Quando si tratta di pensare a un viaggio in Cambogia, il 90% dei viaggiatori si limita a visitare solo i templi di Angkor. Due o tre giorni lì (ma c’è anche ci sta addirittura di meno!) e poi via, per proseguire verso la Thailandia, il Vietnam o l’Indonesia. Se però tu sei capitato su questa pagina, probabilmente stai pensando a un viaggio di due settimane in Cambogia. Posso dirti una cosa? Fai benissimo!
Quindi, dopo esserti dato/a una pacca sulla spalla da parte mia, ti consiglio di proseguire oltre: qui sotto ti racconto per filo e per segno il mio itinerario di due settimane in Cambogia e ti do dritte e consigli utili sulle cose da fare e vedere, i posti dove dormire e mangiare. Procediamo!
Cose da sapere prima di un viaggio in Cambogia
Questa è la prima volta per te in Cambogia? Non sai esattamente come muoverti e non sai cosa serve per organizzare un viaggio in autonomia? Niente paura, è un gioco da ragazzi.
Ecco qualche informazione preliminare che è utile conoscere:
- Visto di ingresso: il visto turistico ha un costo di 30$ e può essere richiesto all’arrivo, direttamente in aeroporto (pagando 30$ in contanti) oppure online sul sito ufficiale (io ti consiglio la seconda opzione per risparmiare tempo); dal 1° luglio 2024 è inoltre necessario compilare la carta d’arrivo e doganale esclusivamente online, attraverso il sito www.arrival.gov.kh o tramite la comodissima app Cambodia e-Arrival, entro i sette giorni precedenti l’arrivo in Cambogia;
- Periodo in cui andare: il periodo considerato “migliore”, perché corrispondente alla stagione secca, è quello che va da novembre a marzo; il periodo da aprile a maggio è invece sconsigliato perché il caldo può essere molto umido e soprattutto c’è il rischio che le forti piogge rendano difficile spostarsi e visitare l’entroterra;
- Le app da scaricare: oltre alla sopracitata app Cambodia e-Arrival per gestire visto di ingresso e carta d’arrivo (tramite cui si possono acquistare anche i biglietti per Angkor), per gli spostamenti vi consiglio di scaricare le app Grab e PassApp, che funzionano come Uber (per utilizzare PassApp serve però un numero di telefono cambogiano);
- SIM locale o e-SIM? In base alla mia esperienza io consiglio di acquistare una SIM locale perché costa davvero pochissimo (noi abbiamo speso 5€ per una SIM da 100 GB per 30 giorni); se invece preferite una eSIM date un’occhiata alle offerte di Airalo;
- Alloggi: oltre a Booking.com, consiglio di dare un’occhiata o scaricare anche l’app di Agoda, un portale asiatico specializzato che ha un’offerta molto ampia per gli alloggi in Asia, spesso con prezzi più competitivi di Booking.
Info sul nostro viaggio
Prima di addentrarci in dettaglio nel nostro itinerario di viaggio di due settimane in Cambogia, ti do qualche informazione in breve per inquadrare il nostro viaggio:
- Periodo del viaggio: gennaio;
- Durata totale del viaggio: 20 giorni (15 giorni in Cambogia + due giorni a Bangkok e Ayutthaya all’arrivo e una giornata prima di ripartire);
- Mezzi di trasporto usati: volo da Bangkok a Siem Reap e da Phnom Penh a Bangkok, entrambi con Air Asia (comprati separatamente, il multi-tratta costava di più);
- Compagnia aerea: Air China con scalo a Chengdu, in Cina, sia all’andata sia al ritorno;
- Costo del volo: 590€ (acquistato circa quaranta giorni prima);
- Dove abbiamo dormito: hotel e guest-house di fascia medio-bassa.
Una premessa: questo non è stato il mio primo viaggio in Cambogia, bensì il terzo (la Cambogia è stato il primo paese asiatico che ho visitato e ci sono tornata in occasione del mio viaggio di cinque mesi tra 2014 e 2015). In questo terzo viaggio con il mio compagno, che non aveva mai visitato la Cambogia, ho voluto condensare tutte le tappe più importanti, ma c’è anche altro da vedere.
Se volete leggere anche gli altri articoli che ho scritto precedentemente sulla Cambogia, date un’occhiata qui.
