anticipo!). Molti lodge e camping site sono gestiti dal NWR (Namibia Wildlife Resorts) quindi potete gestire più prenotazioni direttamente con loro.
Questo il nostro itinerario ad anello da nord a sud:
Da Windhoek alla Okonjima Nature Reserve
Un viaggio in Namibia non può che cominciare da Windhoek, capitale del paese e sede del principale aeroporto. In città non c’è nulla per cui valga la pena fermarsi: la cosa forse più interessante è la Christuskirche, che la si può ammirare anche solo passandoci in auto.
Il nostro car rental ci ha accolto in aeroporto e offerto il trasferimento presso i loro uffici in centro a Windhoek, dove abbiamo sbrigato le pratiche per il noleggio, e soprattutto ricevuto istruzioni su come usare il pick-up e la tenda. Ritirata l’auto, fatto rifornimento di carburante e la spesa, siamo partiti verso la nostra prima tappa: la Okonjima Nature Reserve.
La Okonjima Nature Reserve è una delle tante riserve presenti in Namibia. Noi abbiamo scelto di soggiornarci perché sede della Africat, un’organizzazione non-profit fondata nel 1991 dedicata alla salvaguardia dei grandi carnivori africani, in particolare ghepardi e leopardi.
Al suo interno sono presenti anche svariate altre specie, inclusi zebre, giraffe, orici, rinoceronti e molti altri erbivori. Nella riserva – dove è possibile alloggiare in chalet, lodge ma anche in splendidi camp-site attrezzati di tutto – sono disponibili diverse attività, tra cui safari notturni e diurni, tracking di leopardi, rinoceronti e pangolini. Il nostro incontro con un cucciolo di leopardo e la sua mamma è stato tra i momenti più emozionanti di tutto il viaggio!
Lunghezza tappa: la Okonjima Nature Reserve si trova 263 km a nord di Windhoek, ed è raggiungibile in circa 3 ore di viaggio lungo la A1 fino a Okahandja, quindi la B1; l’ultimo tratto per raggiungere la riserva è sterrato, ma in ottime condizioni. Atterrati la mattina alle 07:00 e reduci da un volo di oltre dieci ore, abbiamo deciso di cominciare con una tappa breve (e abbiamo fatto bene!).
Dove dormire: se volete la formula lodge potete scegliere il Okonjima Plains Camp oppure il lussuoso Okonjima Luxury Bush Camp. Per prenotare i camp-site consultate invece direttamente il sito ufficiale (a cui fanno capo tutte le strutture). Il camp-site qui è più caro della media dei camp-site namibiani, ma ne vale davvero la pena!
Waterberg Plateau National Park
Il Waterberg Plateau è compreso nel parco omonimo e prende il nome dalla montagna a forma di tavola che si erge sull’altopiano. L’altopiano è in gran parte inaccessibile dalla base, motivo per cui all’inizio degli anni ’70 diverse specie animali a rischio estinzione furono trasferite qui per proteggerle dai predatori e dal bracconaggio.
Nel parco ci sono rinoceronti bianchi e neri, antilopi, oltre 150 specie di uccelli, leopardi e ghepardi (anche se difficili da avvistare). Il plateau è visitabile solo con trekking guidati, ma esistono sentieri alla base della montagna percorribili anche in autonomia (e in sicurezza).
Lunghezza tappa: dalla Okonjima Nature Reserve al Waterberg Plateau National Park sono solo 121 km, percorribili in circa 1 h e 40 minuti. Lungo il tragitto vi consiglio una sosta, magari per pranzo, alla Crocodile Farm Otjiwarongo (avete mai mangiato carne di coccodrillo?). Oltre a essere una meta paesaggisticamente molto interessante, una tappa nel Waterberg è utile perché comoda per spezzare il viaggio verso l’Etosha.
Dove dormire: abbiamo prenotato un camp-site presso la Waterberg Wilderness, all’interno del parco, che offre chalet, lodge ma anche piazzole (rustiche ma in posizione comoda) e soprattutto escursioni guidate sul Waterberg Plateau (altrimenti non accessibile in autonomia).
Etosha National Park
Beh, l’Etosha non ha bisogno di presentazioni: è il parco numero uno nel paese, la tappa a cui nessun viaggiatore può rinunciare durante un viaggio in Namibia. All’interno del parco è possibile avvistare tutti i Big Five (elefante, leone, leopardo, bufalo e rinoceronte nero), oltre a moltissime altre specie che si muovono intorno all’Etosha Pan, una depressione salina di 5.000 km2 completamente prosciugato durante la stagione secca.
