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Il suo nome in lingua oshivambo significa “Grande Luogo Bianco“, in riferimento alla vastità del pan, l’immensa depressione salina che ne occupa la parte centrale: il Parco dell’Etosha è senza se e senza ma il luogo che non può mancare in un viaggio in Namibia.
Curiosi di saperne di più? Qui vi do un po’ di informazioni pratiche utili per organizzare la visita nell’attrazione numero 1 di quel paese splendido che è la Namibia.
Perché il Parco dell’Etosha è il posto da non perdere in Namibia
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Situato nel nord del paese, a 550 km dalla capitale Windhoek, ed esteso per oltre 22.000 km2, l’Etosha è il parco nazionale più importante della Namibia e una delle riserve faunistiche più preziose del continente africano.
Al suo interno custodisce più di 100 specie di mammiferi (tutti i Big Five tranne il bufalo), oltre 300 di uccelli e oltre 100 di rettili. Questo significa che è possibile vedere elefanti, springbok, zebre, giraffe, orici, kudu, gnu, eland, dik-dik, leoni, iene, sciacalli, leopardi e ghepardi.
Nel parco vive anche l’endemico e raro impala dal muso nero, ormai in via di estinzione. Grazie agli sforzi delle autorità del parco, sono stati recentemente stati reintrodotti anche i rinoceronti neri e bianchi, spesso avvistabili nei pressi della pozza di Okaukuejo.
L’Etosha offre un grande vantaggio: grazie alla sua savana arida per via di un ecosistema prettamente desertico, avvistare gli animali non è per nulla complicato, anzi. Durante la stagione secca – che va da maggio a settembre – gli animali si radunano intorno alle pozze d’acqua per bere. Vi basterà appostarvi, in auto, presso un water-hole per assistere a spettacoli della natura indimenticabili.
La storia del parco in breve
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Prima dell’istituzione del parco, la regione era abitata dai popoli Ovambo a nord, dagli Otjiherero ai confini dell’area e dai Hai//om nell’area più interna. Gli esploratori europei Charles John Andersson e Francis Galton furono i primi non-local a documentarne l’esistenza nel 1851.
Nel 1954, i Hai//om furono espulsi dal parco, perdendo il loro stile di vita di cacciatori-raccoglitori, ma dal 2004 hanno ottenuto un’autorità tradizionale riconosciuta dallo Stato namibiano, che ha avviato il loro reinsediamento su terreni limitrofi.
L’area subì diverse trasformazioni sotto il dominio coloniale. Nel 1885, il commerciante William Worthington Jordan acquistò una vasta porzione di terra dagli Ovambo in cambio di beni come armi e brandy. I primi coloni europei vi si stabilirono, ma furono costretti ad abbandonare l’insediamento dopo scontri con i Hai//om.
Nel 1907, le autorità tedesche proclamarono la regione come riserva di caccia, con il forte di Namutoni trasformato in avamposto di controllo. Nel corso del XX secolo, il parco subì varie modifiche nei confini, fino a raggiungere l’attuale estensione nel 1970. Dal 1974, l’Etosha Ecological Institute si occupa della ricerca scientifica e della conservazione della fauna e della flora locali, collaborando con università e istituti di ricerca di tutto il mondo.
Come organizzare un safari nel Parco dell’Etosha
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A differenza di molti altri stati africani, la Namibia è un paese sicuro, desertico e poco popolato, immenso e solitario, facile da visitare in autonomia. Non a caso la modalità di esplorazione preferita dai viaggiatori di tutto il mondo – scelta che abbiamo fatto anche noi – è il self-drive in pick-up con tenda montata sul tetto (ne ho scritto per filo e per segno qui): una delle esperienze più emozionanti della mia vita.
Come ho già scritto più volte parlando di Namibia, in fase di organizzazione del viaggio bisogna giocare molto di anticipo: la prenotazione dell’auto e soprattutto degli alloggi va fatta con almeno 6-7 mesi prima della partenza perché le disponibilità e i camp-site sono limitati.
Gli alloggi (camp-site inclusi, soprattutto quelli in posizione più ambita) finiscono in fretta. Tra i posti più ambiti c’è anche l’Etosha. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di visitare il parco già nei primi giorni del nostro itinerario di viaggio invece di lasciarlo alla fine, come fanno molti per lasciarsi l’effetto wow alla fine.