Il nostro itinerario di due settimane in Cambogia
Ecco in dettaglio il nostro itinerario di viaggio di due settimane in Cambogia:
- Giorno 1: volo da Bangkok a Siem Reap (Cambogia) con Air Asia, visita di Siem Reap nel pomeriggio (4 notti a Siem Reap)
- Giorno 2-3 e 4: visita dei templi di Angkor
- Giorno 5: spostamento in barca da Siem Reap a Battambang (una notte a Battambang)
- Giorno 6: visita dei dintorni di Battambang, la sera sleeping bus per Sihanoukville
- Giorno 7: da Battambang all’isola di Koh Samloen passando per PP
- Giorno 8 e 9: soggiorno sull’isola di Koh Samloen (3 notti)
- Giorno 10: bus per Phnom Penh (una notte in città)
- Giorno 11 e 12: bus per Kratie (2 notti) e quindi visita dei dintorni di Kratie
- Giorno 13 e 14: ritorno a Phnom Penh e visita della città (due notti)
- Giorno 15: ultima mezza giornata a Phnom Penh e quindi volo di rientro per Bangkok
Ed ecco i consigli sulle cose da fare e vedere tappa per tappa:
Le cose da vedere tappa per tappa
Siem Reap e i templi di Angkor
Siem Reap è bruttarella e turistica, ma non la si può di certo saltare visto che è la porta di ingresso agli straordinari templi di Angkor. L’ideale è dedicare ai templi almeno tre giorni, suddividendo la visita tra Piccolo Circuito, Grande Circuito e i templi di Roulos:
- Piccolo Circuito: si estende per circa 17 km e include i templi più celebri, tra cui Angkor Wat, Bayon, Baphuon, la Terrazza degli Elefanti e del Re Lebbroso, oltre al suggestivo Ta Prohm;
- Grande Circuito: si sviluppa oltre il Piccolo Circuito per circa 23 km e comprende siti come Pre Rup, Banteay Srei, Neak Pean, Preah Khan e Ta Som;
- Templi di Roulos: situati più lontano rispetto agli altri due gruppi, sono tra i più antichi e altrettanto affascinanti. Qui si trovano il Preah Ko, il Bakong e il Lolei.
Questi sono i templi principali, ma ce ne sono molti altri da scoprire, alcuni situati anche a 50-80 km da Siem Reap. Per visitare questi tre gruppi di templi nel modo più comodo, la scelta ideale è farsi accompagnare da un tuk-tuk driver. I costi si aggirano intorno ai 15-20 dollari al giorno. Il modo migliore per esplorare i templi (almeno per il Piccolo Circuito) resta però per me la bicicletta, come avevo fatto nella mia visita precedente.
Dove dormire: a Siem Reap l’offerta di alloggi è molto ampia e si trovano ostelli, ma anche strutture lussuose. Noi abbiamo cercato prima di tutto un alloggio che fosse centrale, ma non troppo vicino alla bolgia di Pub Street: abbiamo scelto il Side Walk Hotel, e ci siamo trovati abbastanza bene. La posizione è davvero ottima.
Dove mangiare: dal nostro hotel bastano pochi passi per trovare dei buonissimi ristoranti. Noi in particolare abbiamo apprezzato il vicino Try Me Restaurant (con una piacevole terrazza) e il Madam Moch Khmer Restaurant. Se volete qualcosa di molto local vi consiglio di provare anche uno dei tanti ristorantini all’aperto nel night-market o sul lungofiume.
Battambang
Battambang è particolare: caotica e polverosa, è una tappa di passaggio per molti viaggiatori, ma pochi si fermano davvero a esplorarla. In effetti, la città in sé non offre grandi attrazioni. I suoi dintorni, invece, sì, e regalano l’opportunità di immergersi appieno nella splendida campagna cambogiana.
Un consiglio: se volete concedervi un viaggio nel viaggio, considerate la possibilità di arrivare a Battambang in barca da Siem Reap. Il biglietto di sola andata non è economico per gli standard cambogiani (costa 35$ a tratta a persona), ma il viaggio lento, tra il lago Tonle Sap, i canneti e i villaggi galleggianti, vale davvero la pena. Potete acquistare o prenotare i biglietti della barca sul sito di Angkor Express Boat.