Potete partecipare a safari guidati, ma anche muovervi all’interno del parco con il vostro mezzo, dall’alba al tramonto, cimentandovi in un “safari in autonomia” (rispettando sempre le regole del parco, in primis quella di non scendere MAI dall’auto). Avvistare gli animali è facile, soprattutto durante la stagione secca quando si concentrano intorno alle pozze di acqua per bere.
Lunghezza tappa: ci sono quattro diversi gate d’ingresso; arrivando dal Waterberg noi siamo entrati dal Von Lindequist Gate (il gate orientale), percorrendo in totale 379 km (circa 4 ore di viaggio).
Dove dormire: abbiamo trascorso tre notti nel parco, di cui due in campeggio e una in lodge: la prima al Namutoni Camp, la seconda all’Halali Camp e l’ultima al Dolomite Resort. Per la prenotazione vi consiglio di giocare con molto d’anticipo per sperare di trovare posto all’interno del parco e mandare la vostra richiesta direttamente al NWR.
Epupa Falls
Eravamo titubanti se spingerci fin qui, al confine con l’Angola. La curiosità di vedere la cascate però era troppo forte: abbiamo fatto bene, perché le cascate sono spettacolari e la strada per arrivarci regala un panorama stupefacente che cambia a ogni chilometro. La strada da Opuwo diventa sterrata (per ben 180 km), ma è percorribile tranquillamente. In più in zona ci sono molti villaggi di etnia Himba: se avete intenzione di visitarne uno, questo è il posto giusto dove farlo.
Lunghezza tappa: dal Dolomite Resort siamo usciti dal parco dell’Etosha al Galton Gate (a sud-ovest) e quindi abbiamo puntato tutto a nord, con destinazione finale Epupa Falls (416 km, circa 5 ore e mezza di viaggio).
Dove dormire: abbiamo dormito per due notti all’Epupa Falls Lodge, che offre opzione lodge ma anche camp, in posizione davvero splendida sul fiume Kunene, e che è tra l’altro la struttura più vicina alle cascate. C’è anche un bar-ristorante molto carino con vista panoramica sulle cascate.
Opuwo
Opuwo è una cittadina polverosa e priva di fascino, dove i viaggiatori si riversano solo per fare benzina e rifornimenti di cibo in viaggio tra le Epupa Falls e il sud della Namibia. Qui abbiamo fatto solo una notte per spezzare il lungo viaggio verso Twyfelfontein (ma con il senno di poi avremmo anche potuto saltare questa tappa).
Lunghezza tappa: le Epupa Falls e Opuwo sono separate da una strada sterrata di 180 km (circa 3 ore di strada), molto panoramica, affrontabile anche senza un 4×4.
Dove dormire: ci siamo fermati per una notte al Kaoko Mopane Lodge & Campsite, in posizione tranquilla appena fuori città. Anche qui si può scegliere tra formula lodge oppure camp.
Twyfelfontein
Non tutti si spingono fin qui, alle porte del deserto (soprattutto perché finiscono per preferire il più famoso Brandberg), ma questo luogo merita davvero. Conserva un’alta concentrazione di incisioni rupestri che sono Patrimonio dell’Unesco. Ma non solo: qui ci sono svariati esempi di foresta pietrificata, formazioni geologiche insolite come le Organ Pipes e la Burnt Mountain, ed è possibile avvistare gli elefanti del deserto (che noi abbiamo visto più volte a bordo strada).
Lunghezza tappa: da Opuwo a Twyfelfontein sono circa 320 km, percorribili in un po’ meno di cinque ore. La strada è prevalentemente sterrata, sinuosa e si inerpica tra curve e passi molto scenografici. La strada che porta alle Organ Pipes e al sito rupestre di Twyfelfontein richiede invece attenzione per via del fondo molto ondulato e sabbioso.
Dove dormire: abbiamo dormito una notte presso il Twyfelfontein Elephant Drives Safaris gestito dal superlativo Charles (con cui potete anche partecipare a safari guidati per avvistare gli elefanti del deserto). Il camp è basico, ma dei bagni super moderni e puliti e Charles è una persona deliziosa.
Skeleton Coast National Park
Se la Namibia è il secondo paese al mondo (dopo la Mongolia) meno densamente popolato, la Skeleton Coast non è popolata proprio per niente e solo pochi temerari la esplorano. Il nome identifica l’intero tratto di costa che dall’Angola arriva a Swakopmund e quindi allo Sperrgebiet, ma il parco vero e proprio (lo Skeleton Coast National Park)arriva solo fino al fiume Ugab.