Abbiamo fatto le prenotazioni in autonomia, contattando direttamente il parco. Alla prenotazione viene richiesto un acconto del 40% e saldo entro 60 giorni dalla partenza.
Ma come funziona l’ingresso al parco? Dove si può alloggiare? Quali sono le regole? Come funziona con i safari? Vediamolo insieme punto per punto!
L’ingresso al parco
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L’ingresso al parco prevede il pagamento di un biglietto giornaliero:
- N150$ al giorno per gli adulti;
- N100$ per i ragazzi dagli 8 ai 16 anni;
- gratuito per i bambini al di sotto di 8 anni.
Al biglietto individuale c’è da aggiungere il costo d’accesso per il mezzo: N$50 al giorno per veicoli fino a 10 posti a sedere. Al vostro ingresso nel parco dovete fermarvi al gate per pagare e compilare i dati di accesso; per proseguire verso il vostro lodge o camp all’interno del parco dovrete mostrare il voucher di prenotazione.
Il parco dell’Etosha ha quattro diverse porte di accesso, da scegliere in base al vostro itinerario e alla comodità nel raggiungere gli alloggi:
- Von Lindequist Gate: a est del parco, è l’accesso principale per chi arriva da Tsumeb e deve andare al Namutoni Camp;
- Anderson’s Gate: è situata a sud, vicino al campo di Okaukuejo;
- Galton Gate: posizionata a sud-ovest, permette di entrare nella parte occidentale del parco, meno battuta dai turisti;
- King Nehale Lya Mpingana Gate: collocata a nord, è l’accesso più vicino alla regione di Ondangwa.
Una cosa importante: prevedete di arrivare al vostro camp o lodge con largo anticipo, perché i cancelli del parco chiudono al tramonto. Il parco è infatti accessibile solo dall’alba al tramonto. Gli orari esatti di accesso cambiano a seconda del periodo dell’anno: dalle 06:00 e alle 07:30 per l’alba, dalle 18:30 alle 19:30 per il tramonto. Al di fuori di questi orari NON è possibile entrare e uscire dal parco.
Quanti giorni stare
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Noi abbiamo trascorso tre notti nel parco, entrando dal Von Lindequist Gate e uscendo dal Galton Gate, spostandoci cioè da est a ovest. Con il senno di poi avrei aggiunto una notte in più, magari spezzando lo spostamento tra l’Halali e il Dolomite fermandoci all’Okaukuejo. C’è infatti da tenere a mente che gli spostamenti possono essere lunghi (nel nostro caso 240 km per l’ultimo giorno) e il tempo scorre veloce quando si resta imbambolati a contemplare gli animali.
La permanenza secondo me ideale nell’Etosha è di almeno quattro notti.
- una notte al Namutoni Camp
- una notte all’Halali Camp
- una notte al Dolomite Resort.
Le prime due notti abbiamo dormito presso i camp, l’ultima notte ci siamo regalati una coccolosa notte in chalet (di venti giorni di viaggio abbiamo dormito in un letto vero solo tre volte!).
Ora vi spiego meglio come e dove dormire.
Dove dormire
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La cosa migliore per godersi al massimo il parco è quello di dormire in uno degli alloggi presenti all’interno del parco: si trovano sia camp-site sia lodge. Gli alloggi sono prenotabili solo direttamente tramite il parco.
All’interno del Parco dell’Etosha ci sono in totale solo sei alloggi:
- Namutoni: sorto intorno al vecchio forte tedesco, sitato a poca distanza dal gate orientale, offre piazzole per le tende (camping-site) ma anche camere doppie e chalet privati;
- Halali: 70 km verso ovest rispetto al Namutoni, offre piazzole, camere, suite chalet e anche family chalet; il camp in sé non è niente di che (come in generale tutti i camp dell’Etosha), ma ha un grande punto di forza: una waterhole illuminata, all’interno del camp, che attira gli animali (noi abbiamo visto i rinoceronti);
- Dolomite: in una meravigliosa posizione elevata nella parte occidentale del parco, tra le rocce, offre degli splendidi chalet privati con un super balcone panoramico (alcuni anche con piscina privata), ristorante e safari guidati;
- Okaukuejo: 70 km verso ovest rispetto all’Halali, anche qui c’è la possibilità di dormire nel camp, in camera oppure chalet (anche con vista sulla waterhole del resort);
- Olifantsrus: nella parte occidentale del parco, è il camp più recente, ha una sua waterhole ma offre solo l’opzione piazzola;
- Onkoshi: nella parte orientale del parco, a nord del Namutoni, su una penisola che si protende verso il pan, ha solo chalet di lusso e piscina.