Da vedere:
- Wat Ek Phnom, a nord di Battambang: un tempio angkoriano dell’XI secolo che oggi si affianca a un complesso monastico moderno, con un grande Buddha che veglia sul sito;
- Il folkloristico bamboo train: un piccolo carrello che scorre sui vecchi binari ferroviari costruiti dai francesi in epoca coloniale. Un tempo usato per trasportare merci, oggi è un’attrazione divertente per i turisti;
- Wat Banan: un sito archeologico situato 27 km a sud della città, con un tempio dell’XI secolo che si raggiunge salendo una scalinata di 358 gradini;
- Il panoramicissimo Phnom Sampeau, una collina panoramica con un meraviglioso complesso di templi che domina la campagna circostante, una grotta che testimonia uno dei tanti massacri avvenuti sotto il regime dei Khmer Rossi e la particolarissima grotta dei pipistrelli.
Dove dormire: per centralità, rapporto qualità-prezzo e accoglienza consiglio senza ombra di dubbi gli Mother’s House, una guest-house in centro a Battambang. Le camere sono molto curate, i gestori molto cordiali. Potete prenotare i biglietti dei bus o un tour in tuk-tuk direttamente con loro.
Dove mangiare: ci sono un paio di buoni ristoranti proprio accanto alla guest-house (Nary Kitchen e Coconut Lyly Restaurant) e una svariata scelta nella Pub Street di Battambang, a pochi minuti a piedi (noi ci siamo trovati bene al Pomme Hostel, Bar & Restaurant).
Koh Rong Samloen
Dopo aver testato la sfruttatissima Sihanoukville nel mio primo viaggio e quindi la più tranquilla Otres Beach nel secondo, per la mia terza volta in Cambogia ho voluto esplorare una delle isole del litorale cambogiano.
Indecisa tra Koh Rong e la sorella minore Koh Rong Samloen, alla fine ho optato per la seconda: più piccola e più tranquilla della prima, frequentata da gente di una fascia di età più alta e non ancora così sfruttata dal turismo. La scelta è stata azzeccata: l’isola è ancora abbastanza ruspante (ma prevedo grossi sfruttamenti in futuro), l’atmosfera super rilassata soprattutto per la location che abbiamo scelto.
Dove dormire: dopo aver letto recensioni e resoconti di viaggio, abbiamo optato per quella che è considerata la spiaggia più bella e tranquilla dell’isola ovvero Lazy Beach. Qui, in una baia solitaria riparata dal vento e dalle correnti, c’è il Lazy Beach Resort: una decina di bungalow spartani tutti vista mare con una bellissima lounge con bar & ristorante. Non potevamo fare scelta migliore!
Dove mangiare: spostarsi sull’isola non è molto agevole perché per ora non ci sono mezzi o vere e proprie strade (a meno che noleggiate un quad). Per i nostri tre giorni sull’isola abbiamo sempre mangiato nel ristorante del Lazy Beach, che non è per niente male. Molti viaggiatori lasciano il lato orientale dell’isola per venire appositamente a Lazy Beach per la spiaggia e per il ristorante (se fanno tardi possono sempre pagare il trattorino che li riporti dall’altra parte).
Kratie
Tra le tappe da non perdere in un viaggio in Cambogia, per me c’è anche Kratie, una cittadina nel nord-est del paese affacciata sul mitico fiume Mekong. Un luogo perfetto per immergersi nella Cambogia rurale, quella più autentica.
Devo dire che trascorsi dieci anni ho trovato Kratie molto cambiata: sottotono, desolata, con pochi viaggiatori in giro e un’aria un po’ decadente. Ed è un vero peccato. Nonostante ciò, dedicare un paio di giorni a Kratie vale ancora la pena, per:
- Fare una gita in barca lungo il Mekong alla ricerca dei rari delfini dell’Irrawaddy: sebbene siano diminuiti, si possono ancora avvistare facilmente nei pressi di Kampi (15 km a nord di Kratie);
- Trascorrere una giornata sull’isola di Ko Trong in bicicletta: tra risaie, abitazioni di contadini e scene di vita quotidiana semplice (fermatevi a pranzo + relax in amaca alla Homestay 4!).
Dove dormire: dopo aver preso una colossale fregatura presso il Dolphin Home Stay New (mi raccomando, stateci alla larga!) abbiamo ripiegato – all’ultimo momento – sul Silver Dolphin Guesthouse & Restaurant: indicato se siete viaggiatori spartani che si accontentano. Altrimenti cercate qualcosa di più accomodante passando in rassegna le proposte per Kratie.
Dove mangiare: bancarelle di cibo di strada per stomaci forti a parte, devo dire che l’offerta gastronomica a Kratie è molto limitata. Noi ci siamo salvati cenando per due sere di fila al Mekong MoJo Restaurant & Bar Kratie, sul lungofiume, davvero consigliato.