Non ci sono centri abitati, ma solo infinite distese di dune, spiagge spazzate dal vento oceanico, ossa di balena e carcasse di navi arrugginite. Se volete gustarvi la tranquillità più assoluta questo è il posto che fa per voi (noi non abbiamo incontrato altri viaggiatori per ore e ore)!
Lunghezza tappa: arrivando da Twyfelfontein siamo entrati nel parco dal Springbokwasser Gate, ci siamo spinti a nord fino a Terrace Bay (dove si trova un lodge), e siamo scesi a sud fino al nostro camp-site vista oceano (il Mile 108) (411 km, 5 ore e 40 minuti).
Dove dormire: per la notte abbiamo scelto il Mile 108 perché uno dei pochi aperti durante la nostra estate (alcuni camp sono solo stagionali e aperti solo in inverno); il camp è proprio sulla spiaggia, ad ogni piazzola spetta una costruzione in muratura con bagno e doccia, veranda esterna e barbecue riparato dal vento. Alla reception c’è anche un piccolo shop che vende cose essenziali. Per prenotare gli alloggi della Skeleton Coast contattate direttamente il NWR.
Spitzkoppe e Brandberg
Lo Spitzkoppe rientra a pieno titolo tra i luoghi più belli che io abbia visto in Namibia, se non in tutta la mia vita! Le formazioni rocciose che giocano tra mille sfumature di rosso e arancione, i picchi granitici e il deserto che li avvolge sono davvero qualcosa di sensazionale.
Lunghezza tappa: dal Mile 108 ci siamo spostati a sud, con sosta alla colonia di foche di Cape Cross, e quindi a Hentie’s Bay siamo rientrati verso l’interno per raggiungere lo Spitzkoppe. Visitato in giornata, la mattina dopo abbiamo fatto anche tappa (andata e ritorno) verso la Montagna del Brandberg, da cui siamo ripartiti alla volta dell’oceano (dal Mile 108 allo Spitzkoppe sono 200 km (2 ore e 30), dallo Spitzkoppe al Brandberg 130 km solo andata (circa 2 ore).
Dove dormire: avremmo voluto dormire all’interno dello spettacolare Parco dello Spitzkoppe, ma ahimè non c’era più posto (mi raccomando, portatevi avanti con le prenotazioni!). Abbiamo quindi dovuto ripiegare sullo Spitzkoppe Tented Camp & Campsite, appena fuori dal parco.
Swakopmund
Fronte oceano e alle porte del deserto del Namib, Swakopmund è il quarto centro abitato per popolazione del paese ed è una città piacevole dotata di servizi e anche qualche interessante palazzo di epoca coloniale tedesca. In città è possibile fare diverse attività sportive e uscite in barca per avvistare balene, delfini, etc. ma anche escursioni in jeep nel deserto.
Lunghezza tappa: dal Parco dello Spitzkoppe abbiamo fatto tappa alla montagna del Brandberg (130 km, circa 2 ore), e, tornati sulla costa, siamo scesi fino a Swakopmund (180 km, 2 ore e 30 minuti).
Dove dormire: abbiamo trascorso due notti al Tiger Reef Campsite, un grande e comodo campeggio vicino alla spiaggia con un ottimo bar-ristorante vista oceano (non perdetevi le ostriche!). Tramite il campeggio abbiamo prenotato un’escursione in 4×4 alla Sandwich Harbour Bay (non è economico, ma è stato molto bello).
Sesriem e Sossusvlei
Un altro dei luoghi simbolo di tutta la Namibia, l’area è avvolta tra le dune del deserto del Namib e racchiude luoghi spettacolari, come Deadvlei, la Duna 45 e la duna Big Daddy, con i suoi 390 metri di altezza considerata la duna più alta al mondo.
Lunghezza tappa: da Swakopmund siamo scesi ancora più a sud, raggiungendo Sessriem, nel deserto del Namib (350 km, 3 ore e mezza), dove abbiamo pernottato. Una strada asfaltata di 60 km corre dall’ingresso del parco fino alle porte di Deadvlei, dove la strada si fa sabbiosa (solo in pochi proseguono con il proprio 4×4, la maggior parte dei visitatori opta per la jeep navetta).
Dove dormire: siamo stati due notti nel Sesriem campsite, tra orici e sciacalli che venivano a farci visita; vi consiglio di cercare di prenotare qui perché il campeggio è all’ingresso del parco e così potete arrivare per tempo alla Duna 45 per l’alba e quindi a Deadvlei subito dopo.