Nei camp/resort è possibile pagare con carta, ma è sempre meglio avere anche dei contanti in caso i pos non funzionassero. Ogni camp ha un suo supermarket e stazione di servizio aperti dall’alba al tramonto.
Quando andare
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Il periodo migliore per visitare il parco è la stagione secca, da maggio a settembre: è ideale per l’avvistamento degli animali, poiché la scarsità d’acqua li spinge a concentrarsi attorno alle pozze. In questi mesi le temperature diurne variano tra i 18°C e i 28°C, mentre di notte possono scendere sotto lo zero: noi ci siamo stati tra giugno e luglio e devo ammettere che la sera faceva freschino!
Durante l’estate australe (ottobre-aprile), le temperature possono superare i 40°C, mentre l’umidità resta generalmente bassa, salvo nel nord del paese. Le piogge, seppur sporadiche, possono riempire i letti dei fiumi rendendo difficoltosi gli spostamenti.
Guidare nel parco
La guida nel parco presuppone il rispetto di alcune regole tassative, prime fra tutte quella relativa alla velocità: il limite di velocità all’interno del parco è di 60 km/h. La velocità consigliata per i safari è comunque di 40-50 km/h: mantenere un’andatura moderata non solo garantisce una guida sicura, ma migliora anche le possibilità di avvistare la fauna.
Il Parco dell’Etosha dispone di una rete di strade sterrate che collegano i campi principali e più di 30 pozze d’acqua. Le strade non sono asfaltate, ma ghiaiose. Anche se in buono stato si deve mettere in conto che potrebbe succedere di forare. Una volta entrati nel parco, può essere utile ridurre la pressione degli pneumatici.
Cosa importante: se volete grigliare nei camp (cosa che vi consiglio di fare), sappiate che non è consentito uscire dal parco con della carne. Cioè è possibile portare carne dal sud al nord della Namibia, ma non il contrario a causa di un divieto veterinario. All’uscita, i funzionari potrebbero fare dei controlli (a noi è successo). Se avete altri dubbi potete consultare il regolamento completo del parco qui.
Come avvistare gli animali
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Come dicevo, nel Parco dell’Etosha avvistare gli animali non è per niente difficile. Noi abbiamo visto elefanti, zebre, giraffe, rinoceronti, impala, orici, gnu, struzzi, facoceri, sciacalli e molti altri (qui non siamo stati fortunati con i felini purtroppo).
Gli animali sono OVUNQUE e per questo è importante guidare piano: possono attraversavi la strada in QUALSIASI momento. La cosa migliore per vedere gli animali è quella di posizionarsi presso le pozze d’acqua e armarsi di pazienza: di solito basta attendere pochi minuti per imbattersi in qualche animale che viene a bere.
I “safari in autonomia” sono possibili dall’alba al tramonto. Al di fuori di questi orari è vietato guidare da soli, ma è sempre possibile partecipare a un safari guidato gestito dallo staff degli alloggi all’interno del parco.
I safari guidati
Ogni camp e resort all’interno del parco mette a disposizione dei propri clienti la possibilità di partecipare a tour guidati per avvistare gli animali (a un costo extra). Gli orari sono questi:
- Mattino: dalle 06:00 alle 09:00;
- Pomeriggio: dalle 15:00 alle 18:00;
- Notte: dalle 20:00 alle 23:00
I safari guidati sono possibili solo per chi soggiorna nel parco (un altro motivo per cui vi consiglio di dormire nel parco e non fuori). Una cosa però: sono molto richiesti, quindi se volete partecipare prenotate con largo anticipo contattando direttamente il vostro camp/resort.
Avete altro da chiedermi? Mi sono dimenticata di qualche informazione importante? Chiedetemi pure nei commenti!
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