Phnom Penh
Per sua conformazione, la Cambogia prevede che prima o poi si ripassi sempre dalla sua capitale. Noi ci siamo ripassati a più riprese, ritagliandoci comunque un paio di giorni abbondanti per visitarla.
Dopo aver visto Phnom Penh per la terza volta, posso confermare che la città è davvero piacevole e offre ben più di un motivo per esplorarla a fondo. A cominciare da:
- Palazzo Reale e Pagoda d’Argento: pur non possedendo il fasto e la magnificenza di quello di Bangkok, il simbolo della monarchia cambogiana incarna perfettamente l’anima del paese (costo d’ingresso 10$ a gennaio 2025);
- Wat Phnom: il tempio più venerato della città, situato su una collinetta da cui prende il nome la città; il termine khmer “Phnom” si traduce infatti come “collina”, mentre “Penh” è il nome della sua leggendaria fondatrice (costo di accesso 1$);
- Il lungofiume: in assoluto il mio luogo preferito in città, dove osservare da vicino i suoi abitanti e le loro abitudini ma anche la spettacolare confluenza del fiume Tonle Sap e del Mekong;
- Tuol Sleng: un ex liceo trasformato in prigione e centro di tortura durante il regime dei Khmer Rossi, oggi museo della memoria del genocidio cambogiano (biglietto di ingresso $5.00 + $3.00 per l’audioguida);
- Killing Fields di Choeung Ek: un sito commemorativo a una quindicina di chilometri fuori dal centro, dove migliaia di cambogiani furono giustiziati e sepolti in fosse comuni, oggi luogo di memoria dell’atroce genocidio del popolo khmer;
- Il mercato russo e il mercato centrale: i due mercati più famosi della città, dove sbizzarrirsi tra bancarelle in cui si vende ogni cosa (ricordatevi di contrattare).
Dove dormire: se siete viaggiatori zaino in spalla e volete massimizzare il tempo a vostra disposizione, apprezzerete sicuramente la centralità e il prezzo vantaggioso della Nawin Palace Guesthouse. Niente di lussuoso, ma più che dignitoso, con uno staff disponibilissimo e soprattutto in una posizione ottimale, a meno di cinque minuti a piedi dal Palazzo Reale e dal lungofiume.
Dove mangiare: noi abbiamo evitato i pub in stile inglese e i ristoranti troppo occidentali e ci siamo trovati bene al Romduol Khmer Restaurant, sul lungofiume, che fa cucina prettamente cambogiana (fatevi dare un tavolo al primo piano, in terrazza, sugli sgabelli con vista fiume) e alla Noodle House, mentre siamo rimasti molto delusi dal tanto decantato David’s Restaurant. Se volete qualcosa di insolito ma local, vi consiglio di fare un salto al Night Market, dove si mangia su colorati tappeti distesi a terra.
Letture consigliate sulla Cambogia
Cercate una lettura che vi faccia compagnia durante la vostra esplorazione della Cambogia o in preparazione del viaggio? Volete sapere di più sulla (ahimè triste) storia cambogiana? Vi consiglio di cominciare prima di tutto da questi tre libri:
- Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia di Tiziano Terzani: un libro a me molto caro che raccoglie gli articoli e i reportage scritti dal grande giornalista negli anni ’70, in cui racconta la guerra civile cambogiana e la tragica ascesa dei Khmer Rossi. Terzani descrive con lucidità e partecipazione il crollo di Phnom Penh, l’orrore del genocidio e il clima di paura e violenza che avvolge il paese;
- Il lungo nastro rosso di Loung Ung: un’autobiografia che racconta l’infanzia dell’autrice durante il regime dei Khmer Rossi. Il libro descrive la brutalità del genocidio, la perdita della famiglia e la lotta per la sopravvivenza, offrendo una testimonianza toccante e intensa sugli orrori della dittatura di Pol Pot.
- Un pellegrino ad Angkor di Pierre Loti: un resoconto di viaggio scritto nel 1901, in cui l’autore descrive con meraviglia e malinconia la sua visita ai templi di Angkor. Attraverso uno stile lirico e suggestivo, il libro cattura il fascino e il mistero delle rovine, riflettendo sul passare del tempo e sulla grandezza perduta della civiltà khmer.
Avete altre domande sulla Cambogia? Scrivetemi nei commenti!