Lüderitz
Lüderitz è una cittadina costiera di 12.000 abitanti nella zona più meridionale della Namibia, appena prima dell’area inaccessibile dello Sperrgebiet (dove si trovano le miniere di diamanti). In città ci sono interessanti edifici in stile tedesco, il Diaz Point con il faro, cale e calette lungo tutta la baia, la città mineraria “fantasma” di Kolmanskop e Shark Island, che purtroppo ospitò un campo di concentramento durante l’occupazione tedesca. Inoltre è possibile partecipare ad escursioni in barca, prima fra tutte quelle alla colonia di pinguini.
Lunghezza tappa: da Sessriem a Lüderitz sono 500 km (6 ore). Per spezzare il viaggio ci siamo fermati per la notte a due ore di strada da Sessriem, da cui siamo ripartiti la mattina presto per Lüderitz;
Dove dormire: abbiamo passato la notte presso il camp/lodge At Kronenhof, a due ore da Sessriem, uno dei camp più belli di tutto il nostro viaggio in Namibia; a Lüderitz abbiamo scelto invece di fare una pausa dal camping optando per il Villelodge Accommodation, un b&b molto curato in centro (ci hanno anche prenotato la gita in barca per vedere i pinguini il giorno dopo);
Fish River Canyon
Questo è il punto più meridionale che raggiungerete nel vostro viaggio in Namibia: un immenso canyon (secondo al mondo dopo il Grand Canyon negli Stati Uniti) che si protrae per quasi 160 km e che regala viste meravigliose.
Lunghezza tappa: dopo aver salutato Lüderitz (dopo aver fatto una visita della città fantasma di Kolmanskop), siamo ripartiti verso il punto più a sud del nostro viaggio, ovvero il Fish River Canyon (460 km, 5 ore); anche qui abbiamo spezzato il viaggio fermandoci 2 ore e mezza dopo Lüderitz;
Dove dormire: ci siamo fermati per la notte presso il camp dell’Alte Kalkoefen Lodge, quindi la notte successiva all’interno del Parco del Fish River Canyon, presso l’Ai-Ais Hotsprings Campsite.
Quivertree Forest
La Quivertree Forest è un luogo bizzarro, che lega il suo nome al quello dell’albero faretra (Aloidendron dichotomum), detto “quiver tree” in inglese. I boscimani da tradizione utilizzano le sue foglie per realizzare faretre per le loro frecce.
La cosa bella è che si può dormire all’interno di questa sorta di parco (in realtà si tratta solo di un’area con un’alta concentrazione di questo tipo di alberi). La cosa brutta è che se volete fotografare gli alberi di notte (magari con lo sfondo della Via Lattea, come è tanto in voga) dovete pagare una sovrattassa pari a circa 25€ (un’enormità visto che l’alloggio costa meno di 10€ a testa).
Lunghezza tappa: lasciato il Fish River Canyon siamo risaliti verso nord, con tappa alla Quivertree Forest per la notte (225 km, 3 ore);
Dove dormire: abbiamo passato la notte all’interno della “foresta”, presso il Quivertree Forest Rest Camp, 13 km a nord-est di Keetmanshoop sulla strada M29. Il posto è carino, i gestori non molto.
Rientro a Windhoek
Lasciata la Quivertree forest, siamo risaliti verso nord, cominciando – ahimè – la nostra fase di riavvicinamento e rientro a Windhoek.
Lunghezza tappa: l’ultima sosta è stata nei pressi di Mariental (260 km, 2 ore e 30 minuti), a meno di 300 m (3 ore di viaggio) da Windhoek.
Dove dormire: abbiamo passato l’ultima notte del nostro viaggio in Namibia all’Africa Safari Lodge, nei dintorni di Mariental, il che è estato una piacevolissima sorpresa. Scelto quasi per caso, il lodge si è rivelato molto più carino di quanto ci aspettassimo! Abbiamo avuto il piacere di vedere rinoceronti, giraffe e diverse specie di antilopi direttamente negli spazi del lodge (molto curato e ben gestito).
mitici come sempre perfetti e favolosi nelle descrizioni siete per noi il numero Uno e comunque
siete sulla lista delle persone che se si programmerà in futuro un viaggio e speriamo che ciò avvenga presto sarà da noi rompervi perche con Voi e con i vostri utili e preziosi consigli sicuramente ci sentiremo sicuri siete meravigliosi si vede la buona e preziosa descrizioni e i utili consigli che ci fornite un grosso in bocca al lupo per la prossima destinazione io tutti i vostri post e viaggi me li salvo sul mio PC: sarò un po fuori di melone ma a volte secondo tornano molto utili
Grazie Giuseppe, come sempre sei super gentile e super affettuoso!
Spero che i miei articoli ti possano essere di spunto e di aiuto!
A presto!